Caleb pov's
Cammino piano per i corridoi della scuola, passando davanti a molti dormitoi, uno per ogni componente della ex-Inazuma: quello di Nathan, Jack, Jude, David... Poi oltrepasso quelli delle manager; Silvia, subito dopo Celia e Nelly. E poi c'è la sua stanza. Lei sta dormendo qui dentro. O forse no: passa molte ore a studiare, prima di coricarsi. La tipica brava bambina, miss perfettina, tutta vestita a pennello, ordinata e la prima della classe. Il contrario di me, in pratica. Mi blocco davanti alla porta e di lì non mi muovo: sto facendo la cosa giusta?
No no no Caleb, frena! Non puoi, non devi farlo, sono solo i tuoi ormoni che circolano impazziti e ti fanno venire strane idee da tipico diciassettenne. Fermati. Non devi proseguire.
Mi volto, dando le spalle alla porta. Non devo entrare. Non devo entrare. Mi giro di nuovo; se una persona qualsiasi mi vedesse, penserebbe che sono pazzo. Fortuna che in giro non c'è nessuno. A volte mi faccio paura da solo; sembra che stia interpretando più personaggi in una rappresentazione teatrale. Fisso di nuovo la porta, la targa, precisamente. B127. È leggermente graffiata qua e là, ma tutto sommato sembra nuova di zecca. Appoggio la mano alla maniglia.
No Caleb, fermati, non farlo! La spaventerai, e a quel punto cosa ne penserà lei, di te? E se gli altri venissero a saperlo? E se SUO PADRE venisse a saperlo? Tornatene in camera sedutastante e restaci.
Ancora quella vocina, cacchio. Ma stavolta non la ascolterò.
Torna indietro!
A volte vorrei prendere a pugni la mia coscienza. Il mio subconscio mi sta supplicando di entrare, ma no! C'è la coscienza di mezzo!!
Caleb, sei solo un ragazzino di appena 17 anni. NON FARE CAZZATE!!
Stupida coscienza...
Caleb, hai già 17 anni. Se stai compiendo un'azione, vuol dire che sei consapevole anche delle conseguenze che essa trarrà.
Grazie, subconscio. Saldo la presa sulla maniglia e la abbasso delicatamente. Apro la porta, per mia fortuna una delle poche non cigolanti. La prima cosa che vedo è una scricania, con libri e penne sistemati e in perfetto ordine. Adocchio un quadernetto ad anelli viola, l'unico oggetto fuoriposto: lentamente, mi avvicino alla scrivania, sperando che le mie ossa non scrocchino proprio adesso. Mi siedo cautamente sulla sedia e dò un'occhiatina: c'è scritta una specie di lettera, che comincia con "Caro diario...". Proseguo o mi fermo qui?
Caleb, oltre al fatto che stai facendo una gran cazzata, avevi altri programmi, non ricordi?
Stavolta devo dar ragione alla coscienza, magari il diario lo leggo un'altra volta. Mi giro di spalle e vedo il letto. Poggio delicatamente i piedi a terra e mi alzo in piedi, avvicinandomi al giaciglio. Ed eccola lì. Nonostante sia estate, dorme con i lunghi capelli sciolti, tranne una piccola parte che tiene sempre raccolta in un codino arancione, posto sulla nuca. Ha gettato via le lenzuola per la troppa afa, e ciò mi consente di ammirare il suo corpo da urlo: porta una maglia larga e scollata, che lascia trasparire chiaramente il reggiseno nero che porta. I pantaloncini sono talmente corti che sembra che neanche ce li abbia. Si vede che sono passati un po' di anni dal nostro primo incontro...
Ma sei ancora qui?!? Esci subito!!
Ancora quella vocina... Non le darò più retta, per questa sera.
Dai Caleb, buttati...
Il subconscio mi implora continuamente e ha ragione! Ma prima voglio godermi la vista di questo angelo caduto dal cielo.
È il tuo esatto contrario, Cal, non funzionerà mai!! E poi, dimentichi forse che lei sta con Partinus?
Quanto lo odio, quello... È di un vanitoso incredibile, sempre perfetto e tutto a puntino e, cosa peggiore, tutte le ragazze gli stanno appiccicate!!
Cammy diventerà tua, stanotte... ma devi procedere in fretta.
Mi chino su Cammy, la quale, però, muove la testa, quasi brontolando: ora lascia perfettamente scoperto il collo e la scollatura permette di intravedere gran parte del reggiseno...
Buttati... dai...
Avvicino la faccia al suo collo: sento i miei respiri ritornare a me. Credo che si sveglierà. Aspetto qualche attimo, ma non succede niente; decido di proseguire. Appoggio le labbra al suo collo caldo e inizio a leccargliene una piccola parte: la sento mugulare.
《Ma che...》
Si alza di scatto e mi guarda quasi inorridita.
《C... Che stavi... fa... facendo?!》
Si porta la mano destra, tutta sudata e tremante, nel punto in cui stavo "lavorando"
《Mi stavi...》
Non oso parlare; cara coscienza, mi sa che avevi ragione...
《Caleb, perché mi stavi succhiando il collo? Rispondi!》
Non riesco a parlare, e il suo tono si fa sconsolato e deluso.
《È uno di quegli stupidi giochetti che voi ragazzi fate, in preda agli ormoni, vero? Mi stavi usando, vero?!》
Ora basta, devo risponderle.
《No, ti giuro che stavo solo...》
Come proseguo?? Vedo che i suoi bellissimi occhi azzurri si riempiono di lacrime.
《Lo sapevo! Voi maschi siete tutti uguali! Dei pervertiti che usano le ragazze!! Se non mi fossi svegliata...》
Mi si spezza il cuore a sentirla parlare così. Inizia a singhiozzare piano. C'è un solo modo per riuscire a calmarla e farle cambiare idea su di me. Metto le mani dietro alla sua nuca e con i pollici le asciugo le lacrime. Si calma, ma singhiozza comunque.
Vai Caleb, adesso...
Mi avvicino a lei e annullo la distanza tra noi, facendola sobbalzare e staccare subito. Vado alla ricerca del mio miglior sorriso.
《Perdonami, ma mi sono innamorato di te...》
La vedo diventare tutta rossa, fin sotto la scollatura...
《Hei piccola, così ti si surriscalderà il collo...》
Mi avvinghio a lei e ricomincio a succhiarglielo pian piano. Dopo pochi attimi la sento emettere un suono, un gemito, così mi separo da lei.
《Caleb...》
《Ti piace?》
《Non lo... so...》
《Allora perché hai ansimato?》
La vedo arrossire ancora di più, ma non dice nulla. Si limita ad abbassare la testa. Le cingo dolcemente la vita, affondando la faccia nel suo collo profumato.
《Adesso penso io a te...》
Di tutta risposta, mi cinge il collo: ciò mi spinge a continuare. Ricomincio a succhiarle piano il collo, poi scendo e le succhio la spalla. Qui ci metto un po' troppa forza, infatti la mordo e lei sibila un "Ahi!" di dolore.
《Scusami...》
Lei mi fissa per un po' di secondi, poi sento che passa le mani dalle mie spalle alla vita. Afferra la mia maglietta e me la sfila, per poi scambiarsi di posto con me e buttarmi sul letto, con la testa sul cuscino.
《Sei un pervertito.》
Ridacchio.
《Questo me l'avevi già detto.》
Poi si avvicina a me, affondando la faccia nel mio collo. Sento un po' di umidità e capisco che mi sta succhiando.
《Allora... ti piace...》
Appoggia le mani sulle mie spalle, affondando con le unghie nella carne. Fa un po' male, ma è piacevole. Le prendo i capelli per invitarla a baciarci, e lei obbedisce, dando inizio ad una danza di fuoco tra le nostre lingue. Faccio scendere le mie mani fino alla sua vita e le sfilo la maglietta, gettandola sul pavimento. Ora sono io ad affondare piano le dita nella carne delle sue spalle. Quanto è bella, cazzo... Appoggia le mani al mio petto e mi guarda maliziosamente negli occhi.
《Quante tipe ti sei fatto, finora?》
Ridacchio ancora.
《Sinceramente sei la prima che ricambia. Non me l'aspettavo da te, Cammy...》
Si mette le unghie in bocca, evidentemente imbarazzata.
《Sei così bella quando arrossisci...》
《Ma sei un romanicone allora...》
Sorride e ridacchia pian piano, per poi baciarmi, afferrandomi la testa. Ribalto i ruoli: lei sotto, io sopra.
《È una mossa troppo azzardata abbassarti i pantaloncini?》
《Non troveresti granché...》
Ridiamo tutti e due.
《Sembri tanto perfetta e precisa, ma anche tu sei una pervertita, eh?》
《Naah...》
Ci mettiamo sdraiati sui fianchi, lei mi cinge il collo e mi sussurra:
《Comunque se vuoi togliermi anche quelli...》
Sorride, per poi baciarmi e cingermi la vita con le gambe. Senza interrompere il bacio, le sfilo i pantaloni e faccio risalire la mano lungo la spina dorsale; quando arriva alla nuca, sporge la testa all'indietro e io non resisto dal baciarle nuovamente il collo. Ad un tratto mi dà le spalle, inspiegabilmente.
《Qualcosa non va, Cammy?》
《Tu sei bravo in questo genere di cose, ma io non ti sto facendo quasi niente...》
Cara... È un amore quando fa così...
《Va bene, dimmi cosa devo fare...》
《Mettiti a pancia ingiù.》
Obbedisco. La sento mettermi le mani sul collo e poi mi succhia la spalla destra. Da dietro è ancora più eccitante...
《Sai che sei bravissima?》
《Già è tanto che ti abbia fatto restare...》
《Ma sei andata molto oltre, direi...》
Inverto nuovamente i ruoli, stavolta lei è sotto con la pancia insù. La pancia... sì, dai. Inizio a succhiare un fianco, molto forte. Voglio lasciarle più di un segno addosso... Come lei ha fatto con me...
《Dai Caleb, mi fai il solletico così...》
Ribalta di nuovo i ruoli e si mette a baciarmi. Mi sfuggono le mani, che vanno a posarsi sul suo lato B. Di tutta risposta, tira uno schiaffetto alla destra per "invitarla a togliere il disturbo".
《Sorry...》
Dopo un po' si ferma e mi fissa con un lieve sorriso stampato in faccia.
《Certo che sei insopportabile...》
《E tu sei una troppo perbene.》
《Haha, molto gentile da parte tua... maniaco.》
《Perfettina.》
《Ossessionato.》
《Cocca di papà.》
《Eccitato.》
《Eccitato? Eccitato?!》
Le salto addosso e inizio a farle il solletico.
《Chi sarebbe l'eccitato, scusa?!》
《È per dimostrarti che non sono una perbene...》
《Allora lo ammetti! Brutta piccola...》
Non termino la frase che ho già ricominciato a farle il solletico.
La notte trascorre, e il giorno dopo...
《Hei Cal, ben svegliato!》
《Dormito bene?》
Dormito... se, certo.
《Sì, grazie. Voi?》
Chiacchiero con Jude e David, lungo il tragitto per la classe.
《Di solito ti svegli sempre, invece stanotte dalla tua camera non si sentiva niente...》
Soffoco una risatina, ma quel moscone di Jude se ne accorge.
《Che hai combinato, Stonewall?》
《Io? Niente. Ho solo dormito molto meglio del solito, tutto qui.》
《Non è che ci stai nascondendo qualcosa?》
《Tsé, sospettoso...》
Spero vivamente che non mi scoprano... Mark, Nathan e le ragazze sono già in classe, tranquillamente seduti sui banchi. Ovviamente c'è anche lei, con una pila di libri in mano.
《Ciao ragazzi!》
Saluta Jude. Tutti rispondono e mentre sono distratti faccio "Ciao" con la mano a Cammy, e lei ricambia sorridendo e voltandosi, leggermente arrossita.
《Cammy, ma che cos'è... quello?!》
Silvia indica esterrefatta il collo dell'amica, e tutti subito puntano in quella direzione: le femmine ammutolite, i maschi, tranne me, vocificano un "Woooooo!!" accompagnato da dei fischi emessi da Nathan.
《E quello chi te l'ha fatto, signorina?》
Chiede David.
《Qu-quello cosa?》
《Non far finta di niente, Cam Cam...》
《Ma dai Mark, proprio tu!! Chi vuoi che me l'abbia fatto...》
《Ho la sensazione che non sia stato Partinus... o sbaglio?》
Domanda Nathan in tono malizioso, mentre Cammy arrossisce di botto.
《Non sono affari che ti riguardano!!》
《Cammy, Cammy, che furbacchiona...》
Aggiunge David.
《Saranno cazzi suoi, scusa!》
Esclamo; forse non avrei dovuto farlo...
Appunto, non dovevi farlo, idiota...
《Com'è che ora la difendi?》
Chiede Nelly. Poi Nathan e David si sgomitano e cercano di soffocare delle risatine nascondendosi le bocche con le mani.
《Che avete voi due?》
Chiede sospettoso il mosquino.
《No, è che... Caleb ha un...》
Nathan mi indica il collo e, quando tutti si girano verso di me, sia lui che David scoppiano a ridere. Cazzo, ho un succhiotto bello rosso sul collo, sotto la nuca... Porca...
《Ora capisco perché non si sentivano rumori dalla tua camera, Stonewall...》
Afferma Jude, stranamente divertito. Cammy arrossisce e abbassa la testa, mentre le ragazze la guardano senza parlare. I ragazzi con me, invece, sono l'opposto e mi stanno riempiendo di complimenti (in disparte, ovviamente). Ho la sensazione che Cammy non se la stia passando molto bene...
Cammy pov's
Che imbarazzo, le mie amiche sanno tutto... Adesso staranno pensando male di me! Vorrei sprofondare sedutastante...
《Quindi tu e Caleb... state... insieme?》
Domanda Silvia con un fil di voce.
《Beh, ecco... noi... sì...》
La reazione che hanno mi sorprende incredibilmente: mi abbracciano e iniziano a farmi complimenti su complimenti. Poi, però, Celia si fa seria.
《E adesso chi lo dice a Edgar?》
Sospiro.
《Glielo dirò io. Oggi stesso.》
Le lezioni cominciano, e tutti dobbiamo starcene seduti ai nostri posti. Durante la lezione, Caleb e io ci guardiamo spesso, anche se lui mantiene la sua finta arroganza, probabilmente per non destar sospetti. Suona la campanella dell'intervallo. Decido di andare immediatamente da Edgar, tanto sta nella classe accanto. Lo incontro intento a sistemare i libri in una pila ordinata: in classe c'è solo lui.
《Ciao Cammy!》
Mi saluta sorridendo. E adesso chi glielo dice?
No no no Cammy! Non ti puoi fermare ora, vai!!
Ma Edgar è un così bravo ragazzo... non si merita ciò che sto per dirgli...
Ti ha mai fatto provare le stesse sensazioni che hai sperimentato ieri con Caleb? No!
In effetti è vero...
《Edgar, devo dirti una cosa...》
《Ma certo, fa' pure.》
Nella stanza fa irruzione il mio gruppetto di amici, tra cui c'è anche Caleb; mi sta fissando quasi sbalordito.
《Edgar, ieri sera io...》
"Ti ho tradito con Stonewall", non è difficile da dire...
《Ecco... io...》
Mi squadra da capo a piedi con due occhi da falco.
《Mi stai nascondendo qualcosa?》
《I-Io? M-Macché!》
Giochicchio con i capelli e me li sistemo sulle spalle, cercando di nascondere il succhiotto. Prima che possa farlo, però, Edgar mi ha già preso il polso e ora il mio collo è perfettamente esposto ai suoi occhi.
《Cosa vuol dire quello?!》
Ecco, lo sapevo.
《Io... io ti ho tradito...》
Mi molla e mi spinge, inorridito.
《Tu mi hai tradito?! PROPRIO TU, CAMELIA TRAVIS, HAI TRADITO ME?! E con chi?!?!》
Se lo dicessi si picchierebbero. E io non voglio che ciò avvenga. Caleb si avvicina a me e pronuncia due sole parole, che bastano a scatenare l'inferno.
《Con me.》
Edgar diventa rosso di rabbia e si scaglia contro di me per tirarmi uno schiaffo, ma Caleb lo blocca prontamente.
《Se devi prendertela con qualcuno, fallo con me. Ma non azzardarti a toccare lei, hai capito?!》
Resto dietro a Caleb, gli metto le mani sulle spalle e mi stringo a lui: e adesso?
《Ragazzi... scappiamo!!》
Grida Nathan allarmato. Guardo Edgar: ha impugnato un cacciavite, non so da dove l'abbia tirato fuori. I ragazzi scappano e io mi affretto a fare lo stesso, prendendo per mano Caleb. Corriamo fuori, mentre Edgar ci insegue come un pazzo; i ragazzi hanno guadagnato terreno, almeno si salveranno. Ma Caleb? Sono così impegnata a correre che non mi accorgo che sono stata trascinata in uno sgabuzzino. Ho il fiatone, ma cerco di trattenermi; non posso farmi scoprire da Edgar per colpa dei miei polmoni. Sento di essere stretta a qualcuno, accoccolata su un petto. Alzo lo sguardo e incrocio i suoi occhi grigio-verdi. Mi poggia una mano sulla bocca:
《Non. Dire. Una. Parola.》
Annuisco, poi mi stringo ancora di più tra le sue braccia forti.
《Dovrebbe essersene andato. Non temere, ci sono io qui con te...》
Il panico mi fa sua preda.
《No Caleb, se ti prende quello ti ammazza!! Cazzo Caleb sto morendo di paura!!!》
Lo abbraccio e inizio a singhiozzare, ma lui mi tappa di nuovo la bocca.
《Shhh, ci farai scoprire!》
Emetto suoni di tono sempre più basso, e Caleb sostituisce la sua mano con la bocca. Ci stacchiamo dopo un po' per mancanza di ossigeno.
《Scappiamo?》
《C... Cosa?!》
《Io e te, ora, fuori di qui. Ti va?》
《Ma ci... sospenderanno...》
Ridacchia.
《Il tempo che staremo a casa lo useremmo molto meglio che venire a scuola...》
Mi guarda maliziosamente; rido e gli tiro uno schiaffetto sulla guancia.
《Brutto stupido...》
E poi ricomincio a baciarlo. Poi mi prende per mano e mi porta fuori dallo sgabuzzino.
《Le lezioni sono già ricominciate, non c'è nessuno in giro.》
Lo seguo. Non me ne importa se ci sospendreranno; non ho il coraggio di tornare in classe con quel pazzo di Edgar. Usciamo dall'edificio indisturbati e ce ne andiamo tranquilli verso il centro.
《Non me l'aspettavo, da te.》
Afferma Caleb.
《Una ragazza così perbene come te che rischia la sospensione. Devi amarmi proprio tanto per arrivare a certi limiti.》
Ride, ed io insieme a lui.
《Vedrai che il tempo lo usiamo molto meglio, ora...》
Arrivati davanti ad un enorme grattacielo, mi prende per mano e mi conduce su per una grande rampa di scale. Saliamo fino all'ultimo piano, fino a casa sua. Dopo avermi aperto la porta, se la chiude alle spalle, a chiave.
《Dimmi se non si sta meglio qui che a scuola!》
《Già... ma cosa intendevi con "usare meglio il tempo"?》
Mi guarda malizioso.
《Naah. Dai. Caleb, non avai mica intenzione di...?》
《Oh, eccome se ne ho intenzione...》
《Sei proprio in preda agli ormoni, eh?》
《La smetti con questa storia degli ormoni? E poi ringraziami, che ho risvegliato i tuoi.》
Aggiunge ridendo. Poi si avvicina a me e mi butta sul divano, iniziando a baciarmi. Si rialza quasi subito.
《Aspetta... vieni di qua.》
Mi prende per mano e mi trascina lungo il corridoio della zona notte, per poi entrare in una camera da letto. Presumo sia la sua. Chiude la porta a chiave e si avvinghia su di me, sfilandomi la giacca e la maglietta: mi viene la pelle d'oca, ma non ci faccio troppo caso. Gli tolgo anch'io la maglia e lui mi butta sul letto.
《Spero tu non voglia andare oltre, Cal...》
Dico arrossendo.
《Sai che sei proprio sexy quando arrossisci in intimo? E comunque no, non ho intenzione di farti del male a mio vantaggio.》
《Quindi niente esse o?》
《Niente esse o, neanche morto.》
《Meglio così...》
Ricominciamo a baciarci e a lasciarci succhiotti dappertutto; peccato che sia caldo, perché avremo bisogno di una sciarpa, domani...
《Perdona le mie mani gelide, piccola.》
Dice mentre mi accarezza il collo. È vero: con Edgar non sarei mai arrivata a questo punto, anche perché sono convinta che Caleb sia molto più bello di lui... Ah, a proposito...
《Che hai detto prima, sul fatto che arrossisco?》
Ride e risponde mentre è intento a succhiarmi una spalla.
《Che sei maledettamente sexy in intimo? Beh, è vero.》
Arrossisco ancora di più, così tanto che le labbra di Caleb, che percepivo bollenti, diventano fredde.
《Cara la mia piccola... ti vergogni?》
《N... Non penso...》
《Non devi vergognarti: qua ci siamo solo io e te.》
《No, ma... mi vergogno... di me...》
《Ah, ma dai, te l'ho già detto che sei una bomba, in intimo o no!》
《Ma ce l'hai su con l'intimo, tu?》
Chiedo ridendo.
《Mostra i lati migliori delle ragazze...》
Mi giro, gli tiro uno schiaffetto ridendo e lo bacio. Questo ragazzo è proprio fantastico; anche se a causa sua rischio di essere sospesa...
《Guarda tu, invece di stare piegati su dei noiosi libri di storia... eh?》
《Sì... ma forse abbiamo esagerato a scappare.》
《Fidati, non hanno mai sospeso nessuno. Là dentro non ci sorvegliano.》
《Devo fidarmi?》
Si avvicina a me e mi annusa il collo, facendomi venire i brividi.
《Ma certo, piccola...》
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One shots ~ Inazuma Eleven
FanfictionEcco una raccolta di One Shots; alcune le scriverò io, traendole anche dalle altre mie storie, altre me le consiglierete voi. Buona lettura! 01-04-2018 #107 in storie brevi 02-04-2018 #85 in storie brevi