Prologo

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(19 ANNI PRIMA)

Era una sera fredda e c'era vento. La pace che nei mesi precedenti aveva invaso quel piccolo villaggio era ormai scomparsa, lasciando posto alle raffiche gelate che si abbattevano su ogni cosa.

Con assoluta decisione cominciai a salire i gradini di legno che conducevano a quella che un tempo doveva essere una graziosa casetta fatta del medesimo materiale. Ora, invece, era vecchia e prossima alla rovina. I miei stivali producevano un sordo tonfo ad ogni passo. Giunsi davanti alla porta di ingresso e bussai. Poco dopo la porta si aprì e comparve sulla soglia una donna di mezz'età, con il viso segnato dalle rughe, e dai blu occhi saggi, gli occhi di chi sa tanto e ha visto molte cose. Conoscevo molto bene Alexis, perché era la Chiaroveggente di corte e lavorava per me da diversi anni ormai. Aveva i capelli bruni, lunghi sino alla vita, gli zigomi alti, la fronte ampia e gli occhi grandi, il colore del lago più profondo era quasi interamente nascosto dalla nera pupilla dilatata, aveva un fisico snello ed era alta. Indossava abiti neri con lunghe balze alle maniche ed era sempre agghindata di pendenti di madre perla e bracciali di corallo che nessuno sapeva da dove provenissero, dato che gli abitanti del Regno erano venuti a conoscenza dell'esistenza del mare solo grazie a degli antichi scritti. Lì, infatti, la terra era tutta montagna e foreste.

La donna fece un breve cenno del capo abbozzando un fugace sorriso, invitandomi così ad entrare. Subito un intenso profumo di erbe mi travolse. Sedendomi su un comodo divanetto di velluto color del sangue, notai che sul tavolo di legno di quercia davanti a me era accoccolato un enorme gatto tigrato, in vero più simile ad una lince, che mi osservava silenzioso dietro due paia di occhi dorati.

Alexis si sedette dall'altra parte del tavolino, e, prendendo in grembo il grosso gatto, cominciò a parlare "Vi starete certamente chiedendo il motivo per il quale vi ho fatto chiamare senza alcun preavviso, mio Re" La sua voce è cristallina, come la leggera brezza mattutina. "Ebbene, ho avuto diverse visioni in queste ultime settimane. La figlia che sta per darvi vostra moglie la Regina, sarà la fanciulla dal sangue più puro, tuttavia mi addolora dirvi che la sua vita sarà in eterno pericolo a causa di questo. Creature crudeli cercheranno di impossessarsi di lei, mio Re, dovrete essere prudente." Il mio cuore perse un battito. Temevo che fossero visioni legate alla mia futura figlia. "Siete sicura di ciò che affermate, Alexis?" "Si" Rispose lei, guardandomi dritto negli occhi. "Potreste esservi sbagliata." Ribattei nella flebile luce della stanza. "No Sire, io non sbaglio mai, ve ne ho dato prova in diverse occasioni." Ed era vero, le visioni di Alexis non si erano rivelate sbagliate una sola volta da quando gli prestava servigio. "In merito a tutto questo, mia figlia sarà protetta dai migliori guerrieri e riceverà un addestramento, i confini saranno pattugliati e rafforzati, e, se la cosa non accadrà spontaneamente, le verrà comunque assegnato il migliore dei Guardiani, in questo modo nulla potrà accaderle." Detto ciò mi alzai dal rosso sangue del divanetto e cominciai a camminare verso la porta, senza attendere Alexis. Sulla soglia, vidi che la donna non mi ebbe seguito, mi fermai, e senza voltarmi aggiunsi "Grazie dei tuoi servigi Chiaroveggente, ne terrò conto e sarai ampiamente ricompensata." Detto ciò, uscii dalla casetta trasandata e imboccai lentamente il viale che conduce al punto dove avevo in precedenza legato il mio nero destriero. Camminai osservando gli alberi alti come montagne che sovrastavano il villaggio quando con la coda dell'occhio vidi Alexis correre con rapide ed eleganti falcate dalla mia parte. Fermandomi pensai che il suo felino doveva muoversi allo stesso modo. Quando la donna mi raggiunse, senza il minimo fiatone e calma come sempre, di slancio mi chiese "Posso proferire una richiesta al mio Re?" Accigliato risposi "E di cosa si tratta?" "Il nome della bambina, vorrei conoscere il nome della bambina." Ci pensai un istante, e poi decisi mio malgrado di accontentarla: "Si chiamerà Eyra". In seguito Alexis mi ringraziò seria, ma, girandosi per tornare sui suoi passi, giurai di scorgerle un sorriso sulle labbra rosate.












EyraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora