Capitolo 2- Paure

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Il mattino seguente Eyra si svegliò poco prima dell'alba e, dopo essersi cambiata in abiti comodi, uscì dal Palazzo per andare a sostenere il suo primo allenamento mattutino, che si sarebbe tenuto in un'area vicino ai grandi e lussuosi giardini reali. Lei e Deonne si erano dati appuntamento prima del solito quella mattina, perchè più tardi lui sarebbe dovuto andare a comprare lacci di cuoio e pelli di pecora per migliorare la sella della sua cavalcatura.

L'allenamento fu estenuante come sempre. Eyra aveva la perenne sensazione di non essere mai abbastanza brava. Era una situazione sempre in bilico la sua: veniva addestrata come se fosse una Guerriera, ma in realtà era solo un' umana un po' più veloce e sveglia delle altre; questo la rendeva un ibrido, un'esclusa. Non avrebbe mai potuto allenarsi con ragazzi umani della sua età, sarebbe stata sempre nettamente più forte e non avrebbe ricevuto l'allenamento adeguato perchè, quel che ai suoi compagni sarebbe risultato difficile, per lei sarebbe stato facile. Al contrario, allenarsi con i Guerrieri era stremante, la minima cosa le sembrava impossibile, il tutto condito con la consapevolezza che lei non sarebbe mai arrivata ad essere al loro livello. Senza contare il fatto che quelli come Deonne, potevano vivere anche settecento anni, mentre Eyra ne aveva poco più di ottanta a disposizione...i Guerrieri avevano quindi molto più tempo per sviluppare le proprie potenzialità. Una volta terminato l'allenamento, ancora sporchi di terriccio e sudati, attraversarono a piedi la cittadella diretti verso il suggestivo banco del conciatore di pelli, nonché vecchio amico di Deonne.

Chiamarlo "banco" era un eufemismo constatò la ragazza non appena si rese conto che questo vero e proprio edifico era più grande della taverna che vi stava di fianco, dalla quale provenivano grida, che a loro volta uscivano dalla bocca di un uomo decisamente troppo ubriaco perchè fosse solo mezzogiorno. Quando vi passarono davanti, Eyra fece un ghigno di disgusto: la ragazza era da sempre astemia.

L'insegna del conciatore di pelli era in legno, appesa alla porta con i caratteri incisi e facilmente leggibili anche da lontano. Non appena il suo Guardiano bussò, la porta si scostò e i due giovani vennero fatti entrare con un leggero cigolare di protesta, da un vecchio curvo e barbuto. Quando la porta si chiuse dietro Eyra, le sue orecchie parvero ringraziarla. Finalmente ora non sentiva più le grida dell'ubriacone, che in seguito era uscito dalla taverna con un bicchiere di vino in mano, facendo sfoggio di una lurida pancia grassa e sudaticcia, ricoperta da neri peli. Pareva un incrocio tra orso e maiale. Disgustoso, pensò Eyra. Ma d'altronde, non erano forse sporchi ed impolverati anche loro?

L'interno della bottega di Guern (così si chiamava il conciatore), era in penombra, illuminata solo da alcune candele, perchè i raggi del sole non riuscivano bene a filtrare tra i vetri sporchi. L'odore di cuoio e pelli erano gli unici due che c'erano e che soffocavano come edera gli altri. Eyra amava l'odore del cuoio così come piaceva a Deonne. "Amico mio! come stai? Come posso aiutarti?" Esclamò Guern con aria entusiasta da dietro il suo anonimo bancone in legno di quercia. "Guern" Disse il mio Guardiano con un sorriso, come se stesse ricordando vecchi momenti felici passati insieme all'amico. "Non mi lamento, e tu come stai vecchia roccia?" Domandò. "Ah, il solito direi, cerco di godermi la vecchiaia, anche se le passate ferite di guerra ultimamente mi stanno facendo vedere le stelle!" Tutti e due risero allegramente. Era strano vedere Deonne di quell'umore, pensò la ragazza. Il suo Guardiano solitamente non serbava sorrisi, ne tanto meno risate, a nessuno fuori che a lei. Era contenta che avesse ritrovato un vecchio amico, ma in quel momento ad Eyra parve proprio di essere un grosso terzo incomodo. Quei due non la stavano calcolando...era strano per la ragazza, che era di norma tirata in ballo in tutte le occasioni possibili, essere momentaneamente messa da parte. Era quasi rassicurante a dirla tutta...sì, quest'indifferenza nei suoi confronti parve decisamente rassicurante. La faceva sentire "normale".

Deonne e Guern parlarono a lungo e di molte cose diverse di cui Eyra non ascoltò quasi nulla, troppo impegnata a godersi quel profumo così penetrante e lo scricchiolare irrequieto del vecchio legno di cui era fatta la bottega.

EyraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora