Capitolo quattro

143 5 5
                                    

Camila/You - Saving You - capitolo quattro

Camminai lentamente verso di lei, cercando di far meno rumore possibile e, sorprendentemente, mi trovai ad ammirarla dormire. Sembrava che il suo corpo non fosse in una posizione così tanto confortevole, ma la sua faccia mostrava uno stato di pace. Mi inginocchiai davanti a lei, volendo avvicinarmi per guardare meglio la sua faccia. Mi ritrovai ad analizzare ogni suo lineamento, ogni suo particolare che la rendeva così unica. Per la prima volta da quando era arrivata al campo, smisi di lottare contro me stessa per non cercare di guardarla, voglio dire, per guardarla davvero, per ammirarla. Per la prima volta mi resi conto di quanto bella fosse. Ogni lineamento della sua faccia era mozzafiato: il modo in cui le sue sopracciglia fossero una linea perfetta, la lunghezza delle sue ciglia, le quali potevano aggiungere importanza al modo in cui mi rivolgeva uno sguardo, il modo in cui le sue labbra piene sembrassero così soffici e, per la prima volta dopo tanto tempo, osai pensare a come sarebbe stato baciare le labbra di qualcuno, o meglio, baciare le labbra di Camila.
Inconsciamente, mentre nella mia mente si formavano mille pensieri e parole, la mia mano si avvicinò alla sua guancia e lasciai che le mie dita ci scorressero sopra delicatamente, non applicando troppa forza così che il mio gesto le sarebbe passato inosservato. Da parte mia, però, era completamente diverso, quel contatto mandò brividi lungo la mia spina dorsale ed iniziai a sentire le mie dita intorpidite, come se una scarica di elettricità le stesse attraversando. I miei occhi stavano seguendo il viaggio che stava facendo la mia mano quando andai dalla sua guancia ai suoi occhi chiusi, per poi passare alle sue sopracciglia ed infine al suo mento. Il mio pollice si azzardò ad accarezzare le sue labbra dolcemente, scorrendo sul suo labbro inferiore mentre l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era di avvicinarmi e catturare esso tra le mie stesse labbra. Iniziai ad avvicinarmi, incapace di resistere oltre alla tentazione, incapace di continuare a stare lontano dalle sue labbra che mi attiravano come magneti. Lo volevo. La volevo così tanto che mi terrificava. Ma mi fermai quando i suoi occhi iniziarono a muoversi. Ebbi solo il tempo di alzarmi e sedermi sulla sedia di fronte a lei prima che aprisse gli occhi. Si guardò in torno, cercando d capire dove fosse, ed il suo sguardo cadde su di me.
"Sei tornata." Sussurrò, sospirando dal sollievo.
"Cosa ci stai facendo qui Camila?" Le domandai quando si mise a sedere per guardarmi meglio.
"Io... Volevo rimanere qui in caso tu tornassi a casa durante la notte." Spiegò, e a quel punto aggrottai le sopracciglia alla sua incredibilità.
"Avresti potuto dormire a casa tua e avresti potuto vedermi lo stesso il giorno dopo." Precisai e lei si accigliò alla verità nelle mie parole. "Perché hai dormito qui? Sul mio divano?" Le chiesi con più urgenza.
"Ero-Ero preoccupata okay? Ero preoccupata ed avevo bisogno di sentirmi più vicina a te." Ammise e non potei fare a meno di sentirmi contenta per un momento prima che bloccassi di nuovo tutte le mie emozioni.
"Ti ho detto di fregartene di me Camila." Le dissi sospirando mentre mi passai una mano tra i capelli.
"Ma lo faccio le stesso okay?! Non posso farci niente Y/N! Mi importa di te!" Esclamò, lasciando che la frustrazione prendesse il sopravvento su di lei.
"Non dovresti. Finirai solo con il rimanere ferita..." Dissi, tenendo il mio sguardo verso il pavimento per non incontrare il suo. Sapevo che se avessi incontrato i suoi occhi i miei muri sarebbero crollati ed avrei fatto ciò che mi ero ripromessa di non fare.
"Perché? Perché dovrebbe ferirmi?" Mi chiese.
"Perché Camila, non sono capace di preoccuparmi per te, non sono capace di sentire qualcosa per qualcuno." Spiegai lentamente. Non c'era traccia di rabbia o cosa nella mia voce, anche se sentivo la necessità di essere meschina così che mi sarebbe stata lontana.
"Io non lo capisco. Solo, non lo capisco cazzo." Sussurrò inginocchiandosi davanti a me e mettendo le mani sulle mie ginocchia. "Perché non puoi solo lasciarmi entrare?" Mi chiese dolcemente e fu lì che scattai.
"Perché non c'è nulla dentro Camila!" Urlai mentre le mie mani si posarono sulle sue spalle, scuotendole ad ogni parola che uscì dalla mia bocca. "Sono vuota! Io non sono niente! Almeno, non più." Sputai di nuovo mentre le lacrime mi riempivano gli occhi.
"Non puoi dire questo." Mi sussurrò lei, neanche per un secondo con paura, ma con qualcos'altro nei suoi occhi che non seppi definire.
"Sì, posso Camz! Dentro sono morta da tanto ormai. Non sono niente. Sono solo l'ombra della ragazza che ero prima che tutto questo accadesse, sono solo una carcassa Camila, e lo sono da molto tempo." Dissi mentre alcune lacrime uscirono dai miei occhi e non provai neanche a fermarle, non potevo, non avevo la forza per farlo. Era la prima volta che mi lasciai piangere così di fronte a qualcuno. Stavo lasciando che lei vedesse la mia parte vulnerabile e mi odiai per quello.
"Allora cos'è questo?!" Urlò portando le sue mani sul mio petto, schiacciandolo leggermente per sentire il mio cuore. "Sono più che sicura che questo sia un battito cardiaco. Non sei morta dentro. Il tuo cuore batte ancora! Sei ancora viva! La ragazza che eri prima dell'epidemia è ancora qui da qualche parte!" Urlò mentre le sue stesse lacrime le scorrevano sulle guance.
"No, non c'è più! Il mio cuore batte, ma è spezzato! È in rovina. Sono peggio di quegli ambulanti che vedi lì fuori! Posso respirare, posso pensare, ma non posso sentire niente!" Dissi, cadendo sulle mie ginocchia davanti a lei.
"Stai zitta!" Mi urlò. "Solo, stai zitta cazzo!".
L'unica cosa che sentì dopo furono le sue braccia intorno al mio collo ed il suo corpo stretto al mio saldamente. Lottai contro il suo abbraccio, cercai di spingerla via, di allontanarmi, ma lei mi strinse ancora più forte, impedendomi così di lasciarla. "Lasciami... Lasciami esserci per te...per favore." Mi sussurrò nell'orecchio mentre mi accarezzò i capelli dolcemente.
"Non puoi Camila. Non ne valgo la pena." Le risposi.
"Lo sei Y/N... Non riesci a vedere quanto tu sia magnifica." Continuò a sussurrarmi.
"Come puoi dirlo? Sono stata niente di meno che terribile con te." Dissi.
"Quella è solo una farsa per me. Agisci come se non te ne importasse nulla e forse fai del tuo meglio per fregartene, ma nel profondo so che lo fai... So che ti importa di me, di Sofi, di ognuno di noi. Ma cerchi di fregartene perché sei spaventata, spaventata di perdere tutti, o sbaglio?" Sussurrò lentamente Camila e non riuscì a dire nulla. Era tutto vero. Non potei fare nulla se non lasciare che le mia braccia avvolgessero la sua vita, finalmente rispondendo al suo abbraccio. "Sei così spaventata di perdere qualcosa che ami che ti rifiuti di amare. Ma notizia flash piccola, al cuore non si può comandare. Non puoi scegliere se amare qualcuno o no." Disse nella maniera più amorevole che avessi mai sentito. 
"Vorrei poterlo fare." Sussurrai, finalmente ammettendo quello che non avrei mai pensato di ammettere.
"Senti... Non so cosa ti sia successo in passato, ma non puoi lasciare che quello definisca il tuo futuro."
"Di quale futuro stiamo parlando Camz huh? Un futuro dove tutti noi corriamo per la nostra vita, spaventati di poter essere attaccati ad ogni angolo." Spiegai lasciando uscire una risata triste.
"Devi avere speranza."
"Non posso Camila." Le dissi in tutta sincerità. Lei si allontanò lentamente e prese il mio viso tra le sue mani, avvicinando i nostri volti.
"Posso avere speranza per entrambe." Sussurrò lei con un piccolo sorriso.
"Come può importarti ancora di me? Dopo tutto quello che ti ho detto? Dopo come ho trattato Sofi?" Le chiesi incredula.
"Non posso domare i sentimenti che provo per te." Disse e il mio cuore perde un battito a quelle parole.
"Tu-"
"Non dirmi che non posso avere questi sentimenti perché sinceramente non posso fermarli, quindi..." Disse ed io sospirai per la sconfitta. "Lasciami amarti." Aggiunse ed i miei occhi si posarono involontariamente sulle sue labbra. Volevo baciarla, avevo bisogno di baciarla. E, apparentemente, lo voleva anche lei dato che si leccò lentamente le labbra. Stavo per avvicinarmi, ma venni interrotta dalla porta che si spalancò. Lasciai Camila il più velocemente possibile quando vidi Lauren. Tentai il mio meglio per asciugarmi le lacrime dalle guance mentre mi alzai.
"Beh, hai pugnalato al cuore la più piccola ed ora cerchi di scoparti la più grande?!" Esclamò avvicinandosi pericolosamente a me.
"Lauren calmati." Disse Camila alzandosi e camminando verso di lei.
"Stai zitta!" Urlò a Camila. "Mentre tu sei tutta comoda con lei, tua sorella non si trova da nessuna parte." Scattò con disdegno.
"Cosa?" Gli occhi di Camila si riempirono di paura mentre fissava Lauren.
"La ragazza che stavi per baciare è stata una stronza con lei prima e lei è corsa via. Nessuno riesce a trovarla." Spiegò e non potei fare a meno di rimettere la mia espressione priva di emozioni. Ero preoccupata per Sofi, ma non potevo farlo vedere di nuovo. Non aveva alcun senso, ma finalmente realizzai che quello che era appena successo con Camila non sarebbe dovuto risuccedere. Mai più.
Entrambe si girarono verso di me.
"Fai qualcosa cazzo! È tutta colpa tua!" Mi urlò Lauren addosso.
"Non lo è." Dissi, facendo così ingrandire i loro occhi. "Non le ho chiesto io di correre via."
"Sei stata una stronza! Ha 4 anni che cosa ti aspettavi?!" Gridò Lauren.
"Dovrei sentirmi male perché si è seccata?" Domandai, sedendomi lentamente sul divano.
"Y/N non farlo. Per favore. Ho bisogno di te ora." Pregò Camila avvicinandosi a me.
"Okay, adesso ascoltami. Se pensi che quello che sia appena successo tra noi cambi qualcosa sbagli. Sono ancora la stronza senza cuore." Le dissi in maniera calma.
"No, non puoi farmi questo ora! Ti importa! L'hai ammesso cinque cazzo di minuti fa!" Urlò.
"Beh, notizia flash piccola... Posso mentire a volte." Sparai e questa volta i suoi occhi si riempirono di rabbia.
"Non puoi dire questo. Non puoi cambiare così velocemente." Disse quasi sussurrando.
"Esatto. In realtà, non posso cambiare affatto. Sono stata una stronza menefreghista per molto tempo e niente potrà cambiarmi, né tu, né tua sorella, niente!" Scattai e potei vedere il dolore nei suoi occhi.
"Il cancello di nord è aperto!" Sentì qualcuno urlare dall'esterno e finalmente mi alzai dal divano, passando in parte alle ragazze per andare fuori, solo per poi ritrovarmi davanti ai nostri soldati che correvano verso il cancello nord. Afferrai le mie pistole e cominciai a correre a mia volta, seguita dalle due ragazze con cui stavo discutendo precedentemente. Riuscì a raggiungere il cancello, solo per vedere che lo stavano chiudendo.
"Hey! Hai visto qualcuno andare fuori?" Domandò Lauren alla guardia.
"Ero troppo occupato a tenere a bada gli ambulanti." Rispose.
"Sto andando fuori! Aprite i cancelli!" Urlò Camila correndo verso le porte. Le corsi dietro e avvolsi le braccia intorno alla sua vita per fermarla.
"Tu non vai da nessuna parte!" Le urlai nell'orecchio.
"Ovviamente qualcuno deve farlo, e tu di certo non ti stai offrendo!" Gridò lei cercando di liberarsi dalla mia presa. "Non mi sorprendo dato che non avresti voluto neanche salvarla in città!" Urlò.
"Di cosa stai parlando?" Sentimmo una voce maschile da dietro di noi. Camila smise di lottare quando vedemmo Stefan.
"Sto parlando del fatto che lei avrebbe voluto lasciare a morire mia sorella in quella città." Scattò furiosamente e la lascia uscire dalla mia presa.
"No, non l'avrebbe fatto." Disse Stefan aggrottando le sopracciglia in confusione.
"Taci Stefan." Ringhiai e Camila mi guardò curiosamente.
"È stata lei quella che ha voluto salvare tua sorella. Semmai, ero io quello a pensare che Sofi fosse una causa persa." Ammise Stefan ed io distolsi lo sguardo, sapendo perfettamente che Camila mi avrebbe guardato in un modo che non sarei stata in grado di gestire.
"Avevi detto-" Cominciò, ma io la interruppi.
"Apri i cancelli." Dissi alla guardia, tentando di andarmene da Camila. Lo vidi guardarmi come se fossi pazza. "Apri solo questi cazzo di cancelli." Ripetei furiosamente e lui lo fece. Corsi fuori ed iniziai a cercare Sofi, sperando nel profondo che stesse bene.
---
Quando uscii, gli ambulanti non furono numerosi come mi aspettai. Dovetti spaccare qualche testa con la mazza che avevo preso prima di uscire, dato che non volevo sparare con le mie pistole. Cercai di capire dove Sofi fosse andata ma era impossibile trovarla. Mentre continuai a camminare, tremai alla vista di un ambulante, piegato come se fosse nel bel mezzo di un pasto. Il mio respiro accelerò quanto immaginai che fosse Sofi ciò che stava divorando. Camminai il più velocemente possibile verso la scena e gli frantumai la testa, brutalmente, furiosamente, colpendola ancora e ancora, lasciando la mia rabbia uscire a pieno sfogo. Mi fermai quando riuscì a calmarmi e mi voltai per vedere cosa stesse mangiando. Tirai un sospiro di sollievo quando realizzai che non fosse Sofi ma un cazzo di animale. Ripresi a camminare subito, realizzando che Sofi era ancora lì fuori da qualche parte. Mi fermai quanto sentii quelli che sembravano singhiozzi. Corsi verso il suono e mi trovai Sofi in piedi nel mezzo del nulla, senza nessun ambulante in vista.
"Sofi." La chiamai, facendola voltare in maniera spaventata. "Stai tranquilla. Sono solo io." Le dissi.
"Vattene! Non ti voglio qui!" Urlò.
"Shhh! Mantieni la voce bassa:" Le ordinai, non volendo che attirasse qualche ambulante.
"Lasciami sola. Per favore." Mi pregò.
"Okay. Ti lascerò da sola, ma ora ho bisogno di riportarti in città. Non è un posto per te qui fuori." Dissi, camminando verso di lei.
"Perché pensi che la città sia più sicura?! Mi stai uccidendo con il modo in cui mi tratti! Mi fai sentire come se fossi la cattiva quando non ho fatto altro se non cercare di essere gentile con te!" Scattò lei ed io rimasi senza parole per il modo in cui mi aveva appena parlato.
"Non pensare a me! Pensa a Camila, Lauren, Dinah, Ally e agli altri! Sono preoccupati da matti per te." Le spiegai.
"Non andrò da nessuna parte finché non mi dirai perché mi odi così tanto!" Urlò ed io tremai alla vista di un gruppo di ambulanti camminare verso di noi da dietro di lei.
"Sofi dobbiamo andarcene. Ora." Dissi, preoccupata per il numero di ambulanti. Non era possibile abbatterli da sola.
"Prima dimmi!" Urlò di nuovo ed io sospirai sconfitta.
"Mi ricordi la mia sorellina." Ammisi, e vidi i suoi occhi addolcirsi improvvisamente. "È morta per colpa mia. Ed ogni volta che ti guardo, ripenso a lei. È per questo che ti odio." Le spiegai. "Ora per favore, parleremo di questo quando saremo al sicuro okay?" Chiesi e lei finalmente annuì. La presi e cominciai a correre via dalla massa di ambulanti il più veloce possibile. Finalmente raggiunsi i cancelli ed urlai.
"Aprite i cancelli! Ora!" Urlai di nuovo e nel giro di un minuto le porte della città si aprirono, lasciandomi entrare. Le passai e posai a terra Sofi prima di urlare alla guardia un'altra volta.
"C'è un branco di ambulanti che sta venendo da questa parte, siate pronti ad abbatterli!" Ordinai e lui annuì, comandando ad alte persone di unirsi a lui sul fronte, pistole puntate sugli alberi mentre aspettavano l'arrivo degli ambulanti. Mi voltai solo per vedere Sofi venire abbracciata da tutta la sua famiglia. Cercai di contenere la mia ira ma di praticamente impossibile.
"Tu!" Urlai puntando verso Sofi.
"Cosa pensavi di fare la fuori idiota?!" Gridai.
"Non-" Iniziò Lauren, ma io la interruppi.
"Stai zitta!" Le urlai prima di riportare la mia attenzione a Sofi. "Quello che hai fatto la fuori é stato imprudente è completamente stupido! Sono stata cattiva con te? Sì. Passa avanti! Sono cattiva con tutti in questo mondo! Questo non ti da il diritto di uscire dai cancelli." Le urlai mentre le guardie iniziavano a sparare.
"Basta." Interruppe di nuovo Lauren.
"Ti ho detto di stare zitta! Non l'hai capito?!" Ringhiai ancora prima di ritornare a Sofi. "La prossima volta che lo farai credimi che ti sparerò in testa io stessa! Spero certamente che tu non lo faccia dato che ho già abbastanza cose sulle coscienza." Scattai un'altra volta prima di girarmi, sapendo che avrei avuto bisogno di allontanarmi dalla scena per calmarmi.
"Qual'era il suo nome?" Sentì chiedere attraverso le lacrime dalla bambina, facendomi così volgare nuovamente verso la folla.
"Cosa?"
"Il nome di tua sorella. Qual'era?" Mi domandò.
"Non ho mai avuto una sorella. Era solo una bugia per riportarti qui." Mentì, ed il mondo sembrò fermarsi per lei quando mi guardò con così tanto dolore negli occhi che non potei nemmeno sostenere il suo sguardo. Mi rigirai velocemente e camminai verso casa mia, avendo un disperato bisogno di una doccia fredda ed una cazzo di dormita.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 24, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Saving You - traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora