Camila/You - Saving You - capitolo due
A/N: per quelli di voi che se lo stessero chiedendo, Sofi ha 4 anni in questa storia. Giusto per farvelo sapere.Your point of view.
Il resto del viaggio in macchina ricadde nel silenzio e stavo mentalmente pregando il Signore che arrivassimo il più presto possibile al campo. Per la prima volta dopo tanto tempo, sentì come se Dio avesse ascoltato le mie preghiere quando vidi i muri della nostra città non tanto lontano dalla nostra posizione attuale. Osai guardare le persone intorno a me. I miei occhi caddero istantaneamente su Camila e dovetti ammettere che la scena che vidi davanti a me addolcì il mio cuore. Sofi si era addormentata, la sua testa appoggiata sul petto di Camila mentre la più grande la teneva stretta. Dinah aveva la testa sulla spalla di Camila ed Ally aveva la sua sulle gambe di Dinah. Sembravano tutte così pacifiche, come se stessero finalmente avendo le prime ore di sonno dopo giorni. I miei occhi caddero su Lauren e notai che non fosse addormentata dato che era troppo impegnata a fissarmi.
"Dovresti dormire." Affermai, riportando i miei occhi al cielo per l'ennesima volta.
"Perché, ti importa se io dorma o no?" Scattò lei amaramente, facendomi abbassare lo sguardo per incontrare il suo.
"Veramente mi interessa solo il fatto che tu non possa combattere e difendere la città se non sei riposata abbastanza." Risposi con noncuranza, non volendo farle sapere che fossi capace di provare qualsiasi tipo di emozione.
"È solo questo quello che ti importa vero? Sopravvivere? Lottare?" Mi chiese in un tono più shoccato ed incredulo.
"Nient'altro dovrebbe importare. Questo è quello che ci è rimasto." Dichiarai reggendo il suo sguardo per farle sapere che non fossi intimidita da tutta la fierezza che vedevo nei suoi occhi.
"E cosa ne dici della tua umanità huh?" Chiese e potei vederla fumare.
"Sei un'idiota se pensi che possiamo ancora definirci umani." Dissi con un leggero sospiro, ma i suoi occhi si spalancarono.
"Sei tu l'idiota. Se noi non siamo umani che cosa siamo allora?!" Quasi urlò la domanda.
"Non riesci a vederlo Lauren? Siamo solo prede, bersagli, cacciati da persone non morte mentre aspettiamo di essere spazzati via dalle mappe. Questo è quello che siamo. Sopravvivere è tutto quello che abbiamo." Scattai e la potei vedere tentare di ricacciare indietro le lacrime quando quelle parole uscirono dalla mia bocca.
"Tu non hai più speranze..." Sussurrò, come se lo stesse dicendo più a se stessa che a me.
"E per cosa dovrei sperare? Per un mondo migliore? Forza occhi belli, sappiamo entrambe che questo è il massimo che potremmo mai ottenere e che tutto questo andrà peggiorando sempre di più, giorno dopo giorno." Dichiarai puntando il mio dito sul mondo intorno a noi per dimostrare la mia opinione. Lei guardò in basso per un attimo prima di lasciare uscire una piccola risata dalle sue labbra e scuotere la testa.
"Cosa?" Chiesi, infastidita dal suo improvviso comportamento da pazza, e lei iniziò a ridere piano.
"Niente, ho solo... Ho solo realizzato che ucciderei per sapere cosa ti è successo. Ucciderei per scoprire cosa ti ha fatto diventare la stronza che sei ora." Mi spiegò, e un'ondata di tristezza e dolore mi percorse al ricordo del mio passato. Durò un solo secondo prima che ritornassi ad indossare la mia espressione apatica, ma quando vidi gli occhi di Lauren addolcirsi capì che lo aveva visto. Aveva visto il dolore nei miei occhi e aveva capito che mi fosse successo qualcosa, e che quel qualcosa era il motivo per cui fossi diventata la ragazza che ero. Uscimmo dalla nostra battaglia di sguardi quando udimmo la voce di Sofi.
"Non parlarle così..." Mormorò contro il petto di Camila. "Y/N mi ha salvata... È una brava persona... Anche se... Io non le piaccio..." Finì prima di rilasciare un leggero brusio facendoci capire che si fosse addormentata di nuovo. Rimasi solo a fissarla, le sue parole che si rimbombavano nella mia testa. Pensava che lei non mi piacesse. Era vero. Almeno, stavo tentando di far credere a tutti, inclusa me stessa, che fosse vero. Posai il mio sguardo su quello di Camila quando il furgone si fermò e quando vidi la compassione nei suoi occhi capì che stesse guardando dentro i miei, vedendo le stesse cose che aveva visto anche Lauren pochi minuti prima.
"Vuoi sapere cosa mi è successo?" Chiesi guardando Lauren quando mi alzai.
"Disperatamente." Mi rispose in un tono dolce che odiai poiché sapevo che lo stesse usando per cercare di addolcirmi.
"Ho visto il mondo per come è realmente, ho smesso di sognare. Questo è quello che è successo. Forse dovresti farlo anche tu." Scattai con rabbia.
"Dovrei smettere di sognare?" Mi chiese.
"No, dovresti aprire i tuoi fottuti occhi e realizzare che non c'è una via di uscita. Questa sarà la fine per la corsa dell'umanità." Scattai.
"Quindi perché stai ancora lottando? Perché non ti spari solo un proiettile in testa?" Chiese ed io la fissai per un attimo prima di scendere dal furgone.
"Perché lo devo a lei." Sussurrai a me stessa per poi camminare verso i cancelli della nostra amata città.
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Ero distesa sull'erba all'interno della città, fissando il cielo e le stelle, pensando a come la mia vita si fosse rovinata nel giro di pochi mesi. Ma quell'idea venne presto rimpiazzata da pensieri riguardarti la piccola famiglia che avevo salvato precedentemente quel giorno ed i miei occhi osarono guardare verso la strada solo per vedere Camila, Lauren e Sofi giocare spensieratamente con una palla da calcio. Sembravano cambiate, diverse da prima. Sembravano felici, sollevate dal fatto di aver finalmente avuto una chance di entrare in una vita quasi normale, per quanto normale potesse essere nel mondo in cui vivevano. Non potei evitare che la mia mente vagasse liberamente verso la mia sorellina, Melissa. Prima che succedesse tutta questa merda, anche io ero solita a giocare a calcio con lei. Sorrisi al ricordo di quando la lasciavo vincere ogni singola partita.
Uscì dalla mia trance quando qualcosa colpì la mia spalla violentemente. Guardai in basso e vidi la palla con la quale stavano giocando le ragazze. Mi alzai in piedi prendendo la palla mentre Sofi corse verso di me. Finalmente mi raggiunse, scusandosi per un numero esagerato di volte prima che le altre ci raggiungessero.
"Mi dispiace... Veramente, non l'abbiamo fatto apposta, lo giuro... Mi dispiace." Disse di nuovo.
"Stai solo attenta la prossima volta." Le risposi tendendole la palla. Mi ringrazio prima di girarsi e ricominciare a camminare verso Lauren e Camila. Ero sul punto di distendermi di nuovo quando la vidi girarsi vigorosamente.
"Perché non ti piaccio?" Mi chiese ed i miei occhi si spalancarono.
"Cosa?"
"Sono una cattiva persona? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Perché non ti può non piacere una persona se non ha fatto nulla di sbagliato." Disse velocemente.
"Lo sai, per una bambina di 4 anni sei decisamente matura." Le dissi, mentre un angolo delle mie labbra di alzava debolmente.
"Lo so. Kaki mi ha detto che posso essere veramente infantile alcune volte, ma anche molto più matura di quello che ci si aspetta da una bambina di 4 anni." Continuo dolcemente.
"Okay. 4 anni e matura, salvato." Dissi.
"Non hai ancora risposto alla mia domanda. Perché non ti piaccio?" Mi richiese.
"Non mi piacciono le persone." Le risposi alzandomi.
"E che cosa vorrebbe dire?" Scattò e stava iniziando a darmi lentamente su i nervi, perciò scattai a mia volta.
"Le persone non sono qualcosa di valutabile per me. Vengono, vanno. Vivono, muoiono. Non me ne frega proprio un cazzo. Sono la sola che conta ed il resto di voi è solo... Niente." Dissi e quando finii potei vedere le lacrime nei suoi occhi, facendomi sentire subito in colpa.
"Sei una deficiente!" Scattò Lauren venendomi vicino come se fosse sul punto di tirarmi un pugno. "Non hai il diritto di-" Iniziò, ma fu interrotta dalla mano della più piccola che si appoggiò sulla sua.
"È tutto okay zia Lo. Adesso voglio solo giocare a calcio." Le disse, strattonandola verso la Main Street, lasciandomi sola sotto l'intenso sguardo di Camila.
"Perché stai facendo questo?" Mi chiese avvicinandosi a me.
"Cosa?" Le domandai.
"Perché stai allontanando le persona di proposito?" Spiegò.
"Questa sono solo io." Dichiarai guardando altrove, incapace di continuare a fissare quegli occhi cioccolato che paressero guardarmi direttamente dentro.
"No non è così. Sono sicura che non sia così. Non puoi essere una stronza spietata." Disse. "Non avresti salvato Sofi se lo fossi." Puntualizzò ed io misi la migliore faccia priva di emozioni che potessi fare.
"Questo è il punto Camila, non l'ho salvata io, è stato Stefan." Dissi prima di continuare con una grande bugia. "Se fosse stato per me non l'avremmo aiutata." Continuai e vidi la sua espressione cambiare in uno sguardo pieno di orrore. "Non volevo salvarla. Ma Stefan aveva insistito sul fatto che fosse solo una bambina. Per me lei era solo una cosa inutile, era destinata a morire in quella città, mangiata da dozzine di ambulanti." Dissi e la sua espressione cambiò da piena di orrore ad arrabbiata. "Se Stefan non fossa stato lì, l'avrei lasciata morire." Finii e rimasi shoccata quando sentì il palmo della sua mano scontrarsi violentemente con la mia guancia, facendomi indietreggiare di un po'.
"Mi sbagliavo." Disse con rabbia, o furia forse, nella sua voce. "Sei una stronza spietata." Precisò con disdegno.
"Felice che tu l'abbia finalmente capito." Le risposi guardandola di nuovo.
"Fottiti." Dichiarò prima di girarsi nel tentativo di andarsene, ma la mia mano aggrappò il suo braccio strattonandola verso di me per farla rigirare.
"La prossima volta che mi schiaffeggerai, te ne pentirai." Affermai in un tono aggressivo.
"Tua madre non ti ha insegnato l'educazione?" Chiesi lasciando che la mia rabbia prendesse il sopravvento e rimpiangendo immediatamente quelle parole quando vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime. Mi spinse via violentemente.
"Non ti azzardare a parlare di mia madre!" Urlò prima di correre via. Di colpo mi resi conto di non essere l'unica ad aver perso delle persone e per una volta sentivo il bisogno di scusarmi per aver ferito una persona, quindi le corsi dietro. Quando la raggiunsi le presi la mano, fermandola in una via tranquilla e premendola contro un muro. Anche se l'illuminazione era debole, potei vedere le lacrime scorrere sulla sua faccia ed il mio cuore precipitò.
"Mi, mi..." Provai, ma le parole non volevo uscire dalla mia bocca.
Lei mi guardò con speranza negli occhi quando lottai per le parole. La guardai, incapace di parlare e lentamente la mia mano viaggiò verso la sua guancia, asciugando le lacrime. I suoi occhi si chiusero a quel tocco ed io stessa potei sentire il mio battito accelerare. Ritrassi la mano quando realizzai ciò che stavo facendo. I suoi occhi si spalancarono quando ritornai a guardarla con disdegno.
"Vai a casa." Le ordinai prima di scomparire dietro un angolo.
Mi prese la mano mi premette al muro a sua volta. La guardai e basta, appoggiandomi al muro mentre lei cercava le parole da dire.
"Perché l'hai fatto?" Mi chiese con un tono così dolce da poter far fremere le barriere di qualcuno. Finalmente portò la sua mano sulla mia guancia e lascio che scorresse lentamente, tremando per paura che potessi spingerla via o che ridiventassi una stronza.
"Perché non ti importa di niente e nessuno?" Mi chiese, osservando la mia faccia da vicino, mentre i suoi occhi seguivano i movimenti della sua mano. Chiusi gli occhi serrando la mandibola, sapendo che avrei dovuto respingerla prima che cominciasse ad avvicinarsi troppo. "Come può una persona così bella essere così distruttiva?" Sussurrò.
"Te l'ho detto, le persone non mi importano Camila."
"Non è vero."
"Ti ho dato la mia risposta. Credici oppure no, non me ne frega un cazzo." Scattai schiaffeggiando via la sua mano con forza e dirigendomi di nuovo verso la Main Street, ma lei mi fermò.
"Per favore, dimmi che stavi mentendo..." Mi sussurrò.
"Riguardo a cosa?" Le chiesi non guardandola.
"Non avresti lasciato morire Sofi vero? L'avresti salvata." Disse in tono disperato, come se, se la mia risposta non fosse stata quella che sperasse di sentire, avrebbe cominciato a piangere.
"Ho lasciato morire delle persone in passato." Dissi riferendomi a come non fui capace di salvare la mia famiglia, ma non potevo dirglielo. Doveva pensare che fossi una persona cattiva. "Lasciare Sofi morire non sarebbe stato un gran problema per me." Dissi e sentì un sussulto venire da dietro di me.
"Come può non importartene per niente?!" Urlò.
"Perché se lasciassi che me ne importasse, tutto quello che sentirei sarebbe dolore Camila!" Gridai di rimando, girandomi di scatto per guardarla.
"Non me ne importa perché sto meglio così! Che ti piaccia o no questa è quella che sono! Prendere o lasciare!" Urlai di nuovo. Mi voltai di nuovo dirigendomi furiosamente verso i cancelli. Volli fare ciò che sapevo fare meglio: scappare.
"Aprite i cancelli!" Gridai mentre stavo per raggiungerli.
"Dove stai andando?" Mi chiese il guardiano.
"Apri solo quei cazzo di cancelli!" Urlai di nuovo.
"Dove pensi di andare?" Gridò Stefan non appena raggiunse la scena.
"Fuori." Risposi, continuando a guardare la guardia per ordinarle silenziosamente di aprire i cancelli.
"Cosa intendi dire per fuori? Siamo in piena notte!" Disse ed a quel punto una piccola folla si radunò intorno a noi.
"Intendo fuori. Devo darti una definizione?" Gli chiesi guardandolo.
"Non puoi uscire." Disse posizionandosi davanti a me.
"E tu non puoi dirmi cosa fare." Sputai di rimando.
"Cosa è successo? Cosa c'è di sbagliato con te ora?" Mi chiese infastidito.
"Apri. Quelle. Cazzo. Di. Porte." Scattai, andandogli vicino come se fossi pronta a tirargli un pugno.
"Bene." Si girò per dire alla guardia di aprire le porte. "So che non posso tenerti dentro se vuoi andartene." Disse muovendosi in modo da lasciarmi passare. Iniziai finalmente a camminare fuori quando sentì qualcuno urlare.
"Y/N!" Mi girai e vidi Camila. "Non andare fuori... Finirai per ammazzarti." Disse. La fissai senza dire una parola e poi mi girai verso i cancelli aperti.
"Non dovresti preoccupartene Camila." Dissi.
"Ma lo faccio lo stesso." Sussurrò lei. Volevo girarmi per guardarla e per finalmente ammettere che odiavo il modo in cui mi faceva sentire, ma non lo feci. Sospirai e basta prima di uscire dalla città.
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Saving You - traduzione italiana
FanficQuesta storia non è mia, bensì è di KatyJauregui. È una fan fiction tra te e Camila Cabello ambientata in un futuro apocalittico pieno di zombie, ed ovviamente, le cose non saranno così semplici per voi due. Spero vi piaccia.