Capitolo tre

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Camila/You - Saving You - capitolo tre

Your point of view.

Dovevo andarmene da lì, scappare da Camila dopo quello che era appena successo. Mentre camminai per le strade mi ritrovai faccia a faccia con un paio di ambulanti, ognuno di essi più orribile di quello precedente. Piantai un coltello in ogni loro scalpo e, per la prima volta, trassi piacere nel farlo. Uccisi ognuno di loro mentre aspettai che la mia rabbia e la mia furia diminuissero. L'ultimo che incontrai non ebbe così tanta fortuna, considerando che continuai a colpirlo ancora e ancora e ancora, fin quando la sua testa non divenne una poltiglia. Quello mi diede la possibilità di calmarmi, senza però ritornare indietro. Ero arrabbiata con me stessa per aver lasciato a Camz di prendermi così tanto. Non mi sarebbe dovuto importare che cosa dicesse o come mi guardasse, perché si supponeva che lei non fosse niente per me, ma non potevo farci nulla. In quel momento sapevo perfettamente dove stavo per andare, i miei piedi conoscevano la strada a memoria, anche se non avevo messo piede in quel posto da molto tempo, considerando in fatto che non ne avevo più avuto il coraggio. Trovai la strada molto facilmente attraverso la luce notturna e mi fermai quando finalmente raggiunsi la recinzione che stavo cercando. La costruii lì da sola così che nessun ambulante o essere umano potesse mai metterci piede. Sbloccai il lucchetto ed aprì il reticolo, per poi entrarci dentro. Camminai lentamente, i miei piedi insicuri mentre mi avvicinavo a quello che temevo così tanto di rivedere. Mi piegai davanti alla lapide ed i miei occhi incontrarono le lettere del nome di mia sorella incise nella pietra. Quella si supponeva fosse la sua tomba, ed anche se sapevo che il suo corpo non fosse lì, sentivo come se potessi parlarle di nuovo in quel posto, ed in quel momento avevo disperatamente bisogno di parlare, di lasciar uscire tutto quello che stavo provando.
"Hey Mel... Lo so che è passato un po' dall'ultima volta che sono venuta qui, è solo che era troppo... Dura. Ma adesso ho bisogno di te... Ho bisogno di parlare con te." Balbettai, grattandomi il retro del collo a disagio. "Non so se lo sai, ma sto facendo del mio meglio per mantenere la promessa che ti ho fatto. Sto facendo del mio meglio per sopravvivere, ma è troppo difficile senza di te piccolina. Ho...uhm... Salvato questa bambina oggi, sperando che quello avrebbe potuto riuscire a farmi perdonare da te e da me stessa per quello che è successo, ma... Non ha funzionato, adesso mi odio più di prima perché continuo a ferire quella ragazzina. Il suo nome è Sofi e sono abbastanza sicura che ti sarebbe piaciuta, ma lei pensa che io la odi. Ha tutte le ragioni per pensarlo dato che gliel'ho praticamente continuato a dire dal momento in cui l'ho incontrata." Risi alla mia ultima frase, come se mi stessi dicendo che non avessi nessun diritto per pensare al perché Sofi pensasse che io la odiassi, ma la mia faccia ridiventò seria quando tremai.
"Lo sai perché lo sto facendo vero? Lo sai che il mio cuore non può reggere un'altra rottura huh? Perché se qualcuno lo spezzasse un'altra volta lo sai che non avrei più la forza per continuare a combattere e che finirei con rompere la promessa che ti ho fatto, e questa è l'ultima cosa che voglio. Ma... Ma Mel, lei è così dolce e mi ricorda un sacco te. Ha i tuoi occhi... I tuoi meravigliosi occhi... Che usavo guardare per tutto il tempo... Certe volte vorrei solo abbracciarla e spendere un po' di tempo con lei perché potrebbe diventare... Potrebbe diventare la mia nuova te. Ed è così difficile resistere piccola. È così fottutamente difficile.." Biascicai prima di tirare su con il naso lentamente, quando non ebbi più la forza di lottare contro le lacrime. Solo in quei momenti ed in quel luogo potevo lasciarmi andare e lasciare che le mie emozioni scorressero liberamente. Non c'erano finzioni o bugie, solo io mentre mettevo a nudo la mia anima, incrociando le mani al petto per lo spirito della mia sorellina morta. "E poi c'è sua sorella, Camila... Lei mi spaventa a morte... È capace di guardare profondamente nei miei occhi e studiare la mia anima. Ma continuo a ferire pure lei. Continuo a ferirla per farmi odiare, anche se nel profondo odio l'idea del disprezzo che potrà provare per me, perché lei... Lei mi fa sentire cosa che non dovrei sentire, e ho paura. Quindi continuo a respingerla, ma lei continua a ritornare da me, ed odio questo perché ogni volta che lo fa devo diventare ancora più stronza e mi fa schifo." Spiegai, mentre lasciai che le mie lacrime raggiungessero la mia maglietta. Non me ne poteva importare di meno di piangere in quel momento, stavo riversando il mio cuore e sapevo che dopo sarei stata meglio. "Sai cosa le ho detto oggi? Le ho detto che avrei lasciato morire sua sorella e... Dio avresti dovuto vedere lo sguardo sulla sua faccia... Era come se l'avessi pugnalata un milione di volte al cuore. Ed è stato in quel momento che ho capito che, anche se non volessi preoccuparmi per lei, il mio cuore non mi darebbe ascolto." Una piccola risata ironica uscì dalle mie labbra quando pronunciai le parole dopo. "Non posso crederci... Sono stata 7 mesi a costruire queste barriere intorno al mio cuore per prevenire a me stessa di essere gentile con tutti, e ci sono voluti solo due fottutissimi minuti a Sofi e Camila per farle esplodere in milioni di pezzi." Dissi scuotendo la testa con incredulità, realizzando l'assurdità delle cose che di cui stavo parlando, ma un'altra lacrima mi rigò la faccia quando parlai per un'altra volta. "Mi sento vulnerabile intorno a loro, così come mi sento vulnerabile intorno a te. E la mia vulnerabilità è stata quella che... Ti ha... È stata quella che ti ha ucciso." Mi fermai, lasciando che un sonoro singhiozzo uscisse dalle mie labbra prima di lasciare che la mia testa cadesse sulle mie mani. " Ed è quello che starai pensando ora, come non morta, sebbene mi avessi chiesto di ficcarti una pallottola nel cranio se fossi stata trasformata." Dissi, stringendo gli occhi nel tentativo di scacciare quel ricordo, ma senza successo. Quando finalmente li riaprì, il mio volto aveva un'espressione spezzata. "Non voglio che succeda anche a loro. Non sopravvivrei se succedesse. I sentimenti sono la mia più grande debolezza, e so che se non bloccherò i miei sentimenti per loro non riuscirò a proteggerle." Dissi con rabbia. "Non ha neanche senso. Sono confusa. Non voglio preoccuparmi per loro così che, se dovessi perderle, il mio cuore non si spezzerebbe, e non voglio preoccuparmi per loro perché così riuscirò a proteggerle... Non ha senso." Risi piano. "Ecco vedi, questo è quanto effetto hanno su di me." Dissi lentamente prima di guardare giù ed incontrare le lettere che avevo scolpito nella roccia. "È per questo che ho bisogno di te Melissa... Tu... Tu sapevi sempre cosa fare quando si trattava di sentimenti... Perché avevi quel modo speciale di vedere le cose.... Per te, i sentimenti erano le uniche cose che importavano, il resto veniva dopo... Ed in questo momento, ho veramente bisogno che tu mi dica cosa fare, perché so che non farò nulla finché non me lo dirai tu, anche se lo volessi. Mi ricordo le tue parole Mel, ricordo quando mi dissi di non perdermi se tu te ne fossi andata... Ma ora mi sono persa, e non posso vedere né la fine né l'inizio di questo senza di te." Spiegai, lottando per continuare a parlare dato che le lacrime ed i singhiozzi lo rendevano difficile. "Mi manchi sorellina. Per favore, ritorna da me." Implorai, cadendo sulle ginocchia davanti alla lapide. "Ho bisogno di te." Sussurrai prima di lasciarmi cadere completamente a terra ed iniziai a singhiozzare in modo incontrollabile, rannicchiandomi in posizione fetale davanti alla tomba di mia sorella.
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Non realizzai di essermi addormentata prima di sentire i primi raggi di luce colpirmi la pelle. Combattei per aprire gli occhi dato che erano ancora bagnati dalle lacrime che avevo versato la notte precedente. Mi alzai velocemente, lanciando un'ultima occhiata alla lapide di mia sorella prima di rimettermi in cammino verso la città. Passai lungo un piccolo fiume dove mi lavai la faccia, non volendo che gli altri sapessero che avessi pianto. Gli ambulanti non furono molti mentre tornai indietro nel modo più veloce possibile. Quando finalmente raggiunsi le porte della città mi sembrò di vedere la guardia tirare un sospiro di sollievo nel momento in cui mi vide riapparire dagli alberi.
"Stefan!" Chiamò immediatamente dopo aver aperto le porte. Quando entrai dentro incontrai subito la faccia sollevata e allo stesso tempo arrabbiata di Stefan.
"Dove diavolo eri?!" Gridò, facendomi guardare nella sua direzione ed alzare un sopracciglio.
"Te l'ho detto ieri. Sono uscita." Risposi, incrociando le braccia al petto.
"Sei star fuori tutta la notte! Dio solo sa quanto ero preoccupato." Scattò lui.
"Attento Stefan, le persone potrebbero pensare che ti importi davvero di me." Dissi con un sorrisino.
"Beh, io non sono te. Io mi preoccupo delle persone, io ho un cuore." Disse con rabbia facendo apparire un sorriso sulle labbra per quel 'ben tornata'.
"Va bene." Dissi prima di passargli in parte e camminare verso la mia casa.
Mentre camminai, vidi delle persone fissarmi. Sentivo come se volessero venire da me, dirmi che erano sollevati nel sapere che fossi viva, ma non lo fecero, probabilmente troppo spaventati che potessi respingerli come avevo sempre fatto. Il mio sguardo cadde sulla ragazza con gli occhi verdi che avevo imparato ad odiare. Ma quello che vidi nei suoi occhi mi addolcì in qualche modo, anche se non l'avrei mai ammesso. Mentre mi stava guardando potevo vedere la preoccupazione nel suo sguardo svanire e venire rimpiazzata dal sollievo. Un piccolo sorriso apparii sulle sue labbra, ma scomparve velocemente quando mi vide tremare.
"Hey Y/N." Sentì dire da dietro di me, perciò mi voltai ed incontrai la Cabello più giovane. Potei vedere nei suoi occhi che fosse spaventata tanto quanto il resto della città, ma nonostante quello era l'unica che aveva trovato il coraggio di venire a parlarmi. Mentre la fissai, realizzai che fosse impossibile per me respingerla in quel momento, non dopo la notte appena passata.
"Ciao piccolina." Le risposi e vidi la sua faccia illuminarsi alle mie parole, poiché era sorpresa che non fossi stata meschina e che anzi le avessi risposto gentilmente.
"Sono felice che tu sia tornata." Mi disse, con la sua voce poco più alta di un sussurro.
"È perché dovresti huh? Sono cattiva, ricordi?" Le domandai quasi scherzando, ma continuando a mantenere la mia faccia inespressiva.
"No, non lo sei." Disse scuotendo la sua testa vigorosamente, e con la coda dell'occhio notai che Lauren si stesse avvicinando a noi lentamente.
"Sono convinta di esserlo. Ricordo di averti fatta piangere un paio di volte." Precisai.
"Beh, sono una bambina, noi piangiamo sempre." Mi rispose scrollando le spalle.
"Non sei una bambina. Sei una ragazza grande. Le ragazze grandi non piangono." Dissi facendola sorridere.
"Allora non piangerò più." Affermo orgogliosamente.
"Okay." Risposi mentre un sorrisetto si fece strada sulla mia faccia. "Devo andare ora, ho veramente bisogno di una doccia." Dissi puntando ai miei vestiti sporchi. "Ci vedremo in giro." Conclusi girandomi per iniziare a camminare, ma venni fermata quando sentì le sue braccia circondare la mia gamba per poi abbracciarla forte. Guardai in basso verso di lei, chiaramente sorpresa dal suo gesto, e lei mi guardò.
"Non sei cattiva. Sei solo persa." Mi disse ed io mi bloccai, ricordando le parole di mia sorella. In un battito di ciglia i miei muri si innalzarono di nuovo quando realizzai che non avrei dovuto farla entrare, che i sentimenti erano ancora una volta una testimonianza di quello che fosse successo.
"Lasciami." Le ordinai con un tono pieno rabbia. Quando mi sentì, Lauren camminò verso di noi più velocemente, sapendo che se Sofi non avesse fatto quello che le avevo ordinato sarei stata una stronza di nuovo.
"Ma-" Iniziò lei, ma non la interruppi immediatamente liberando la mia gamba dal suo abbraccio.
"Io non abbraccio, ricordi?" Scattai con rabbia, iniziando a camminare via, ma mi girai solo per incontrare Lauren al suo fianco.
"Sono cattiva Sofi, sono la persona più cattiva che mai incontrerai. Tu non vuoi stare vicino a me e, sinceramente, io non ti voglio vicina." Dissi con un tono arrabbiato che non avevo mai usato, con lei o qualcun altro prima di allora. "Hai capito?" Chiesi, ma lei rimase in silenzio, guardandomi con gli occhi spalancati che si stavano velocemente riempendo di lacrime. Fare quello mi stava uccidendo profondamente, vederla così, ma dovevo tenerla lontana da me, così sarei stata capace di proteggere me stessa da un'altro cuore spezzato. "Hai capito?" Richiesi in un tono minaccioso.
"Basta!" Quasi urlò Lauren mettendosi davanti alla bambina in lacrime. Lo sguardo che avevo visto prima nella sua faccia se n'era andato, in quel momento mi stava guardando solo con disgusto e furia. La fissai.
"Penso che rimanga una bambina dopotutto." Dissi prima di camminare via, il mio cuore si contrasse quando sentì la piccola iniziare a singhiozzare in maniera incontrollabile. Non mi preoccuperò mai più per qualcuno. Pensai tra me e me, e ripetei a mente quel motto durante tutto il tragitto verso la mia casa.
Entrai finalmente dalla porta d'ingresso, lanciando le mie pistole sul tavolo e togliendomi la maglietta sporca dato che dovevo entrare in doccia. Mi fermai un secondo e mi appoggiai al muro, pensando a quello che era appena successo. Avevo spezzato il cuore di quella bambina così tante volte che stavo seriamente iniziando ad odiare me stessa. Sapevo che preoccuparmi era l'ultima cosa che avrei dovuto fare, preoccuparmi dello sguardo sulla sua faccia, ma non potei fare a meno di pensare che Melissa mi avrebbe ucciso se avesse visto quello che era appena successo. Ma i miei occhi si scurirono al pensiero che feci dopo.
Lei non è qui per vederti. Ti ha lasciata perché non sei stata capace di salvarla, di proteggerla nel modo in cui avresti dovuto. Sofi starà bene senza di te, tutti staranno bene senza te. Andrà avanti dopo e si renderà conto che è tutto migliore senza di te. Tu meriti di rimanere sola. Meriti di rimanere perduta. Pensai e mi convinsi che di aver ragione, meritavo ciò che mi stava succedendo. Sofi sarebbe stata meglio. Serrai gli occhi e quando li riaprì decisi che quella sarebbe stata l'ultima volta che lasciavo Sofi, o qualsiasi altra persona, entrare o farmi preoccupare. Ma questo prima che sentì dei rumori quasi impercettibili provenire dal salotto. Mi alzai velocemente per andare a vedere da chi o da che cosa provenissero quei suoni ed incontrai con una figura addormentata sul mio divano.
Camila.

Saving You - traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora