Riassumendo il mio 2015

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Dicembre è arrivato.
È tempo di bilanci, resoconti e buoni propositi.
Non mi piace però sento il bisogno di fare il punto della situazione.

Dal punto di vista lavorativo, per me è stato un gran anno: in pratica ho sempre lavorato, un po' per il tirocinio del corso, un po' coi matrimoni, un po' con la cartoleria, un po' con l'ufficio. Non so però se rimarrà così anche nel 2016.
Diciamo che quest'anno mi sono fatta bene le ossa e continuo a farmele.
D'altronde, ce ne dimentichiamo, ma quando si è una persona normale, senza conoscenze "in alto", la gavetta si deve fare. Ogni giorno vedo quei pochi minuti di televisione in pausa pranzo, sento i racconti dei vecchi compagni universitari e non, leggo proteste e commenti in siti per la ricerca del lavoro, e l'idea di fondo mi sembra sia sempre quella di non accontentarsi, seguire sempre i propri sogni, non abbassarsi ai compromessi. Penso invece che per poter riuscire ad affrontare la vita vera, la quotidianità, gli stronzi che si incontrano, un po' bisogna scendere a compromessi. Bisogna anche lasciare da parte i sogni e le cose che ci piacciono ed accontentarsi di lavorare tanto e gratis (o giù di lì) per imparare. Fare quella che si chiamava "gavetta" ma che oggi tutti disprezzano, nella realtà. Perché tutti siamo bravi a riempirci la bocca di slogan come "il lavoro è un diritto di tutti" (anche se non è assolutamente vero), ma quando è ora di sporcarsi le mani sul serio, tutti si tirano indietro.

È vero che in Italia la situazione fa schifo, non lo nego. Che essere laureati o essere di sesso femmimile sono un ostacolo per chi cerca lavoro. Ma proviamo a capire il perché, senza sparare sentenze e soprattutto proviamo ad accettare tutte le occasioni di lavoro ed impegnarci fino in fondo ad essere dei bravi lavoratori, qualsiasi sia la nostra mansione. Anche se le mie esperienze lavorative sono state brevi, varie e di genere diverso tra loro, posso essere sicura di aver fatto un buon lavoro, indipendentemente che poi io abbia firmato un contratto o meno. Ho fatto i miei errori ma penso di aver sempre rimediato e aver sempre imparato. Ma per molti non è lo stesso, ve lo posso assicurare e sono quelli che più si lamentano. Stop divagazione.

Se dal punto di vista lavorativo è andata benino, il punto di vista economico-finanziario è stato molto più scarso.
La gavetta, si sa, fa guadagnare esperienza ma non euro. Però mi sono tolta tanti sfizietti, specialmente in fatto di vestiti e viaggetti. Non ho fatto il giro del mondo ma mi sono divertita. Ho rivisto Venezia con il moroso e devo dire che porterò sempre questa giornata nel cuore.
Speriamo che il 2016 mi dia tantissime altre "Venezie" ma la vedo dura.

Punto di vista amoroso-sentimentale: siamo a quota sette anni e per ora la famosa crisi non c'è stata. Sarà il nostro vederci con i minuti contati, sarà che forse ci amiamo davvero, sarà quel che sarà, ma noi resistiamo. Difetti, baruffe e imperfezioni comprese, pacchetto completo. Lui più grasso di quindici chili e io più magra di quattro. Non credo ci sia altro da dire, anche perché per scaramanzia preferisco fermarmi qua. Chi lo sa? Magari il 2016 sarà l'anno della nostra separazione. Non lo so. Non faccio progetti, né ne fa lui. O meglio non facciamo troppi progetti sulla nostra storia, il che mi piace.

Amicizie e nuovi incontri: il 2015 è stato un anno dove ho conosciuto tante persone, avendo frequentato il corso e cambiato spesso lavoro. Sono contenta perché io ho sempre conosciuto le persone "di riflesso", amici o conoscenti di miei amici o conoscenti. Quest'anno invece ho fatto tante cose da sola, quindi non c'erano troppi filtri: dovevo guadagnarmi la fiducia e la simpatia di chi avevo davanti. Non so se sia andata bene però.
Le amiche universitarie ci sono sempre, nonostante tutto e nonostante la lontananza. Mi mancano un sacco, vorrei tornare all'università per poterle vedere sempre come in quei giorni.
Gli amici del sabato sera, la solita compagnia , con i suoi difetti mi sta stancando, ma sono ormai alla stregua di fratelli rompiballe: non è contemplato poterli silurare. Oppure non è ancora arrivato il mio limite massimo di sopportazione. No, vi assicuro, non sono io ad essere troppo esigente, sono loro ad essere ristretti. Sì, è la definizione corretta "RISTRETTI", limitati, fissati, anche se vorrebbero aspirare ad essere "fashion" come viene perennemente proposto. Hanno il loro piccolo mondo, fatto del loro lavoro, i loro mammina&papino, le loro tradizioni, la loro musica commerciale che non si fermano neanche ad ascoltare. Per loro viaggiare è solo poter dire "Ci sono stato" o "Tutti ne parlano bene allora andiamo anche noi", non "L'ho visto e mi è piaciuto". I discorsi che escono dalla loro bocca sono quelli dell'italiano medio, mediamente complottisti, sempre negativi e critici, ma anche frutto dell'imposizione delle loro famiglie di origine. Non grattano sotto la superficie delle cose neanche a pagarli. I loro amori sono freddi e calcolati, risultato della paura di rimanere da soli e della paura di non essere "da meno" di me ed A., la prima coppia e la più duratura per mille ragioni. Ragioni che nelle loro storie d'amore non ci sono ed è chiaro a tutti quanti, forse anche a loro stessi. Non lo dico per vantarmi, perché per prima ammetto che la mia storia sia imperfetta, però la sostanza c'è e si vede, anche se né io né lui ci impegniamo a mostrarla. Invece in loro, nonostante i gesti, la vuotezza emerge. Emerge il loro trascinarsi avanti per non essere da meno e per la paura di non avere nessuno a fianco e quindi essere oggetto di chiacchiere. L'importante è sempre poter dire "Io c'ero", "Ho il ragazzo da xxx anni", "Io e xxx stiamo insieme". Poi quello che c'è dietro non importa. Insomma, quelle sono le cose che contano, assieme alla macchina nuova, il cellulare ultimo modello che useranno per guardare Facebook per vedere e parlare delle altre persone. Per cercare la loro prossima vittima da riempire col loro vuoto o per guardare qualcosa -persona o vita- che loro non potranno mai avere. Stop divagazione numero 2.

Non parlo molto della mia famiglia per motivi miei. In breve, posso solo dire che non ho la concezione comune della famiglia come "presenza a cui appoggiarsi". In 26 anni di vita ho capito che la famiglia è composta da persone che possono essere cattive, che possono sbagliare e che noi possiamo anche non sopportare, con cui pero' ci troviamo a convivere per tanti motivi. Il 2015 ha aggiunto però una nuova riflessione e consapevolezza in me, che mi ha confermato ancora di più questa idea da un lato, mentre dall'altro mi ha fatto capire che nonostante tutto, il sangue non è acqua.

Dal punto di vista dello scrivere, qui ci sono state delle soddisfazioni e devo ringraziare Wattpad perché ho potuto conoscere virtualmente delle belle persone, prima fra tutte la mia partner in crime Michela, seguita da Andreina, che ogni tanto ascoltano i miei sproloqui. E non dimenticheremo neanche tutti i partecipanti al concorso, che credo mi abbiano "scancarato" (perdonate il dialetto, ma nessun verbo italiano o inglese che conosca rende meglio l'idea) e maledetto ogni volta che si trovavano a leggere i miei messaggi.
Il tempo da disoccupata passato a scrivere mi ha fruttato ciò che leggete. Il 2015 è stato l'anno in cui ho scritto tanto, forse quello dove ho scritto di più in tutta la mia vita.
Ho una gran rabbia perché non ho tempo di continuare a scrivere come e quanto vorrei. Voi non immaginate neanche quante idee mi stiano frullando per la testa: un gran traffico, un ingorgo gigante, una congestione di storie pronte ad uscire... Peccato che la mia Musa mi stia punendo e non mi dia la giusta carica per metterle nero su bianco. Se voi la incontrate, potreste mettere una buona parola per me?

Non voglio elencare nuovi propositi per il 2016 un po' perché sono sempre gli stessi, un po' per scaramanzia.
Mi auguro solo che nel 2016 io continui ad avere la forza di affrontare tutto, le cose belle e le cose brutte. Forse l'unico grande proposito è quello di riuscire a scrivere ancora e ancora, di essere sempre qua a pubblicare, tanto da farvi pensare "Ma ha pubblicato ancora?". Ma soprattutto mi auguro di trovare il tempo per fare tutto.

Auguro anche a voi il meglio per l'anno che verrà.

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