Capitolo 6.

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Mentre si allontana, rimango immobile come una statua. Mi ha riconosciuta... Entro nel panico, anche se avevo preso in considerazione questa possibilità. Per fortuna Roberta mi raggiunge subito; le racconto tutto e lei mi tranquillizza:

"E' lui che deve preoccuparsi di tutte le sprangate che riceverà se prova a farti di nuovo del male!!"

                                                                                                   ****

 E' ormai da mezz'ora che Oli e Andy sono scomparsi, quindi ho deciso di distrarmi continuando a giocare con gli altri al gioco della bottiglia. E' fantastico, gli obblighi sono ancora più pazzi di quel che ricordavo!

"Bea.." 

Sento una scarica di adrenalina quando sento delle dita scorrere sul mio collo, come per costringermi a girarmi. Mi volto e vedo... sorpresa! Andy... yeah....

"ANDRE! VIENI A GIOCARE CON NOI!!" urla qualcuno nella folla.                                                                                 "Certo." risponde lui sorridendo. Mi oltrepassa indifferente, come se non sapesse di avermi appena provocato mille brividi lungo la schiena, e si confonde subito nella massa. Mi rimetto nel cerchio e tento di sembrare indifferente. Dopo poco riprendiamo a giocare e... la bottiglia punta prima Oli, poi me. 

"Bea cara, obbligo o verità?" mi chiede divertito.

"Obbligo, va'..." rispondo, sorridendo. Oli non è cattivo con me, quindi non c'è da preoccuparsi... credo...

"Bene, allora... passa due ore nello stanzino qui accanto sola con Andrea!" 

Ecco. 

"Cosa?! No!" rispondo.

"Dai tranquilla...mica mordo... dai andiamo.." mi dice Andy, urlando per sovrastare la confusione e la musica e trascinandomi per un braccio. Tento invano di oppormi, ma non ho abbastanza forza e mi arrendo definitivamente quando gli altri chiudono esternamente la porta a chiave. Mi siedo su una sedia sgangherata, sperando di resistere per due lunghissime ore (!!!) in quel buco, con questo idiota, senza morire.

Andy prende un pacchetto di Marlboro dalla tasca e tira fuori una sigaretta, accendendola.

"Ah bene... cioè, già questo posto è minuscolo, e tu, da bravo ragazzo furbo e intelligente, decidi di consumare il poco ossigeno che c'è per i tuoi vizi schifosi!" ... sì, lo ammetto... gli sto urlando contro solo per sfogarmi e costringerlo a litigare, giusto per alimentare un po' questa noiosa permanenza. Sinceramente, non me ne può fregare di meno di quel che fa lui. 

"We, calma, non sto facendo niente di male... e di aria ce n'è a sufficienza... ma se proprio vuoi che io non fuma..." fa, buttando la sigaretta e schiacciandola con un piede per spegnerla.

"Allora..-continua avvicinandosi-noi due dovremmo parlare di ieri sera.. o meglio, io dovrei parlare, più che altro. Mi spiace per quello che è successo, non volevo, bla bla... lascio perdere tutte queste robe ripetitive e nauseanti per arrivare al punto, e cioè che sono un coglione: ieri sera ero depresso e arrabbiato e stavo fuggendo, e me la sono presa con te, nonostante io avessi provocato tutto. Spero che tu mi creda, anche se molte volte non merito la fiducia degli altri, perché io sono...lasciamo perdere, a me basta sapere che mi hai capito e perdonato nonostante gli errori, perché non ho voglia di andare avanti con spiegazioni e scuse fasulle stile telenovela."

Lo guardo negli occhi: sono distaccati, e ancora non riesco a scorgere nulla di particolare. In fondo però, sembra sincero. Devo credergli? 

Beh, per il momento penso di non avere altra scelta.



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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 08, 2017 ⏰

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