Il Persiano randagio

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E il Persiano arrivò. Come solo i Persiani sanno fare, tra l'altro. In punta di piedi, con un movimento d'anche felino e il respiro silenzioso. Era una specie di ballerino, perciò attirava individui di sesso femminile - soprattutto di età avanzata - come api sul miele. Se non fosse stato per iniziativa del Persiano stesso, Alice si sarebbe limitata ad ammirare da lontano la bellezza di quel corpo, che stando al giornaletto dell'anagrafe nazionale felina era "dal portamento aristocratico e flemmatico, sodo e massiccio"; il giornaletto indicava anche il curioso dettaglio delle "orecchie piccole", ma nel complesso non sembrava un dato rilevante. Insomma, il Persiano era un gran bel fusto da guardare, a distanza di sicurezza. Ma lui era solito superare i confini posti lì per l'incolumità di quelle come Alice, che facevano lo sbaglio di fossilizzare lo sguardo sul movimento d'anche felino. Così la disgrazia preannunciata fu inevitabile. E il Persiano fece la sua mossa.

Inizialmente, non fu nulla di eclatante. Il Persiano usò una tattica semplice e ben collaudata. Scarabocchiò il suo recapito su un post-it e lo consegnò ad Alice con tanto di sorriso smagliante, per far cuocere tutto a fuoco lento. Dopo la recente esperienza del Balinese, Alice però cominciava ad essere di nuovo un po' scettica riguardo i rapporti sociali con gli individui di sesso opposto. A sua difesa, bisogna dire che resistette almeno una settimana. Poi tirò fuori il numero di telefono del Persiano dalla cover dell'i-Phone - l'aveva tenuto lì, per non perderlo - e digitò quella sequenza numerica come se non stesse facendo lo sbaglio più grosso della sua vita. 

Ovviamente, lo stava facendo. Lo sbaglio fu davvero grosso, ma - buon per Alice - non fu l'unica cosa di dimensioni significanti. Il Persiano parlava poco, e quando parlava le sue elucubrazioni erano tutto fuorché particolarmente brillanti; ma aveva una bella automobile, e come anticipato, grossi talenti. L'idillio di sesso, latte parzialmente scremato e rock'n'roll durò per parecchi mesi. Il Persiano sapeva anche fare dei massaggi da paura, il che davvero non guastava. Per avere un quadro completo dell'esemplare, bisogna aggiungere che aveva un'innata predilezione per le bugie, ma la cosa non disturbava Alice più di tanto visto che 1) non se lo doveva sposare, e 2) anche lei non era un'ammiratrice della brutale verità. No, il problema con il Persiano non furono le bugie preconfezionate (e a volte anche un po' banali, a dirla tutta). Il problema fu che con lui problemi non c'erano: nella sua capanna di menzogne, in realtà era onesto fino al midollo. Onestamente bugiardo. Da lui dovevi aspettarti esattamente quello che ti aspettavi. Era prevedibile, con una sua logica e un suo percorso segnato. Il problema fu Alice.

Che avesse sbagliato, era ormai assodato. Il Persiano non era davvero il cavallo vincente su cui puntare nella disperata corsa alla ricerca di un'anima gemella. E il vero errore di Alice era... che aveva sbagliato la classificazione. Una sera, mentre se ne stava affondata nella sua poltrona con il giornaletto dell'anagrafe nazionale felina tra le mani, l'illuminazione la folgorò. A scorrere bene il paragrafo in interesse, il Persiano non aveva proprio tutte le caratteristiche del gatto persiano, corpo "sodo e massiccio" a parte. Era stata quel dettaglio a fuorviare Alice, perché per il resto il soggetto in questione non era, citando testualmente il giornaletto, "un gatto domestico per antonomasia". Di domestico il Persiano non aveva nemmeno l'unghia del mignolo. Era piuttosto randagio. 

"Il gatto persiano", continuava il giornaletto, "richiede molta cura per via del suo lungo pelo: infatti va pettinato tutti i giorni e lo stesso vale per la pulizia degli occhi, per via della copiosa lacrimazione causata dalla conformazione del naso infossato che non gli permette lo scarico del muco."

Bleah, pensò Alice. ―Miao, ― concordò gatto Gilberto, accoccolandosi sulle sue gambe. Persiano doc o meno, alla fine, senza ulteriori approfondimenti, il Persiano fu comunque eliminato, con una procedura lenta, di classe e altamente sofisticata. Lui non se ne accorse neanche. Aveva altre api a cui offrire miele. Alice non ne fu nemmeno troppo dispiaciuta. Sì, la magica triade del Persiano - sesso, latte parzialmente scremato e rock'n'roll - fu una grande perdita. Ma il mondo era ancora pieno di felini pieni di fusa da domare, ciotole fumanti da sorseggiare al chiaro di luna e giochi d'equilibrismo sui cornicioni dei tetti da eseguire con grande maestria. Alice era pronta a proseguire quel folle cammino. C'era già un'ombra in agguato per lei, dietro l'angolo. Un Burmilla famelico, pronto a saltare alla gola.




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