Capitolo 2

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Lo sentii di nuovo. Quello strano rumore: click. Click. Sempre più vicino. Il ritmo del mio cuore accelerò, quel suono era innaturale, non avevo mai sentito niente del genere prima d'ora.
Deglutii e, nell'inutile tentativo di sembrare coraggiosa, sussurrai: «Chi è?»

Il suono cessò immediatamente. Mi guardai intorno, ma non vidi niente. In preda al panico cominciai ad indietreggiare, sempre più velocemente, finché il muro non impedì la continuazione del movimento. A tastoni cercai la porta della cucina, senza mai smettere di guardarmi intorno, tentando di individuare la fonte del suono. Entrai in cucina e lo sentii di nuovo - click, click. Il mio respiro si fece corto e veloce. In preda al panico afferrai l'unico oggetto a mia disposizione. In meno di pochi secondi mi ritrovai in mano un coltello lungo, affilato. "Mi chiedo se ho il coraggio di usarlo, se davvero riuscirò a fare ciò che è necessario per difendermi" pensai. 

Click. È qua. In casa mia. Il mio cuore stava ormai martellando nel mio petto, le mie orecchie assordate dal ritmo poco regolare del battito. Camminai lentamente verso il soggiorno, evitando di fare alcun tipo di rumore. Arrivai fino alla porta e sbirciai nella stanza, niente era cambiato tranne le strisce di sangue scuro e fresco sul pavimento e una sagoma in ombra, girata di spalle, davanti alla mensola. La vista del sangue mi mandò in uno stato di terrore che non avevo mai provato prima e, senza riuscire ad evitarlo, emisi un flebile gridolino. La sagoma si girò di scatto, e se pensavo di essere terrificata prima, evidentemente non ho capito niente di cosa voglia dire davvero 'terrore'. Sebbene la forma del corpo fosse quella di un umano, niente altro era simile all'aspetto di un uomo. La faccia era terribilmente deformata, sfregi la ricoprivano e tentacoli che spuntavano dal collo la nascondevano in parte. La palpebre si chiusero orizzontalmente, proprio come quelle dei rettili. La bocca era immobilizzata in uno strano ed inquietante ghigno, i denti appuntiti e sporchi di sangue in bella vista. Le unghie erano anche esse appuntite e giallastre. Quando i tentacoli si spostarono, riuscii finalmente a capire chi era, o meglio chi era stato: il signor Smith. Il nostro vicino. «S-signor Smith?» balbettai incerta. Non ottenni nessuna riposta, se non un altro click. Il signor Smith rimase a fissarmi per alcuni istanti, la testa piegata di lato. E, improvvisamente, cominciò a correre nella mia direzione. La mia mente smise di agire, ero totalmente pietrificata dal terrore, quando il mio istinto prese il controllo e lanciai il coltello. Si conficcò nello stomaco del signor Smith. Sangue nero cominciò a sgorgare dalla ferita. Un istante prima di stramazzare per terra, mi guardò con occhi ricolmi di dolore e sussurrò «Grazie.» 

Non riuscivo a reagire, la mia mente era bloccata in stand-by e solo un pensiero l'affollava: avevo ucciso qualcuno, un uomo, che conoscevo. Un uomo con il quale avevo scherzato fino al giorno prima, che conoscevo sin da quando ero una neonata. Quello stesso uomo era diventato un mostro e mi aveva ringraziata per averlo assassinato. Le mie mani presero a tremare e abbassai lo sguardo, convinta che sangue nero ricoprisse i miei palmi. Improvvisamente sentii un'altro rumore. Questa volta però non aveva niente di simile al suono prodotto poco prima dal signor Smith: questa volta il suono era quello di dei passi. Dopo pochi secondi la sagoma di un uomo si stagliò sulla soglia della porta. Sospirai di sollievo: quella di un uomo, non di un mostro.

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Spero vi piaccia la storia... Tra poco arriva il protagonista figo presente in ogni storia :'D

Qualsiasi commento o critica per migliorare è ben accetta e naturalmente se notate errori che mi sono sfuggiti mentre rileggevo ditemelo che li correggo... Grazie mille 💖






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