CAPITOLO DICIASSETTE

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ASHTON'S P.O.V

Faceva freddo quella mattina,ricordo il vento che mi sfiorava la pelle delicata del viso.

Le nocche gelate delle mani risiedevano nella tasca,cercando un po'di calore.
Il mio telefono trillò e sussultai appena,lasciando uscire uno sbuffo di fumo provocato dal freddo
Afferrai il telefono e lessi il messaggio di Harry

Scusa il ritardo,due minuti e arrivo al parco.

Era ora,mi si stavano congelando le chiappe sopra quella stupida panchina di legno.

Quella mattina non vi erano molte persone dentro la piccola piazza ricoperta di verde,adesso innevata.
Osservavo come qualche bambino quasi implorava la madre di farlo entrare per giocare,le donne rispondevano soltanto scuotendo il capo e ripetendo quasi a macchinetta 'fa freddo,domani veniamo.'

Mi morsi il labbro inferiore con l'arcata superiore dei denti e pensai ad aspen.
Cosa stava succedendo tra me e quella ragazza?
Non è qui da molto eppure,rispetto a tutte quelle che mi sono fatto,con lei c'era il piacere dell'attesa.
Stuzzicarla e vederla stare bene sotto di me,mi dava grandi soddisfazioni.

Posso aspettare una vita per portarla a letto se dovesse servire,ma sarà soltanto fare l'amore.

Pensai fra me e me,ma i miei pensieri vennero interrotti dal riccio che mi si avvicinava lentamente mentre si aggiustava il ciuffo che gli ricadeva sulla fronte.

Che poi tanto riccio non era più,lisci fino alle punte che diventavano di un riccio morbido.

Mi alzai non appena mi si posizionò davanti.

'Biondo'sussurrò ridacchiando e mi diede una pacca amichevole sulla spalla.

Accennai un sorriso e notai con mio piacere che non era fatto e se lo conoscevo abbastanza bene,dal suo viso,percepivo che non si faceva da qualche giorno.

'Harold.'sussurrai quasi per dargli fastidio,sapevo quanto odiava sentirsi chiamare così,tuttavia ridacchiò e si sedette sulla panchina.

'Siediti e parliamo di cose serie,Irwin'pronunciò nonostante il suo volto non appariva affatto serio.

'Dimmi tutto'risposi mentre cautamente mi appoggiai alla panchina,posando le mani sulle cosce ricoperte dal pantalone nero.
Voltai il viso verso il moro che si era messo comodo.

'È un viaggio'cominciò notando la mia attenzione.'Amsterdam,quale posto migliore'

Feci per alzarmi,gli avevo detto che avevo chiuso con quella merda.

'Aspetta,aspetta fammi finire.'mi bloccò.
'È l'ultimo'proseguì'questo viaggio metterà fine a tutto.'

Sospirai e lo ascoltai,rimettendomi comodo.

'Sono solo due settimane,suvvia.'

Annuì sbuffando.

'Praticamente andiamo lì,prendiamo tutto il carico rubatoci da quegli stronzi,lo diamo a chi dovevamo darlo circa tre mesi fa e concludiamo il lavoro.
Se non vuoi,sarai libero di dire no,ma sappiamo entrambi chi è il migliore della nostra gang.'

'Tu?'chiesi inclinando la testa su un lato.

'No Ashton,tu'rispose lui convinto.

Sarebbe stato l'ultimo,volevo chiudere davvero con quella roba.
Mi portai le mani sul volto,riflettendo.
Pensai ad Aspen e quanto sarebbe stato faticoso lasciarla per due settimane.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 10, 2016 ⏰

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