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Quel giorno, il biondo, era seduto sulla panchina che li aveva visti crescere. Dal loro primo bacio al loro ultimo addio, a Yoongi faceva ancora male guardare una propria foto senza Kyumi. Adesso non era più il loro posto, forse, quella panca, era diventata spettatrice di un'altra storia, di un altro amore. E ciò gli provocava un dolore al petto, incolmabile.
Si era portato con sé sia la Reflex che il blocchetto.
Si guardava intorno: gli alberi erano pieni di fiori rosa, il cielo era limpido, si sentivano gli uccellini cinguettare. Se ci fosse stata anche lei con lui, avrebbe sicuramente iniziato a fotografare qualunque cosa e poi, vedendolo lì, senza far nulla, gli si sarebbe avvicinata e lo avrebbe coccolato.
Quelle effusioni d'affetto, in pubblico, non gli erano mai piaciute ma adesso ne aveva tanto bisogno. Sospirò è iniziò a scrivere.
-Cara Kyumi,
mi ritrovo qui. Nel nostro posto, alla nostra solita panchina; ho portato con me la tua Reflex, dove ci sono ancora le ultime foto che abbiamo scattato insieme, e questo blocco di carta, che è l'unico modo che ho per parlarti. Ti ho portato una margherita bianca, quelle che tanto ti piacciono, e ho provato a piantarla sotto l'albero più grande del parco. Sto male Mimi, vorrei tanto che adesso mi abbracciassi o solo mi dicessi "ti amo"...-
- - -
Era il secondo giorno da quando Kyung era ritornata in Corea.Erano le 9:37 quandò si svegliò, si stiracchiò e prese dei vestiti puliti dalla valigia, si diresse verso il bagno, che fortunatamente era libero e si fece una doccia veloce; si vestì e andò in cucina, attirata da un forte odore di crepes.
"Oh Jin Oppa" lo salutò.
"Ben svegliata Kyung, hai dormito bene?" il ragazzo la guardò sorridendo.
"Certo. E tu?" ella si sedette su uno sgabello.
"Si, grazie per avermelo chiesto" rise egli.
"Hoseok sta ancora dormendo?"
"Credo di si, di solito i ragazzi preferiscono dormire quando non abbiamo nulla da fare ma, se vuoi andare a svegliarlo, vai." lo Hyung finì di cuocere la crepes e "Hai fame?" le chiese.
Kyung stava per rifiutare quando il suo stomaco parlò al posto suo, Jin sorrise e la mora arrossì; il ragazzo le piazzò il piatto davanti e "Non fare complimenti" disse.
Mimi iniziò a mangiare silenziosamente, consapevole che l'altro la stava fissando.
"Vuoi un mio giudizio o no?" chiese con ancora il boccone in bocca.
"Si"
"È la miglior crepes che abbia mai mangiato in tutta la mia vita. Se tutto ciò che cucini è buono come questa delizia allora, caro mio, hai sbagliato lavoro. Dovevi aprire un ristorante." esclamò ella.
"Grazie" Jin sorrise.
Quando finì di mangiare, ella lavò il piatto e si asciugó le mani.
"Adesso vado a svegliare Hobi, a dopo Jin" lo salutò e andò dal suo migliore amico.
Nella stanza entrò piano, senza fare rumore, si avvicinò e urlò "Svegliati sfaticato". Egli, dallo spavento, cadde dal letto,mentre lei se la rideva.
"Stupida mocciosa, sei morta." Iniziarono a rincorrersi e Kyung uscì dalla camera andando a sbattere contro Yoongi, che era appena uscito dal bagno.
"Che diavolo succede?" chiese.
"Hobi mi vuole uccidere." Mimi si nascose dietro di lui, che in confronto a lei, era molto alto. Gli strinse la maglia in due piccoli pugni e poggiò la fronte sulla sua schiena. Il rosso si irrigidì ma non si allontanò.
"Giuro che ti faccio fuori, idio-" appena anche Hoseok fu fuori dalla sua stanza, e vide i due, rimase sorpreso dalla scena.
Yoongi guardava il suo Dongsaeng, ma egli non sapeva se ricambiare lo sguardo del suo Hyung o fissare la testolina della ragazza che spuntava dietro di lui.
"Non dovresti andare a registrare tu?" chiese il rosso.
"Si. Ma non capisco perché la mia migliore amica si nasconda dietro di te." il moro incrociò le braccia.
"Siamo amici e tra amici ci si protegge." Si intromise Kyung, che, adesso, affiancava Suga.
"Amici?" chiese J-Hope.
"Esatto" confermò il rosso. "Adesso muoviti, che se facessi di nuovo tardi, sai come si incazzerebbe il manager." continuò.
"Certo Hyung, con te facciamo i conti dopo" indicò Mimi.
In risposta, ella gli fece una linguaccia.
Quando Hobi se ne fu andato Kyung, in meno di 24 ore, abbracciò di nuovo Yoongi. Questa volta ricambiò senza esitazione, sorridendo spontaneamente.
"Grazie per avermi difesa, Yoonni"
"Figurati Kyumi, tra amici ci si aiuta" ella lo strinse di più.
"Mi ricordi tanto una persona" si lasciò sfuggire Suga.
"Chi?" Domandò lei, incuriosita.
"Non ci pensare, non è nessuno di importante." la voce gli tremò ma Mimi capì che non era il momento, forse in futuro glielo avrebbe detto, ma quallo non era proprio il momento adatto. E lei lo sapeva. Hobi le aveva detto che non si fidava subito delle persone, quindi pensò che ancora non si fidasse di lei; ella, infatti, non gli aveva ancora dato un motivo per farlo.
"Suga Hyung! Volevo chiederti perché in questo testo, hai-" Namjoon si stava avvicinando ai due, con un foglio tra le mani e la testa china. Quando l'alzò vide i due stretti l'uno all'altra.
"Ho per caso interrotto qualcosa?" Chiese imbarazzato, grattandosi la nuca.
"No, nulla" risposero all'unisono.
"Oh, okay" si tranquillizzò il biondo.
"Bene, io vado. Ciao Yoonni, ciao Namjoon" la ragazza salutò i due e si diresse verso la camera degli ospiti.
"Cosa diavolo stavi facendo, idiota? Ci stavi provando?" sussurrò forte RapMon, che anche ella lo sentì.
"No. Non con lei" rispose Yoongi. E ciò fu tutto, prima che Kyung entrò nella stanza.
- - -
Erano le 10:43, Mimi stava aspettando la sua amica e nel frattempo stava congelando. Erano gli ultimi giorni di Ottobre, Novembre era alle porte ma faceva già molto freddo. Ogni tanto guardava l'orario sul display del suo iPhone.
10:45.
Le sembrava che il tempo non passasse mai.
10:46.
Nulla. Sbuffò, era stufa. Mimi non pretendeva che fosse proprio puntuale, poteva accettare 5, forse 10 minuti, di ritardo, ma non un quarto d'ora. Preferiva che le avesse detto che non poteva oppure, se avesse avuto qualcosa da fare, di dirle che le dava buca.
Stava per controllare nuovamente lo schermo che una voce da dietro le chiese "Non hai freddo?"
Ella si spaventò e si girò, portandosi una mano sul petto.
"Cavolo! Mi hai spaventata. J-J..." Non riusciva a ricordare il suo nome.
"Si, l'avevo notato." ridacchió "E comunque è Jimin. Mi chiamo Jimin." si mise le mani in tasca.
"Uh giusto. Scusa. È solo che non ricordo bene i vostri nomi."
"Non preoccuparti. Allora?" chiese lui.
"Cosa?"
"Non hai freddo?" ripeté la domanda.
"Ah, no, solo un pochino." rispose lei.
"È da quasi venti minuti che ti guardavo dalla terrazza e non ti sei mossa per tutto il tempo, sembravi spaesata; aspetti qualcuno?" dondolò sui talloni.
"Si, una mia amica. Ma penso mi abbia dato buca..." guardò, ancora una volta, l'ora "Già, penso proprio sia così" ripose il telefono nella tasca del cappotto beige che indossava e sbuffò, calciando una piccola pietra che si trovava sul marciapiede.
"Se posso sapere, chi è?"
"Non penso tu la conosca, ma fa nulla. Si chiama Soo Ra" al sentir quel nome, l'atteggiamento del moro cambiò, il suo sguardo divenne sfuggente, la sua postura s'irrigidì e le sue spalle si incurvarono verso l'alto.
A Kyung ricordò tanto la reazione di Hobi.
"La conosci?" chiese ella.
"No no! Mai sentita prima d'ora" scattò egli, quasi urlando.
"Oh, va bene" voleva chiedergli  ancora qualcosa ma lasciò perdere quando, la ragazza in questione, Soo Ra, la chiamò e Kyung rispose.
"Oh finalmente. Te la stai prendeno con comodo?" era molto arrabbiata, erano quasi più di venti minuti che la stava aspettando.
"Si, lo so, scusa. Ma volevo dirti che non verrò." il suo tono era strano.
"Mi stai dando buca, Soo?" okay, dopo questa, Mimi non ci vide più.
"No. Hai frainteso..." Kyung non la lasciò finire che "Bene, allora muoviti che è quasi mezz'ora che sto aspettando al freddo."
"No, non hai capito. Io non verrò a vivere con te."
Kyumi ci stette male.
"Cosa? Perchè?"
"Perché è così, devo... i-io... uhm... devo partire."
"E dove andrai?"
"In Francia, molto tempo fa mandai la richiesta di iscrizione ad un'università lì e oggi mi è arrivata la lettera in cui dicevano che mi hanno accettata" il suo tono sprizzava felicità.
"Wow" disse Mimi "Sono felice per te, fatti valere Soo. Adesso devo andare, a più tardi" invece, il suo tono, era freddo e distaccato. Kyumi avrebbe preferito che glielo avesse detto prima, almeno non avrebbe fantasticato sul nuovo appartamento o sulla convivenza assieme alla sua amica.
Adesso doveva solo dirlo ad Hoseok, non era poi nulla di così tragico. Certo, come no.
Sospirò e mise il telefono in tasca.
"Qualcosa non va?" chiese Jimin, che era rimasto tutto il tempo a fissarla e ad ascoltarla in silenzio, senza fiatare.
"No, affatto. Devo solo dire ad Hobi che non mi trasferisco più e che, se vorrà vedermi, dovrà solo attraversare la città. Nulla di che" rispose.
"Che vuoi dire?"
"Che Soo Ra deve partire e avere le spese di un appartamento sulle spalle non è facile, soprattutto per una persona."
Jimin sorrise "Credo che questo sia il tuo giorno fortunato"
"Che intendi?" Chiese ella.
"Adesso lo scoprirai." mandò un messaggio a qualcuno, poi le prese il polso e la portò in un posto.
- - -
"Jimin Oppa! Dove stiamo andando?" Mimi aveva quasi il fiatone, Jimin la stava trascinando da molto tempo, senza dirle dove la stava portando.
"Fidati di me Kyung Mi" sorrise egli.
La portò in un bar e si sedettero vicino alla finestra.
"Mi spieghi perché siamo qui?" Mimi poggió le braccia sul tavolo.
"Hai detto che ti serviva una coinquilina no?" chiese il moro.
"Si, e allora?"
"Devi sapere che anche mia cugina cerca una coinquilina con cui dividere le spese di un appartamento, poi tu mi hai detto che la tua ti ha dato buca e allora ho pensato 'perché no?' a momenti arriverà e la conoscerai. Sono sicuro che andrete subito d'accordo." spiegò egli.
"Oh, wow, è una cosa fantastica. Grazie Jimin-yah" sorrise Mimi.
"Non devi ringraziarmi e poi chiamami pure Chim Chim." ricambiò il sorriso.
- - -
"Eccomi, scusate il ritardo" una ragazza dai capelli rosa si avvicinò al tavolo, aveva il fiatone e uno zainetto nero sulle spalle.
"Sono appena uscita da scuola. Mi dispiace tanto" face un piccolo inchino e si sedette accanto al moro.
"Piacere io sono Park Hae Jung, la cugina di Jimin." allungò la mano verso Mimi, che strinse.
"Io sono Park Kyung Mi, piacere." sorrise.
"Park?" Rise Hae Jung "Siamo per caso parenti?"
Anche Kyung rise.
"Non credo. Sono nata e cresciuta a Gwangju."
"Anche Hobi" sussurrò Hae Jung, abbassando lo sguardo.
"Va bene. Credo che questo sia il momento in cui io mi alzo e vado a prendere qualcosa, okay?"
Le due ragazze annuirono e Chim Chim si diresse verso il bancone mentre, Mimi, sorridendo, si avvicinò alla ragazza.
"Per caso ti piace Hoseok?" le chiese.
"No!" Rispose subito "Cioè è un bel ragazzo ma è più grande di me e non gli ho mai parlato molto, se non per dirgli un 'ciao' e basta"
"Ringrazia che sono la sua migliore amica" scherzò Kyumi.
"Che intendi?" La fissò Hae Jung.
"Praticamente io e Hobi stiamo sempre insieme quindi sarà come se lui vivesse con noi e avrai anche modo di conoscerlo." spiegò.
"Uh" arrossì l'altra "Non credo che lui sia interessato ad un tipo come me." abbassò di nuovo lo sguardo ma Mimi glielo alzò.
"Hey!" Esclamò "Da adesso in poi noi siamo amiche, e forse anche coinquiline, quindi ti darò una mano a conquistare il cuore di Hobi. E, fidati, a lui non interessa che tipo sei: bassa, alta, magra o robusta, per Hoseok conta solo il fatto che ami solo ed esclusivamente lui." La rassicurò.
"Mh... Sei sicura?"
"Certo"
Non ebbero modo di continuare a parlare che Jimin ritornò con un vassoio: c'era un cappuccino, del succo d'arancia e della cioccoloata calda, due cornetti a ciccolata e una fetta di torta a fragola.
Diede il cappuccino e un cornetto ad Hae Jung, la ciccolata calda e l'altro cornetto a Kyumi e poi iniziò a mangiare la sua torta.
"Jimin da quando mangi le torte alla fragola?" gli chiese la ragazza dai capelli tinti.
"Da adesso. Ha un bell'aspetto e anche un buon sapore" parlò con la bocca piena.
"Vuoi un po'?" Chiese alla cugina.
"Si." la imboccò e poi guardò Kyumi
"Vuoi un po' anche tu?"
"Oh no, grazie" rifiutò cortesemente "Non mi piacciono le fragole"
Jimin stava quasi per strozzarsi mentre Hae Jung sgranò gli occhi.
"A chi non piacciono le fragole?" Esclamarono entrambi.
"A me" rispose la mora.
"Tu non sei normale, Kyung Unnie." Continuò la ragazza
"Sei un alieno?" Riprese Chim Chim.
"Dai. Non facciamone un problema di stato" ci scherzò su Mimi "Adesso muoviamoci che voglio andare a vedere l'appartamento."
- - -
Dopo aver finito, erano usciti dal bar e si stavano dirigendo verso la loro, forse, futura casa.
"Non vedo l'ora di vederla" esclamò Hae Jung.
Jimin sorrise, aveva sempre avuto un bel rapporto con sua cugina e adesso, averla a pochi metri di distanza da casa, gli faceva molto piacere.
Giunti vicino al bar, Chim Chim voleva farle entrare nella sua casa ma le due ragazze vollero subito andare a vedere l'appartamento.
"Argh. E va bene." Sospirò infine.
Mentre salivano le scale, videro un ragazzino, più o meno aveva 15 anni, a cui Jimin chiese se i suoi genitori fossero in casa.
"Si, papà sta preparando gli ultimi scatoloni" rispose.
"Grazie mille" disse il moro.
Arrivati accanto ad una porta aperta, Chim Chim bussò al campanello.
"È aperto" urlò una voce maschile.
I tre entrarono e quando, un uomo che sicuramente aveva 50 anni, lo vide, sorrise.
"Oh. Ciao Jimin." Salutò cortesemente.
"Buongiorno Signore. Loro sono mia cugina, Hae Jung, ed una mia amica, Kyung Mi e sono interessate a comprare quest'appartamento." Spiegò subito Chim Chim.
"Wow è una bella notizia. Fino ad ora non era arrivato nessuno e iniziavo a pensare che non lo avremmo mai venduto" il sorriso di quell'uomo si allargò ancora di più a tal punto che anche i tre ragazzi sorrisero.
"Venite, vi mostro la casa"
Il primo posto che gli mostrò fu la cucina: era in stile rustico, molto carina al parere delle due ragazze.
"Questa è una cucina in stile rustico ma ha l'arredamento country chic. Da come potete vedere i mobili sono, diciamo, ancora nuovi. A mia moglie piaceva avere cura di questo posto, perchè qui ci passava la maggior parte del tempo."
Le due ragazze iniziarono a guardarsi intorno, la stanza era molto grande: il tavolo era posto al centro; era color ciliegio e anche le sedie erano del medesimo colore; c'era anche un balcone con i bordi contornati da vasetti con varie specie di fiori.
A Kyumi piacque molto.
"Il salone, invece, è dall'altra parte" l'uomo li guidò in un'altra stanza, più grande della precedente, con le pareti di un marroncino chiaro, dove c'erano un divano e due poltrone nere, un tavolino di legno, anch'esso color ciliegio. Di fronte al divano c'era un camino e, sopra quest'ultimo, attaccata al muro, c'era una televisione, abbastanza grande. Anche quì c'era un balcone molto grande.
Ai lati del camino c'erano due librerie vuote, Hae Jung pensò che fossero ideali per tutti i libri che aveva a casa.
"Penso che il salone lo dovreste arredare voi" rise il proprietario.
"Mi scusi" si intromise Chim Chim, che fino ad allora aveva solo seguito i tre "Ma il divano, le poltrone e le altre cose, non le portate con voi?"
La sua domanda era la stessa che anche le due ragazze si stavano ponendo.
"In effetti no, abbiamo già tutto nell'altra casa. Ma, se non vi piacessero, non fatevi problemi a buttare tutto" sorrise.
Dopo gli mostrò il resto della casa, ovvero: il bagno, le tre camere da letto, il ripostiglio e la terrazza. In tutte le stanze, tranne il ripostiglio, c'era un balcone che poteva avere una o due entrate.
Dopo avergli fatto fare tutto il giro della casa, ritornarono nel salone.
"Allora, che ve ne pare?" Chiese l'uomo, abbastanza eccitato.
"A me piace molto, a te Hae Jung?" Disse Mimi.
"Anche a me. Ma vorrei sapere il prezzo" rispose.
"Per il prezzo non preoccupatevi. Ci penserò io. Prendetelo come un regalo di benvenuto" sorrise Chim Chim.
"Neanche per sogno" disse Kyung.
"Non potremmo mai accettare Jimin-yah" continuò sua cugina.
"Il prezzo è di 500.000 won" si intromise l'uomo.
"La compriamo" confermò il moro.
Le ragazze rimasero sorprese.
"Giuro che ti ridaremo tutti i soldi" disse Kyumi, ancora scioccata.
"Non dovete. Ve lo ripeto: è un mio regalo di benvenuto. Adesso andiamo a dare la notizia agli altri" sorrise il ragazzo.
Mentre le due ragazze uscivano, Jimin firmava un assegno per il pagamento della casa che, adesso, era ufficialmente delle ragazze Park.
- - -
Erano tornati a casa dei Bangtan ed erano tutti riuniti in salotto: Jimin, Hae Jung e Kookie erano seduti sul divano, Namjoon e Taehyung erano seduti sulle poltrone mentre Hobi e Yoongi erano seduti sui bracci del divano.
Kyumi, che era andata a fare i suoi bisogni, dopo aver fatto lo scarico, era uscita dal bagno e giunta in salotto si guardò intorno.
"E io dove mi siedo?" Chiese confusa.
"Per terra, dove sennò" rise Hobi.
"Non sei divertente." rispose la mora, nel frattempo si era avvicinata al rosso che, all'improvviso, l'aveva tirata a sé, facendola sedere sulle sue gambe. Tra i ragazzi si alzò un sonoro "Aww", Kyumi arrossì mentre Yoongi sorrise.
"Sareste una bella coppia" esclamò Jungkook, anch'egli sorridendo.
Hobi, stranamente, non disse nulla, anzi, sembrava molto felice.
"Bene" si alzò Jimin "Le due signorine Park hanno qualcosa da dirvi, vero?" Fissò le due ragazze.
"Jimin ha comprato l'appartamento al piano superiore e adesso è diventato casa nostra" disse Hae Jung.
"È una cosa fantastica" disse Namjoon.
"Adesso potremmo vederci tutti i giorni" esclamò Hoseok.
Yoongi rafforzò la presa sui fianchi di Kyung Mi, ella sorrise e poggió le mani su quelle del ragazzo, che in seguito strinse.
Hobi li fissava e, anche se gli constava ammetterlo, era d'accordo su ciò che Kookie aveva detto in precedenza: sarebbero stati una bella coppia quei due.
"Ragazzi" Tae spezzò quel silenzio che si era creato "Tra due giorni ci sarà la festa di Halloween. Ci andremo tutti, vero?"
"Certo" confermarono tutti, o meglio, quasi.
"Io non credo che verrò" tutti gli sguardi furono puntati sulla piccola Kyumi.
"Sei seria? Non puoi mancare Mimi" disse Hoseok.
"Hobi-yah" iniziò a spiegare "Nessuno mi ha invitata, non mi va di venirci da sola. Soprattutto perché è una festa per le coppie." concluse.
"Perché non me lo hai detto prima? Avrei invitato te e ci saremmo andati insieme" disse il moro.
"Non preoccuparti" sorrise Kyumi.
Jungkook diede una gomitata al ragazzo che la teneva stretta e sussurrò uno "Hyung..."
Yoongi diede una veloce occhiata al suo Dongsaeng e fece un respiro porofondo.
"Lasciami in pace Kook" sussurrò a sua volta il rosso.
Il pomeriggio lo passarono tra chiacchiere, risate e qualche battutina su Mimi e Yoongi.
Fattasi sera, Hae Jung si diresse subito al loro nuovo appartamento, mentre Kyumi le disse che l'avrebbe raggiunta più tardi.
Era nella stanza degli ospiti che rimetteva alcune cose nella valigia, quando Yoon, poggiato con una spalla allo stipite della porta, bussò; Kyumi si girò e, quando lo vide, sorrise.
"Hey" disse ella.
"Cosa stai facendo?" chiese lui, vedendola armeggiare con alcuni vestiti.
"Rimettevo le cose nella valigia, tra un po' vado via anche io"
"Ascolta" il ragazzo le si avvicinò e mise le mani nelle tasche "Mi chiedevo se ti andasse di andare al ballo di Halloween con me, dato che non avevo ancora invitato nessuno" era a pochi metri di distanza da lei.
"Mi piacerebbe molto ma non voglio che tu ti senta obbligato ad invitarmi solo perché non ho nessuno con cui andarci."
Yoongi le prese il viso tra le mani.
"Ragazzina io non mi sento affatto obbligato" sorrise "Ti ci voglio portare sul serio a quel ballo"
Il sorriso di Kyumi si allargò e abbracciò subito il ragazzo.
"Grazie mille, Yoonni"
"Non ringraziarmi Kyumi" la strinse.
Era la terza volta che lei lo ringraziava e poi lo abbracciava. Un vero e proprio chlicè.
"Adesso andrai al tuo nuovo appartamento?" le chiese.
"Si, non vedo perché debba disturbarvi ancora" ella sciolse l'abbraccio.
"Hey! Tu non disturmi mai." Egli le pizzicò i fianchi. A Kyumi scappò una risatina.
"Va bene,va bene" si allontanò, per evitare un qualunque altro attacco da parte del ragazzo "Adesso meglio che vada a tu vai a mangiare e poi dritto a letto" disse Mimi.
"Si signora" Yoongi fece il saluto del militare e poi sorrise, le si avvicinò e, piegandosi un po', le baciò la fronte.
"Adesso giuro che ti lascio andare" ridacchiò e l'aiutò a portare le valigie nella sua casa.
Davanti la porta Mimi gli chiese se volesse entrare ma Yoongi rifiutò dicendo "Non posso, una certa ragazzina mi ha detto che devo mangiare e poi andare a letto. Sai non vorrei disubbidirla, non so cosa mi aspetta dopo" l'ultima parte la disse sussurrando, in modo scherzoso.
"Uh che peccato, non ci voleva proprio. Chissà che punizione crudele ti ha riservato se non l'ascoltassi" Mimi stette al gioco.
"Credimi, non voglio saperlo" rise il rosso "Adesso vai che anche tu hai bisogno di mettere su qualche chilo e di riposare." le disse in modo premuroso, come ogni amico fa.
"Va bene, allora... Buonanotte Yoonni" sorrise ella.
"Buonanotte Kyumi" non sapeva come salutarla, così le diede un bacio sulla guancia.
"Ma cos'è? Hai mangiato molto zucchero, Suga?" Chiese ridendo.
"No, perché?" Egli incaricò un sopracciglio.
"Stai dando tante dimostrazioni d'affetto, oggi" rispose.
"Uh... Se ti dà fastidio dillo, che la smetto" Yoongi iniziò a dondolare sui talloni.
"Oh no, affatto, anzi. Ma credevo fossi un ragazzo freddo a cui non piacciono queste cose."
Il rosso sorrise "Mai fermarsi alle apparenze, ragazzina, non farlo mai." detto ciò la lasciò lì è ritornò al dormitorio.
"Kyung Mi? Sei tu?" La voce di Hae Jung proveniva dal salone.
"Si, sono io" rispose ella, chiudendo la porta e raggiungendola.
- - -
Erano le 23:47, Kyumi non riusciva a dormire, si rigirava in un letto che non sentiva suo. La differenza tra i letti della Corea e quelli dell'Inghilterra si sentiva. Ma sapeva che in realtà non era così.
Tra due giorni, o meglio, tra un giorno, visto che era quasi mezzanotte, ci sarebbe stato il ballo di Halloween e Mimi era sicura di avere dei vestiti ma nessuno era adatto a quella situazione; iniziò a farsi dei complessi come: 'Se a Yoonni risultassi buffa?' oppure 'E se il vestito non gli piacesse?' Lei era fatta così, si faceva dei problemi per cose inutili.

How I wish that was me|| Min YoongiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora