12 dicembre 1998.
Isabelle continuava a camminare lungo il vialetto alberato che portava a casa sua. C'era un leggero venticello che le buttava i suoi capelli perfettamente stirati sul viso e lei ogni volta li risistemava accuratamente dietro l'orecchio come ignorando che un attimo dopo quelli avrebbero ripreso ad infrangersi con forza sul suo viso per opera del vento di dicembre.
Il luogo era deserto,l'unico rumore udibile era quello dei suoi tacchi che picchiavano sulla strada ad ogni passo spaventato della ragazza.
Il posto non era illuminato se non dalla luce che proveniva dalle case.
Continuava a camminare quando sentì qualcosa muoversi dietro di lei.
Subito la sua camminata si arrestò e rimase immobile come ghiacciata.
Si voltò lentamente,ma non vide nessuno. Dopo qualche istante riprese a camminare,ma questa volta con più sveltezza,anzi,correndo.
Il suo respiro era sempre più affannoso. La paura che fosse ritornato ce l'aveva scritta in faccia,anche se col buio non si vedeva.
Perché se l'avesse vista provare paura adesso,avrebbe perso questa e tutte le altre partite.
Il silenzio fu interrotto dal suo orologio da polso che segnava le otto di sera. Si spaventò a morte.
Arrivò alla fine della strada tirando un sospiro di sollievo. Poi si nascose dietro un muro e sbirciò dietro a questo per vedere se c'era qualcuno nel vialetto.
Niente.
Magari si era impressionata,come le capitava spesso.
Non poteva tornare proprio adesso,il loro conto era chiuso,era stato chiuso anni fa e le aveva procurato non pochi problemi.
Nonostante questo,le era stato promesso che il suo segreto fosse al sicuro e di quello era certa: mai sarebbero ritornati,mai,se non perché sarebbe accaduto qualcosa.
E allora sarebbe diventata di nuovo una schiava del potere.
Senza neanche accorgersene era arrivata a casa,prese la posta,infilò la chiave nella serratura ed entrò salutando distrattamente sua madre che la stava aspettando impazientemente.
Mentre terminava di disporre i piatti sul tavolo tutti in ordine come sempre alzò lo sguardo, accennò un sorriso e poi disse:"Ciao tesoro,hai fatto tardi stasera...Ily ti ha fatto perdere la cognizione del tempo immagino. È una ragazza stupenda,ma quanto parla! Non mi sorprenderebbe se un giorno la vedessimo condurre un reality show.."
Non sapeva nemmeno lontanamente di cosa sua madre stesse parlando,non l'ascoltava più da quando sentiva quella strana sensazione. Non riusciva a pensare ad altro.
"Isabelle mi ascolti,tesoro? Cos'hai stasera? Ti vedo strana..."
E i suoi pensieri vennero interrotti da quelle parole pronunciate con un filo di voce da una donna che non era più quella di prima.
"Il giorno" aveva cambiato tutti,dal più indifferente al più insensibile."E la mamma era così coraggiosa,sa? Quando da piccola correndo cadevo e mi sbucciavo il ginocchio lei sorrideva dolcemente e lo disinfettava. Quando era triste non lo faceva vedere,e se accadeva qualcosa lei si rialzava sempre. Non esistevano momenti bui per la mamma,signorina Emmis.
Era una donna straordinariamente perfetta - diceva sempre mio padre -
Fino a "Il giorno"...
"Scusami mamma,non mi sento molto bene,magari ceno più tardi ok? Ah,questa è la posta della giornata,ho già preso quella indirizzata a me. Buonanotte mamma."Isabelle la salutò e salì le scale dirigendosi in camera sua.
Era sempre molto disordinata,ma aveva quel tocco speciale che lei dava alle cose. Se così non fosse stato sua madre l'avrebbe costretta a riordinarla molto tempo prima...era viola e nero con poster ovunque,scritte e dediche. In un angolino aveva raccolto tutti i disegni che faceva da piccola in cui era raffigurata la sua famiglia,la sua vita perfetta che era convinta nessuno le potesse rovinare..era piccola,d'altronde.
Posò la borsa,tolse il cappotto e si gettò sul letto a guardare le luci della strada proiettate sul soffitto mentre si accarezzava i capelli imitando il modo in cui lo faceva sua madre a lei.
E poi,quasi come dopo aver contato le pecorelle si addormentò.
Ciao a tutti!!
Spero vi piaccia,in questo caso commentate e se vi va lasciate un voto~Emy