13 dicembre 1998,ore 7:34.
Isabelle si svegliò con ancora il jeans e le scarpe in dosso.
Una luce debole attraversò le tende chiuse a metà e arrivò ai suoi occhi ancora assonnati,il che istintivamente la fece girare dal lato opposto del letto.
Chiuse gli occhi per altri cinque minuti poi promise a se stessa di alzarsi,ma per la mente le passavano solo scene di quella maledetta giornata di 3 anni prima.Nella sua testa sentiva le urla disperate miste alla confusione che le facevano perdere il senso dell'orientamento.
Vagava per la strada barcollando,con i vestiti strappati dalle lame e le ferite sanguinanti che le provocavano un dolore atroce e nel frattempo,continuava a piangere.Si rigirò ancora una volta dalla parte opposta del letto dove era sdraiata e riaprì gli occhi che minacciavano un pianto,ma si alzò di scatto alzando gli occhi al cielo cercando di non mostrare emozione alcuna..non poteva permetterselo.
Mentre era seduta al centro del letto con le gambe incrociate e le mani fra i capelli cercando di trovare un'auto-consolazione,sua madre bussò leggermente alla porta avvisandola che le aveva lasciato la colazione in cucina perché sarebbe dovuta uscire.
Julien sapeva che Isabelle era sveglia,ma non entrava mai nella sua stanza senza aver avuto il permesso della figlia.
"Era una ragazza riservata, gelosa e complicata" le ripeteva scherzando ogni qual volta cercava un approccio con Isabelle e lei glielo negava.
Ci rimaneva male a volte perché si sentiva esclusa dalla vita della sua unica figlia,ma non la forzava.Isabelle non rispose all'avviso di sua madre,semplicemente aspettò che se ne andasse e basta.
Si alzò e si stropicciò la faccia,aprì la porta ma improvvisamente squillò il telefono. Era Kart.
Esitò."Ciao Kart"
"Buongiorno Belle,ti va se ti passo a prendere questa sera,magari andiamo al cinema così stacchi un po la spina? Ti vedo giù negli ultimi tempi e mi fa male vederti così.
Allora Belle,ci stai?""Io..sì,ok Kart. Ci vediamo stasera." non ce la faceva a fare l'indifferente col suo ragazzo.
Aveva bisogno di affetto e di protezione. Voleva lui accanto in questo momento, sentire le sue labbra nelle sue e pensare che non sarebbe accaduto più niente.
Non le piacevano le fiabe,no."Ti amo" aggiunse dopo un po.
"Anch'io,Belle." chiuse la telefonata.
Posò il cellulare sul comodino,prese le chiavi e le sistemò nella tasca del jeans mentre scendeva le scale ignorando la colazione che stava sulla tavola.
Accese il motore e andò in centro a comprare un vestito per la sera.
Uscì dal negozio ancora arrabbiata con se stessa per aver speso così tanto per "quel coso che non aveva i pantaloni" e ancora non riusciva a capacitarsene che quasi lo riportò indietro.
Le piacevano i jeans,magari anche strappati,le magliette scollate e le scarpe da ginnastica.
Era cresciuta in un universo in cui non esistevano tacchi.
Distolse lo sguardo dalla busta che aveva tra le mani e senti come qualcosa che l'afferrava.
Tirò dalla parte opposta come se volesse liberarsi dalla presa del demonio che era venuto a prenderla per costringerla a vivere all'inferno,e quasi non cadeva dal marciapiede."Scusami" disse il ragazzo. "Davvero,non credevo di spaventarti,ti sei fatta male?"
"No,scusami tu,ero sovrappensiero e a momenti ti trascinavo con me sotto un'auto" proferì scoppiando in una fragorosa risata "Mi dispiace" - continuava a ridere- "è che......." - rideva.
"È tutto così buffo non trovi?" - aggiunse lui ricambiando la risata "Come ti chiami?"
"Isabelle" rispose. "E tu?" chiese.
"Se vuoi davvero saperlo vieni al parco alle sette" le propose ammiccando e facendosi tutto rosso.
"Io,cioè.... Sì. Va bene allora ci vediamo dopo,così magari mi spieghi il motivo del tuo strattonamento,signor Inconnu!"
"Eh..già HAHAHA,contaci Isa."
E quando già si era allontanato da lei si ritrovò ancora un sorriso stampato in faccia che d'improvviso venne sostituito da una sensazione di caldo.
Era emozionata a causa dell incontro.
E ancora sorridendo e cercando di prendere aria usando un giornale a modi ventaglio se ne tornò a casa.
Aveva conosciuto l'Inconnu,non sapeva niente di lui,ma....le era piaciuto.
Arrossì e sorrise a quel pensiero.Hey heeeeyy!!
Vi auguro innanzitutto buone feste e poi solo un momento per leggere il capitolo!
Al prossimo capitolo ragazziii
~Emy