Capitolo 4

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"I'll show you all the stars only if you ask me
You are the best of me, my heart is yours now."

L'audizione era passata e con lei anche i bootcamp e le prime puntate, Marco era sempre più agitato e inconsapevole del suo successo, io invece tutti i giovedì lo guardavo incollata alla TV sempre più fiera di lui.
Alla fine di ogni puntata lo chiamavo e lui puntualmente si metteva a piangere per sfogare tutte le emozioni che provava: a volte rabbia per non essere riuscito ad esprimere tutto se stesso, a volte commozione verso una canzone che sentiva particolarmente.
Nonostante le telefonate di ogni settimana, continuavo a sentire la sua mancanza come un vuoto dentro.
Stavo iniziando a dare ragione ad Alice, forse mi piaceva davvero Marco, però avevo deciso di non dirgli niente perché avevo paura di rovinare un bellissimo rapporto come il nostro.
Un giovedì sera mentre aspettavo di vedere Xfactor decisi di controllare la posta che mi era arrivata quel giorno.
Erano quasi tutte lettere di pubblicità o bollette da pagare ma una attirò la mia attenzione: sulla busta c'era il logo dell'università.
L'aprii è dentro trovai quel che tutti gli universitari sognano: una borsa di studio per un master di tre anni in America ad Harvard.
Non sapevo se essere contenta di questa cosa, perché in fondo era quello che avevo sempre voluto: l'America il mio grande sogno. Però poi pensavo all'Italia, a Roma, alla mia famiglia, ai miei amici, a Marco e mi veniva una gran voglia di accartocciarla e rinunciarci.
Alla fine misi a parte le preoccupazioni e scelsi.
Scelsi di partire per me stessa per cambiare vita, per costruire la carriera che sognavo.
Ovviamente Marco non avrebbe saputo niente aveva già tutte le sue ansie che sommate alle mie lo avrebbero distrutto e poi non volevo rovinare la sua felicità.
Piano piano i giorni passavano e io cominciavo a mettere in valigia pezzetto per pezzetto la mia quotidianità romana per poi cercare di ritrovarla una volta arrivata ad Harvard.
La sera della semifinale Marco cantò il suo inedito che mi fece venire la pelle d'oca.
Poi la sera tardi parlammo un po' al telefono...
-Marti sai che l'ho cantata per te, per noi perché anche nei miei momenti bui tu mi hai sempre portato dove si vola-
-Marco, quando ti ho sentito cantare mi sono venuti i brividi. Sei stato fantastico davvero...-
-Alla finale vieni vero? Ti prego ho bisogno di te ... tutta questa ansia io non ce la faccio più...-
-Non lo so Marco, l'Università mi preme un sacco ...-
-Martina, io ho paura...-
-Di cosa Marco?-
-Di essere cambiato, di diventare un montato, di essere un emerito cretino ....-
-Non lo devi nemmeno pensare, ogni volta che ti guardo alla TV mentre canti vedo lo stesso  Marco che mi ha versato la cioccolata sulla maglia sempre lui, sempre il mio migliore amico.-
-Grazie Martina ...sei importante per me -
-Anche tu Marco, non ti rendi conto quanto-
-Buonanotte giornalista-
-Buonanotte cantante-
Dopo quella telefonata non lo sentì più per tutta la settimana, durante la quale l'Università mi comunicò la data della partenza :il 3 dicembre, giusto il giorno dopo la finale.
Ma comunque avevo deciso di fargli una sorpresa per l'ultima puntata: sarei andata da lui in studio a Milano per vederlo.
Partii la mattina presto, stretta nel mio cappotto blu, presi il treno e il viaggio fu interminabile.
La sensazione di essergli sempre più vicino mi faceva sentire meglio, perché infondo ormai avevo capito che Marco era qualcosa di più di un amico per me.
Avevo deciso di reprimere i miei sentimenti, per me, per lui perché così sarebbe andata meglio,pensavo.

Marco pov
Credevo mi eliminassero alla seconda puntata, e invece ero ancora lì a combattere per il mio sogno. Mancava solo la Finale e poi tutto sarebbe finito, non sapevo come sarebbe andata ma ero fiducioso, l'inedito era piaciuto, ma io restavo comunque tesissimo.
L'avevo indirettamente dedicato a Martina mentre lo scrivevo e quindi quando lo cantai quella sera sentì il bisogno di dirglielo anche se ero convinto di aver sbagliato a confessarglielo...
Mi ero innamorato di lei, ormai ne ero sicuro glielo avrei confessato la sera, dopo la Finale, sarei partito il prima possibile per andare da lei. Ero pazzo sì, ma perso di lei.
E solo dentro Xfactor ero riuscito a convincermene completamente, mi mancava come l'aria.
La settimana dopo la Semifinale passò velocissima fra prove e prove, ero stanchissimo.
Ma la sera migliore della mia vita era arrivata e mi impegnai con tutto me stesso per essere forte.
Mentre cantavo "Dove si vola" inevitabilmente cercavo fra la folla i suoi occhi ma sapevo che era rimasta a Roma per l'Università.
Quando incontrai il suo sguardo però rimasi sorpreso, mi emozionai quella sera non solo perché sarebbe stata una delle più importanti della mia vita ma perché lei era lì per me.
Ero impaziente, di rivedere Martina, di sentire il nome del vincitore, di sapere se la mia vita di lì a poco sarebbe cambiata.
Successe tutto di colpo, il mio nome urlato dal presentatore, la gioia generale dello studio, la consegna del premio. Tutto di colpo.
Poi lei, le sue braccia attorno a me e i migliori complimenti per me mi arrivarono alle orecchie come un sussurro
-Complimenti mio cantante, sapevo che ce l'avresti fatta tu sei troppo forte!-
Non riuscii nemmeno a ringraziarla che subito fui travolto da mille giornalisti, però le mimai un "non te ne andare" e lei annuì.
Persi il conto delle interviste che mi fecero, mi ricordo solo che quando finirono erano più o meno le quattro.
Stavo vagando nei camerini degli studi per trovarla, ma mi sembrava di girare a vuoto.
Ad un certo punto ho sentito un accordo di pianoforte, l'accordo della nostra canzone "The scientist" dei Coldplay. Ero sicuro fosse lei, ci avrei scommesso tutto; infatti la trovai lì seduta mentre suonava. Stava piangendo in silenzio e non era un buon segno.
L'abbracciai e subito si calmò come quando eravamo piccoli.
Ci perdemmo negli occhi i miei dentro i suoi, potevo leggerle dentro.
Le asciugai le lacrime con i pollici e la vidi sorridere contro il mio petto.
Si staccò leggermente da me giusto per tornare a guardarmi negli occhi.
Piano piano mi avvicinai, ero convinto che anche lei lo volesse, sempre più vicino, la vedevo chiudere le chiglia in attesa del mio passo, e poi non resistetti la baciai.
Fui travolto da una marea di emozioni, le sue labbra contro le mie, una sensazione fantastica.
Le sue sapevano di menta e me ne innamorai immediatamente.
Continuammo a baciarci per un po' come se dovessimo recuperare tutto il tempo perso.
Ad un certo punto mi respinse
-No Marco, è tutto così sbagliato, io non posso..-

Angolo autrice❤️
Mi scuso infinitamente con tutti voi per tutto questo tempo di silenzio ma ora sono tornata. Intanto ringrazio tutti per le 300 visualizzazioni. Grazie a tutti❤️
Buona lettura!

Guardami, per un momento, sono io, sempre lo stesso.❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora