capitolo 7

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'Voglio che lei trovi Mason per me.'

Dico alla fine, cercando di mettere nella mia voce tutta la sicurezza che ho in corpo.

'Cosa?'

Mi risponde Adam, spalancando gli occhi azzurri.

'Ha capito bene, voglio che scopra dove si trova Mason... privatamente, senza aprire nessuna indagine.'

È sconvolto.
Siamo ancora nel suo studio, e lui comincia a camminare avanti e indietro per tutta la lunghezza della stanza.

'Io non so se posso farlo.'

'Certo che può.'

'Lei sa che ciò che mi sta domandando richiede un costo, vero?'

'I soldi non sono un problema.'

Dico estraendo una busta bianca dalla borsa e appoggiandola sulla scrivania di legno scuro.

Lui annuisce pensoso, per poi avvicinarsi e sedersi sulla sua sedia.

'Ok, lo farò.
Torni domani mattina e cominceremo.'

'Cominceremo?'

'Sì, avrò bisogno di un assistente, e lei mi aiuterà.'

Dice sorridendo.

Io? Assistente? Ma se a stento riconosco qual è la destra è qual'è la sinistra!

'Umm... ok.'

Rispondo alla fine; se è necessario per ritrovare Mason lo farò.

Mi fa un cenno con la testa che interpreto come un perfetto ora puoi anche andartene, grazie e arrivederci, mi alzo ed esco dalla stanza.

Oddio e ora da che parte è l'uscita?

Seguo un corridoio a caso, trovandomi davanti ad un bel muro bianco.

Ok, allora devo andare dall'altra parte.

Mi ricordo che eravamo passati da una porta, e questo presuppone che io ora debba uscire dalla stessa... peccato che qui ci siano porte ovunque.

Ma Jackson doveva proprio decidere di andare ad abitare nel castello di un falegname speciale delle porte?

Oddio, cosa sto dicendo? Sto delirando, chiamate un medico.
No, non sono proprio una persona normale.
Ma hey, in fondo nessuno è normale.
Questo dovrebbe rassicurarmi.

Va bene, ora il piano è: apri porte a caso finchè non trovi quella giusta.

Mi sembra un'idea geniale.

L'ho sempre detto che sono una persona intelligente.

Apro la prima.
No, non è questa.

Proviamone un'altra.
No, neanche.

La terza è la volta buona.
E invece no.

La quarta?
Nemmeno.

Questa cosa è scoraggiante, mi sembra di stare in un labirinto.

Mettere un cartello con la freccina e la scritta uscita no eh?

Quando apro la quinta porta mi accorgo che la stanza non è vuota.
Un ragazzo è seduto su una sedia, e ha le cuffie nelle orecchie.

Sposta lo sguardo dallo schermo del suo cellulare al mio viso.

Un attimo, ma io l'ho già visto da qualche parte... non mi ricordo dove, sempre grazie alla mia memoria di ferro.

Si alza di scatto, venendo velocemente nella mia direzione.

'E tu chi sei?'

Non mi lascia il tempo di rispondere perchè aggiunge

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 03, 2016 ⏰

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