Gli occhi appartenevano ad un ragazzo, dietro le sbarre. Sembrava giovane. Diciotto, diciannove anni. Una disordinata chioma nera gli incorniciava il viso mortalmente pallido
Non riusciva a capire Frank non riusciva a capire il motivo per cui era stato rinchiuso dietro le sbarre.
Aveva avuto un attacco di panico?
Un disordine mentale? E chi lo sapeva.
Portava una camicia di forza che lo faceva respirare appena, tremava e si dimenava per scappare da quel posto, voleva uscire a tutti i costi.
Ma lo sapeva eccome che non poteva fare niente.
Niente di niente.
"Ragazzo. Cosa volevano da te quei teppisti?" disse.
"Niente. E...sto bene."
" da come ti vedo non stai affatto bene"
E aveva ragione.
"Sì ... ma come ti chiami?"
"Gerard Way, e tu?"
"Frank Iero."
"Bel nome. Per avere diciasette anni ti reputo un bel ragazzo sai?"
"Eccome Way."
Restammo per qualche minuto in silenzio, e ad un tratto Gerard divenne strano. Era in preda a strane convulsioni, sembrava epilettico. I suoi occhi si fecero vacui e folli,
Si dimenava urlava e scalciava con tutto se stesso, le sue urla rimbombavano ed erano veramente agghiaccianti.
Frank udì dei passi che lo fecero rabbrividire e subito si nascose in una specie di armadio in un angolo.
Vide entrare due uomini in camice bianco che appena avvistarono Gerard in quello stato cominciarono a picchiarlo e a somministargli medicinali a forza.
Non poteva vedere quella scena, lo faceva stare male, le lacrime che scendevano dal suo viso lo impressionavano troppo. Come può un essere umano essere trattato così? Privato della sua volontà. Frank scappò.
Dopo essere uscito da quel posto, un bruciante senso di colpa si avvento' su di lui.
Era uno stupido.
Un illuso.
Un codardo. Scappato come un coniglio, per non vedere la sofferenza.
Una persona terribile, a chi poteva piacere lui? A nessuno, naturalmente.
Abbattuto, tornò a casa e quando entrò non salutò nessuno, si mise in camera con le cuffiette e a piangere.
Era veramente preoccupato per lui.
Gerard Way.