- Alice! Oddio, che ci fai tu qui?
La voce dietro di lei dal tono evidentemente preoccupato che la fece immobilizzare avrebbe potuto riconoscerla tra mille.
L'aveva sentita talmente tante volte, era musicale come il piano, dolce e rassicurante fin dalla prima volta in cui l'aveva udita.
La ragazza si voltò di scatto, la mano posata delicatamente sul petto, mentre spalancava i grandi occhi d'ambra :
- Arthur! Perdonami! Ero così in ansia per te che ti ho seguito...
Il giovane fece scorrere lo sguardo dal viso di Alice a quello di Sean che osservava la scena perplesso. Arthur non sembrava molto convinto, osservava il volto di quel ragazzo problematico e si chiedeva cosa ci facesse la sua dolce Alice in compagnia di un ragazzo come quello:
- E... Rousseau?
- L'ho incontrato qui per caso! Comunque dato che non ti trovavo stavo per andare via...- Spiegò Alice, prima che quel ragazzo potesse metterla in ulteriore difficoltà. Come avrebbe potuto spiegare che aveva quasi dato un pugno a Sean, se lei doveva essere la perfetta principessa sempre gentile, dolce e ingenua con tutti?
Dall'espressione dell'amico capì che doveva allontanarsi in fretta prima che quell'altro potesse contraddirla : - Comunque adesso è tutto a posto, vero? Possiamo tornare a casa...- si voltò velocemente verso Sean e sorrise dolcemente - E scusami per il disturbo, Rousseau!
Il ragazzo piegò la testa di lato osservandola senza capire, chiedendosi cosa le prendesse in quel momento. Prima lo aveva insultato e in quel momento faceva tanto la gentile?
Era diversa.
Fece per aprire bocca, ma lo sguardo di Alice passò dall'essere dolce come la panna montata al diventare affilato come un rasoio. Sembrava intimargli "Se provi a parlare o a dire il contrario ti ammazzo sedutastante!".
E prima che Sean potesse dire qualsiasi cosa, la ragazza esordì gentilmente:- Bene! Andiamo pure, Arthur!- e con quelle ultime parole si allontanarono velocemente.
Lasciando un Sean alquanto perplesso, quasi convinto che quella ragazza soffrisse di doppia personalità... Ma continuava a incuriosirlo.
Alice tirò un sospiro di sollievo appena si ritrovarono nel cortile per poi fermarsi, accorgendosi che Arthur non la seguiva.
Era fermo pochi passi dietro di lei e la guardava in modo strano, con le mani in tasca.
- Sicura che quel Rousseau non ti abbia fatto niente?
- Certo! - sorrise con naturalezza, anche se il pensiero delle mani del ragazzo sulle proprie cosce era ancora nella sua testa - Ci siamo scambiati appena due parole! Non ti devi preoccupare, davvero!
- Sì... So che non c'è niente di cui mi debba preoccupare... Però...- distolse lo sguardo arrossendo lievemente, sembrava in difficoltà - Sai, è la prima volta che ti vedo da sola con un altro ragazzo e... Come posso spiegare... Non so, ma mi sono sentito così... Confuso...-
Alice poteva sentire il proprio cuore battere fortissimo nel petto, sembrava volesse uscire e mettersi a ballare in modo scomposto proprio davanti agli occhi di Arthur. Tutto questo perché, non ci poteva credere, il suo fidanzato platonico stava sperimentando i primi sintomi della gelosia.
Arthur era geloso.
Di lei.La ragazza guardò gli occhi cristallini di Arthur di nuovo rivolti sul suo viso, fece un passo avanti. Le gambe le tremavano per l'emozione.
Poi lui chiuse gli occhi liquidando tutto con un leggero movimento della mano:
- Non capisco... Lasciamo perdere, l'importante è che tu stia bene. E che non sia successo niente di brutto! -
Le rivolse uno dei suoi magnifici sorrisi, del genere che le faceva girare la testa per quanto fosse bello. Alice nascose la sua delusione dietro a un sorriso ammirato.
Ci avrebbe riflettuto più tardi, in quel momento doveva andare in classe, erano in ritardo entrambi. Sebbene le lezioni del Corso A erano state interrotte dall'incidente targato nipote del direttore, il Corso B doveva aver seguito il suo corso regolare.
Arthur l'accompagnò in classe giustificandola con il professore attribuendo il suo ritardo per un servizio del Comitato per la Morale Pubblica. Mentre lei si sedeva al banco e tirava fuori le proprie cose.
Osservò Arthur salutarla prima di uscire e ricambiò con un sorriso.
Solo una volta tornata al dormitorio si crogiolò approfittando dell'assenza di Corinne per saltare scompostamente sul letto felice e lanciare un piccolo urletto di gioia.
Certo, Arthur non aveva capito perfettamente di essere geloso, ma lei sí. E questo voleva dire che a lui piaceva almeno un po'! E voleva anche dire che iniziava a vederla sotto un'altra prospettiva! Basta con la bambinetta del parco, nella mete di Arthur si stava affacciando l'immagine di un'Alice cresciuta.
Che gli piaceva.
Sarebbe bastato ancora un altro piccolo sforzo e il suo Principe Bianco sarebbe stato davvero suo.
Si riordinò i capelli e la divisa, sedendosi nuovamente composta.
E se alla fine fosse andato tutto bene, avrebbe dovuto ringraziare anche quel Sean Rousseau, anche se l'aveva fatta arrabbiare parecchio.
Ma tanto... Ripensò al viso del ragazzo mentre rideva di lei, improvvisamente illuminato da quel sorriso in netto contrasto con il suo comportamento molesto di poco prima.
Non pensava di rivederlo più...
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Don't Love Me, but Kiss Me Hard
RomanceL'Accademia Rousseau Loquis è una delle scuole più prestigiose di Francia, accoglie studenti da tutto il mondo. Ci sono diversi corsi di musica, arte, sport e materie potenziate che gli studenti di questa prestigiosa scuola possono frequentare. C'è...