— Che cosa ti passa mai per la mente, ora Jo? — disse Meg, un
dopopranzo freddo e nevoso, a sua sorella che si avvicinava ai lei
coll'impermeabile, le galoscie, il cappello, una pala ed una granata in
mano.
— Vado a fare un po' di moto — rispose Jo con uno sguardo birichino
e trattenendo appena il riso.
— Avrei creduto che due lunghe passeggiate, stamani, ti dovessero
bastare! Fa un freddo da morire e ti consiglierei di stare in casa qui, vicino
al fuoco — riprese Meg con un brivido.
— È mia abitudine di non accettare mai buoni consigli: non posso star
rinchiusa tutto il giorno e, non appartenendo alla famiglia dei gatti, non ci
tengo affatto a dormicchiare dinanzi al fuoco. Mi piacciono le avventure e
ne vado in cerca.
Meg tacque e continuò a scaldarsi i piedi, riprendendo la lettura di
«Ivanhoe» e Jo, uscita nel giardino, cominciò, con grande energia, a
spazzare la neve, per fare una stradicciuola su cui Beth potesse passeggiare
colle sue bambole, appena compariva un raggio di sole. Soltanto il giardino
separava la casa dei March da quella dei Laurence: tutte e due erano situate
nei sobborghi della città in mezzo a prati, a giardini ed a strade molto
quiete e tranquille. Una folta siepe era il solo confine tra le due proprietà;
ma da una parte si vedeva una vecchia casetta grigia, spogliata ora dei rami
di vite e dai fiori che la coprivano di estate; dall'altra s'innalzava un
grandioso edificio in pietra, che denotava, in tutti i suoi dettagli, il lusso e
l'agiatezza dei proprietari, dalla bella scuderia ai ben tenuti giardini, dalle
serre riscaldate ai bei mobili che si scorgevano attraverso alle ricche
cortine. Eppure il casamento pareva solitario e senza vita: nessun bambino
scorrazzava sui bei prati, alle finestre non si affacciava mai un volto
sorridente di mamma e poche persone entravano od uscivano, ad eccezione
del vecchio e del nipote. Questa casa era, secondo la vivace fantasia di Jo,
una specie di palazzo incantato, pieno di splendore e di ricchezze, di cui
nessuno godeva ed essa moriva, da molto tempo, dalla voglia di vedere
questo paradiso terrestre e far conoscenza col ragazzo, che sembrava tanto
simpatico e gentile. Dal giorno del ballo, poi, questo desiderio era andato
sempre crescendo ed ella aveva escogitato mille modi per far amicizia; ma
ultimamente non aveva più veduto il ragazzo e Jo incominciava a credere
che fosse partito, quando un giorno, ella spiò una testa bruna che faceva
capolino tra le tende e che guardava con occhio quasi invidioso il giardino
ove Amy e Beth si tiravano grosse palle di neve.
— Quel ragazzo è troppo solo; ha bisogno di compagnia e di
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Piccole Donne
ClassicsMeg, Jo, Beth e Amy March, quattro giovinette ansiose di vita e di gioia, vivono serene nel grande affetto che lega la loro famiglia, sebbene debbano rinunziare a molte aspirazioni, per le condizioni modeste divenute più difficili dopo la partenza d...