Capitolo 3

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Gli ultimi minuti di pausa che mi rimangono li uso per andarmi a prendere un caffè alla macchinetta per rilassarmi. Ho la brutta abitudine di iniziare a tremare letteralmente quando sono nervoso.

Mi dirigo verso l'ufficio e aspetto che arrivi.

Un blip che viene dal mio telefono, mi segnala una notifica, è Katy che mi conferma che la riunione è stata rimandata a dopo la pausa pranzo, anche se gia me lo aveva detto il signor Karey. Appena elimino la mail come mio solito per avere tutto ordinato, sento un leggero bussare alla porta. 'Avanti' chiamo a voce piena. Devo cercare di sembrare autoritario e sicuro di me, mi ripeto mentre mi schiarisco la gola e mi sistemo sulla sedia. Dalla porta entra proprio Katy che mi sorride e fa entrare un ragazzo, un ragazzo che sembra sia più o meno della mia stessa età, con dei tatuaggi che gli ricoprono le braccia, e un miscuglio di capelli ricci tirati indietro sulla sua testa. Devo ammettere che è attraente, anche se io sono etero , ho una ragazza , ma quando una persona è attraente oggettivamente, chi sono io per negarlo?

'Signor. Styles, lui è Louis Tomlinson, il suo consulente qui alla Mark Karey editoria, Louis, lui è Harry Styles' Appena pronuncia quelle parole, io spalanco gli occhi indiscretamente, e credo anche il ragazz- il sig. styles lo abbia notato. Mio dio, ma è uno scherzo questo? Spero che da un momento all' altro compaiano dei cameraman dicendomi che era tutto solo una candid-camera, ma mi rassegno quando capisco che lui è davvero Harry Styles.

Mi alzo in piedi e congedo Katy. Allungo la mano verso il ragazzo silenzioso che la fissa alzando un sopracciglio, ok, forse è solo nervoso, non vuol dire che mi farò mettere i piedi in testa da un teppistello qualunque.

'Ehm bene, Sig. Styles, come ben sa, oggi le farò un'intervista e poi le farò una proposta.' Gli dico dopo averlo fatto accomodare.

Lui annuisce e io inizio a registrare la nostra conversazione.

'Bene, cosa pensa che abbia portato il suo libro ad avere tanto successo?'

Lo guardo fisso negli occhi, ho letto una volta che il linguaggio del corpo di questo genere, trasmette sicurezza, ed è quello che sto cercando disperatamente di non perdere difronte a questo ragazzo.

'Uhm bhe, penso che sinceramente ai giovani si debba dare un aspetto realistico della vita, quindi, si, penso che il mio libro sia diventato famoso se cosi vogliamo dire, perché è realistico, a differenza dei soliti prototipi che la società ci costringe a seguire e a credere come realtà.' Ha una voce molto roca, il che porta le mie guance ad andare a fuoco per qualche sconosciuto motivo.

Lui mi fissa e ghigna.

'ok, quindi lei quali pensa siano i prototipi di realtà che la società propone ai giovani?' gli chiedo, appoggiandomi con fare sicuro e confident, allo schienale della sedia, cercando con tutte le mie forze di non far trasparire nessuna emozione, ne di farmi scappare un sorriso, a causa della fossetta che è spuntata sulla pelle della sua guancia.

'Sicuramente i prototipi del lieto fine.' virgoletta le parole lieto fine. ' Credo che bisogna abituare sin da piccoli che il lieto fine, o non è lieto, o non è fine, perché c'è sempre qualcosa nella vita che ti può stravolgere senza che te ne accorgi e magari proprio quando meno te lo aspetti. Credo che si debba vedere il tutto da un lato, se vogliamo dire, oggettivo e impassibile. Solo non facendosi prendere dalle emozioni si può scegliere la via più giusta per se stessi.' Dice tutto d'un fiato. Credo sia più giovane di me di qualche anno, ma è molto colto, e parla e ragiona davvero bene.

'Ok, un ultima domanda, come mai non si fa vedere dai giornali e non vuole postare sue immagini su internet' chiedo come da scritto sul foglio, anche se penso di sapere come risponderà

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