Capitolo uno

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«Camera 369»,mi indicó la segretaria.
Camminai a lungo in cerca della mia camera e sentivo i bagagli sulle mie spalle farsi sempre più pesanti. Questo College era immenso,i corridoi erano vasti,larghi,spaziosi,un pò cupi,e ragazzi,ragazze e troie scorrazzavano tra essi. I quadri appesi erano inquietanti: erano ritratti di ogni preside che questa scuola ha avuto e...ne ha avuti molti,a giudicar dalle immagini.

Eccola.

La stanza 369 era davanti a me e io non vedevo l'ora di stare un pò tranquilla,sempre se la mia compagna di stanza me lo avrebbe permesso.
A proposito,chi sarebbe stata la mia compagna di stanza? Non conoscevo nessuno,speravo solo di fare nuove amicizie solo con gente calma,tranquilla e pacifica. Odio quelli che fanno casini,i 'bad boy',che alla fine di bad non hanno proprio un cazzo. Odio le feste con la musica sparata a quattromila,i videogames e tutto ciò che riguardi attività da condividere con le persone. Certo,ai videogames puoi giocarci anche da solo,ma odio i videogiochi.
Di primo impatto posso sembrare molto pigra e svogliata,ma quando ce n'è bisogno do il massimo. Vorrei riuscire a realizzare i miei sogni,vorrei riuscire a dimostrare a mia madre che non sono come pensa che io sia,che non sono come lei.
Per questo do il massimo anche a scuola. Cerco di dare il massimo in tutto,l'unico problema sono le persone. Mi stanno tutti sulle palle,per questo avrò grosse difficoltà ad inserirmi nella vita sociale o a convivere 24 ore su 24 con una tipa che canta a squarciagola. Si,si sente anche da fuori. Almeno ha una bella voce,almeno.

Infilo la chiave nella serratura e apro la porta,un pò spaventata dalla conoscenza di questa tizia.

«Where are you now?» cantava «Where are you now that I need yo-» appena mi vide finì di cantare e sobbalzò.

La salutai con un cenno del capo,e lei mormorò un lieve «ciao».

Guardai attentamente la mia camera e posai la mia roba sul letto libero.

«Alloora..» inizió.

«Non mi interessa.» la interruppi.

«Vorrei sapere come ti chiami,compagna di stanza.» finita la frade sfoderò una gran sorriso e la cosa mi fece non poca invidia. Era proprio uma bella ragazza. Alta,mora,occhi castani e un bel fisico.

«Chiamami compagna di stanza.» iniziai a sistemare le mia cose nei cassetti,comodini,armadi.

«Io sono Selena.» dichiarò semplicemente.

«Io sono una persona che vedrai una volta ogni tanto.» dissi scocciata.

«Sei anche tu una tipa che sta in camera un paio d'ore per andare alle feste?» chiese quasi...delusa.

«Si.» ma non era vero,come ho già detto odio le feste. Preferisco stare a letto ad ascoltare buona musica e leggere un buon libro.

«Ah.» disse seccata.

Non risposi,mi limitai a sedermi nel letto e inviare un messaggio alla mia migliore amica dicendole che sono arrivata a destinazione.

«È tua mamma?» la voce di..Selena(?) si chiamava così? vabbè,la sua voce mi dava fastidio.

«No.» risposi fredda.

«Tuo papà?» chiese curiosa. Odio le persone che mi fanno duemila domanda.

«Ma che t'importa?» esclamai irritata.

Si limitò a fare spalluccie,e io sospirai per scaricare un pò la tensione.
Tra l'altro odiavo che la gente nominasse mia madre e mio padre.
Se sapessero che mia madre è una puttana e mio padre un alcolizzato di merda,bè,mi ritroverei sola per sempre e tutti mi prenderebbero in giro.

«Il preside deve fare un discorso ai nuovi arrivati,devi andare nell'Aula Magna,ma se vuoi ti accompagno.» la fastidiosa voce di Selena ruppe il silenzio,un silenzio che stava comiciando a piacermi.

«Quale dei tanti presidi?» ironizzai ricordandomi dei quadri.

«Eh?» si acciglió non capendo che volessi intendere. Idiota.

«Lascia perdere,ci vado da sola.» conclusi.

«Ma non sai dov'é!» controbatté.

Mi alzai dal letto e mi incamminai verso la porta.

«La troverò.» detto questo,uscii.

Selena non era simpatica,affatto. Era troppo dolce e gentile,l'opposto di me,per questo la odiavo. A dire il vero mi ha lasciata in confusione,non capivo perchè lei non fosse venuta,non è del primo anno anche lei? Decisi di non chiederglielo perchè alla fine non mi importava più di tanto,anzi,era meglio che non fosse venuta.
Però adesso mi ritrovavo in difficoltà sul da farsi. Da che parte devo andare per arrivare a destinazione?
Decisi di chiederlo a un biondino che passava di lì.

«Ei tu,mi dici dove si trova l'aula Magna?»

Il biondo mi guardò e sfoderò un gran sorriso. Notai che aveva il labbro perforato da un anellino. Mi incantarono molto i suoi occhi,erano bellissimi. Erano molto chiari,azzurri,grandi e quasi mi ci persi dentro. E lui era molto alto e magro,aveva decisamente delle belle gambe. Riuscivo a guardare anche le parti più basse delle persone senza darlo a notare,ma con parti basse intendo le gambe. Oh no no,il sesso non è mai stato il mio forte. Non che lo avessi mai fatto,ma quando provavo ad avere dei rapporti fisici con qualcuno mi facevo prendere dal panico e finivo per fare la figura dell'imbecille. Una volta,prima che iniziassi,sono anche caduta dal letto. I ragazzi poi si stancavano e se ne andavano,per questo non ho ancora perso la verginità. Così mi arresi e decisi che i ragazzi sarebbero stati solo una distrazione per i miei piani di vita,perciò erano inutili.

«Ci sto andando anch'io,ci andiamo insieme?» rispose non smettendo di sorridere.

«mh» mi limitai a mugugnare e feci spalluccie.

Iniziammo a camminare verso l'aula dove il preside avrebbe fatto il suo,sicuramente,noiosissimo discorso.

«Sei del primo anno?» mi domandó.

«Se sto andando in aula Magna vuol dire che lo sono,non credi?» risposi nervosamente,odio le domande stupide.

«Vedi che non ci vanno solo quelli del primo anno,se persone di anni più grandi decidono di andarci,possono farlo benissimo.» disse in difensiva,quasi come se mi stesse rimproverando.

Forse è questo il motivo per cui Selena non è venuta,forse non era del primo anno e non era costretta ad andarci.

«Se fossi del secondo,terzo,quarto o quinto anno,saprei dove si trova l'aula Magna,e comunque sia non ci andrei. Perché dovrei ascoltare il discorso del preside un'altra volta?» risposi irritata.
Lui si cimentò in una fragrante risata e io lo guardai storto.

«Okay okay,hai ragione. Quelli degli altri anni ci vanno solo per incontrare gli amici. E comunque volevo solo conversare.» alzò le mani in difensiva.

«Non mi piace conversare.» ammisi.

«Si vede.»

Entrammo in questa benedetta aula e stranamente ero felice,non sopportavo più stare con quel tipo.
Appena entrai vidi moltissimi alunni: alcuni seduti,altri alzati. Decisi che sarei rimasta alzata anche io,non volevo correre il rischio che qualcuno accanto a me mi parlasse.

«Comunque io sono Luke,Luke Hemmings.» il biondino si presentó e mi porse la mano.
La guardai qualche secondo essendo indecisa se stringerla e presentarmi anch'io oppure no.
Capii che non sarebbe stato male se mi fossi fatta qualche amico,soprattutto se era più grande di me. In questo modo avrei iniziato a prendere confidenze con la scuola e magari avrei conosciuto tramite lui delle persone simile a me,con cui sarei andata d'accordo.
Così strinsi la sua mano.

«Hailey Hassan.»

confident||JB||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora