La partenza II

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Non credo che mia mamma si senta molto a suo agio e lo stesso vale per me.
"Si, un po'" le rispondo prima che si penta della sua domanda.
Sorride e va vicino in cucina, mentre guarda nel frigorifero mi chiede con un tono abbastanza alto, in modo che io senta: "ti va dell'insalata?"
Vado in cucina e annuisco facendo un piccolo sorriso.
Si gira e prende l'insalata, i pomodorini e altre cose per condirla.
"Vuoi dei grissini?" Mi chiede infine.
Faccio un cenno col capo e lei si alza e apre uno sportello facendo notare che quell'armadietto ne è pieno. Tira fuori quattro pacchetti blu e li appoggia sul tavolo.
"So che ti piacciono tanto" dice arrossendo un po'. È davvero strano il comportamento di mia mamma ma devo ammettere che mi rende un pochino felice il fatto che mia mamma sappia che adoro i grissini.
Finiamo velocemente di mangiare e mia mamma sparecchia per bene la tavola, sciacquando velocemente i piatti e mettendoli in lavastoviglie. La ringrazio e vado in camera mia a prepararmi.
Scelgo un jeans nero e un maglioncino bianco un po' pesante perchè fuori si gela. Vado in bagno a lavarmi i denti e a sciacquarmi la faccia, mi guardo allo specchio e vedo un espressione molto triste, simile a com'è di solito ma molto più amareggiata e sperduta. Dopo essermi ripresa un po' attacco il phon alla presa vicino alla porta e mi asciugo i capelli. Decido di raccoglierli in una treccia a spina di pesce nel lato destro, almeno stanno in ordine. Vado in salotto dove ritrovo mia madre sul divano e vedersi l'ennesima serie tv, la saluto dicendo che vado a fare una passeggiata e sorridendo annuisce.  Vado verso la porta dove sono appoggiate le mie scarpe nere tutte rotte, credo che sia ora di cambiarle, me lo ripeto in testa troppe volte ma è troppo complicato 'abbandonare' le scarpe che ti accompagnano da ovunque vai. Prendo il giubbotto appeso e lo indosso. Esco e sento il gelo che trapassa il giubbotto e il maglione fino ad arrivarmi alla pelle e a farmi rabbrividire.
Cammino per circa dieci minuti e arrivo alla casa di Alex, non me la sento di bussare e neanche di vederla.
Secondo me ci penso troppo. Cammino e in meno di due secondi sono davanti alla sua porta, mi soffermo due minuti a pensare se bussare o no ma qualcosa, o meglio qualcuno, mi fa tornare sulla Terra, è la mamma di Alex.
"Hei" mi dice facendomi sobbalzare .
"C-Ciao" faccio un sorrisino forzato. "C'è Alex..?"
"Ecco..." Vedo che ci mette un po' a formulare la risposta quindi insisto. "Quindi?"
"Alex è già partita."
Cosa?
"Cosa? E perchè non me lo ha detto?" Chiedo alzando leggermente la voce.
"Ci è stato un imprevisto. Il volo di domani non c'era e abbiamo saputo che era stato anticipato a oggi, così ne ha approfittato ed è partita." Si giustifica, le credo, peró non capisco perchè Alex non me lo abbia detto, conto qualcosa per lei?
"Va bene, grazie." Sorrido imbarazzata e la saluto, indietreggio e me ne vado facendogli ancora un cenno con la testa.
Ritorno a casa, apro la porta in malomodo e richiudendola noto che ho usato troppa forza e essa fa un rumore pazzesco, lancio le scarpe all'ingresso e appendo malamente il giubbotto, salgo in camera e non lascio nemmeno il tempo a mia mamma di formulare le domande.
Perché non mi ha avvisata?
Cosa gli è preso?
Troppe domande e troppi pensieri circolano per la mia mente, mi è venuto mal di testa.
Sono solo le una e mezza del pomeriggio, cosa posso fare?
Non posso essere come le altre ragazze che escono con i loro amici o addirittura con il proprio fidanzato, sono sola, fino a ieri almeno qui avevo un'amica che purtroppo mi ha abbandonata.
Desidero degli amici ma al tempo stesso odio dover dare a delle persone un'etichetta e far sapere alla mia testa che quello è un amico. Ma tralasciando il problema dell'etichetta, per colpa degli 'amici' ho passato anni di solitudine e tristezza. Per anni di elementari e anni di medie hanno solo finto di essere amici, mi hanno usata come schiava per aiutarli nei compiti, portargli gli zaini e altre faccende che spettavano loro e non a me, e dopo che si erano stufati di me architettavano un piano per farmi soffrire per poi non usarmi più come schiava ma solo come zimbello della scuola, per divertirsi e far capire a tutti che io ero la preda e loro i cacciatori e che nessuno doveva mettersi contro di loro.
Lascio un po' riposare la mia mente da questi ricordi spiacevoli e accendo la tv e la PlayStation 4, prendo il disco di GTA V e lo inserisco, anche se l'ho già finito mi diverto a uccidere la gente, è così rilassante.
Avvio il gioco e lo metto nella modalità online e inizio a uccidere un po' di gente a caso.
Passo così il pomeriggio e arriva ora di cena, sento molta fame forse perché a pranzo ho mangiato solo dell'insalata. Scendo le scale e sento un profumino delizioso di carne, vado in cucina trasportata dal profumo, mi siedo a tavola e attendo con ansia. Vedo mia mamma voltarsi e per poco non gli viene un infarto, non mi aveva sentito arrivare, mi metto a ridere di gusto e lei sgrana gli occhi, non mi vedeva ridere in quel modo da anni ormai.
"Mi hai fatta spaventare." Dice scherzosamente alzando un po' la voce.
"Mi dispiace." Dico con le lacrime agli occhi talmente ho riso.
Mi sorride e prende due piatti puliti dalla lavastoviglie, li appoggia sul tavolo e ci posa in ognuno due belle bistecche.
Mi viene l'acquolina in bocca e comincio a mangiare.
"Ti piacciono?" Chiede mia mamma speranzosa
"Si, moltissimo." Dico con la bocca piena.
"Non si parla con la bocca piena!" Mi rimprovera, ma un sorriso gli compare sul volto rendendo meno credibile la sgridata.
Sorrido e la ringrazio.
Parliamo un po' e devo dire che parlare con mia mamma non è male come pensavo, mi tirata un po' su di morale.
Sono le otto oramai e sono un pochino stanca, domani per fortuna è domenica, salgo in camera e faccio i compiti dato che mi annoio.
Sono pochi, menomale, così li finisco alla svelta e vado a dormire presto.
Li completo in meno di mezz'ora, prendo il pigiama e vado in bagno per mettermelo. Finalmente, mi mancava il mio amatissimo pigiama, così comodo e caldo, torno in camera, accendo la Tv e cerco un film, non trovo nulla di interessante così la spengo e chiudo gli occhi sperando di addormentarmi presto.
Nei miei sogni vedo una piccola Alex che chiama il mio nome in continuazione, sento delle urla, dei pianti e delle parole: 'non te ne andare'.

ANGOLO AUTRICE
Ho aggiornatooo finalmente. Questo capitolo è molto più... Lungo rispetto al precedente (😏) ma devo ammettere che mi sono divertita a scrivere questo capitolo, mi ci sono impegnata decisamente di più (mi impegno sempre io u.u).
Spero che la storia fino ad ora vi piaccia, bhe si puó dire che siamo ancora al prologo ma spero che capitolo per capitolo la mia storia cambi, in meglio. Anche se é la mia prima storia cerco di fare di tutto per renderla interessante, con molti colpi di scena... Bhe avete capito :D
Goodbye👽

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