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Luce.
Una forte luce penetrava dalla finestra della mia camera, quella camera che era sempre stato il mio punto di riferimento da bambina; ogni volta che litigavo con i miei genitori mi rifugiavo dentro l'armadio a piangere, era l'unico posto dove loro non potevano trovarmi.
La voce di mia mamma mi sveglió, riportandomi alla realtà: "dai tesoro è tardi, sono le 8, perdi l'autobus, devi andare a scuola".
Ancora accecata dal sole che illuminava la mia stanza, presi il telefono e guardai l'ora: erano solo le 7. Mia mamma è fatta così, deve ingigantire sempre tutto, ma d'altronde credo che tutte le mamme siano fatte così.
"Dai, oggi non vado a scuola, siamo a Maggio, inizia l'estate, andrò un po' in spiaggia". Lei non mi rispose e uscì dalla mia cameretta.
Avevo già pensato di far marina, di non andare a scuola: devo andare in spiaggia con Michela, la mia migliore amica, e altri ragazzi che non conosco. Non ho mai avuto difficoltà a far amicizia, sono sempre stata una ragazza abbastanza socievole, quindi sono sicura che andrà tutto bene e sarà una bellissima giornata.
Dopo che mia mamma se ne andó, mi riaddormentai; ero stanca, è stata una settimana piuttosto faticosa, tra verifiche e interrogazioni, tra ottimi voti e altri un po' meno buoni, e oggi finalmente è sabato e si va a far festa.
Mi svegliai alle 11, con 20 chiamate perse da parte di Michela e un amico di entrambe, la richiamai subito. Nel frattempo cercai di lavarmi i denti.
"Oh Giorgia ma dove sei?" Rispose al secondo squillo.
"Scusa, mi ero addormentata, mi vesto e arrivo" dissi con la bocca impastata di dentifricio sperando che lei abbia capito.
"Va bene, ma muoviti sennó iniziamo a bere senza di te"
"No no, giuro che arrivo, dammi mezz'ora" e riattaccai.
Mi vestii in fretta, presi il telo-mare, un panino, una bottiglietta d'acqua e uscii di casa correndo per prendere l'autobus. Nel tragitto mi cadde l'acqua, si aprì e decisi di lasciarla là. Oggi la fortuna non è proprio dalla mia parte.
Presi l'autobus al volo e ignorai lo sguardo della gente che mi guardó come se fossi un mostro appena alzato dal letto.
Arrivai finalmente in stazione e non ebbi neanche il tempo di salutare la mia migliore amica che avevo già una bottiglia di vodka in mano.
"Finalmente sei arrivata, pensavamo fossi morta" rispose uno.
"Mattinata difficile" gli risposi fulminandolo con lo sguardo. Okay, forse oggi non è il caso di socializzare.
Quando riuscii finalmente ad abbracciare Michela, mi sussurró all'orecchio: "non sai che ragazzo carino c'è in spiaggia, devi assolutamente vederlo"
"Mmh andiamo allora" e ci incamminammo. Ma perché oggi sono così di poche parole?
Arrivammo in spiaggia e i miei occhi andarono subito a fissare un ragazzo molto carino. Lui mi guardò per un secondo e il mio cuore perse un battito. Ci si può innamorare solo da uno sguardo?

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