"Non basta uno sguardo per comprendere una vita."
Il tempo sembrava scivolare via senza che me ne accorgersi, era trascorsa quasi una settimana dal mio arrivo al college, una settimana che avevo passato tra la formazione dei corsi e ad approfondire la conoscenza con Akim e Aranel. Eravamo sempre insieme e dopo giorni passati a osservarli mi ero sempre più convita che i miei due amici si piacessero.
Io e Aranel eravamo state inseparabili, come se in quell'esperienza avessimo trovato qualcosa che va al di là di tutto, l'amicizia. Sia io che lei non l'avevamo mai conosciuta e forse il nostro incontro non fu frutto di un caso.
Eravamo nello spiazzale antecedente all'ingresso dell'edificio dell'universitá che dava alle aule di studio. Il professore di Filosofia aveva indetto una piccola riunione per gli alunni del primo anno,che era appena terminata e sia io che Aranel avevamo quel corso in comune, come tutti gli altri corsi a parte biologia che io avevo sostituito con psicologia. «Penso che un gelato sia quello che ci vuole, dopo tre ore passate a sentire la voce del professor Rufus» propose Aranel dirigendosi senza aspettare la mia risposta verso l'unica caffetteria del campus.
«Questa è proprio un'ottima idea» affermai.
«Io ho sempre ottime idee» ribattè posando un braccio sulla mia spalla è facendomi sorridere.
«Principessa!» Una ragazza dai capelli rossi salutò Aranel inchinandosi, seguita da due ragazze che erano alle sue spalle.
«Posso farle una domanda principessa?» chiese la rossa non degnando me nemmeno di uno sguardo.
«Si, certo».
«Io non capisco come sia potuta diventare amica di questa qua. Porta vestiti di seconda mano e potrei sentire puzza di vargo fino all'aula di biologia».
Quella strega si riferiva a me con quel soprannome "vargo" che avevo sempre odiato, perché non era altro che un modo dispregiativo per parlare del popolo della North, dentro di me nacque così tanta rabbia da sentire gli occhi pizzicare.
Guardai l'espressione pietrificata della mia amica e capii che quelle parole avevano fatto ancora più male lei.
In una mossa inaspettata si avvicinò al viso della ragazza stringendole il collo con le mani.
«Aranel no!» dissi poggiandole una mano sul braccio, ma mi parve di capire che non sentì né il mio tocco né la voce.
«Chiedile scusa» parlò con un timbro di voce che quasi non riconobbi.
«Scu-scusa» disse la rossa con poco fiato, mentre le amiche alle sue spalle si dileguarono.
«No! Devi dire scusami Lily, sono una stronza» continuò Aranel lasciandomi basita ma anche stranamente divertita.
La ragazza ormai più rossa in viso che di capelli non accennò a parlare. «Sono la principessa e ti obbligo a pronunciare quelle parole».
Dopo un attimo di esitazione la ragazza parlò «Scu-scusami Lily, so-sono una stro-stronza».
Quasi scoppiai a ridere udendo quelle parole uscire dalla bocca di quella vipera, ma quando capii che Aranel non accennava a lasciare la presa dal collo inizia a preoccuparmi.
Sbucati dà chi sa dove, arrivarono le due guardie di Aranel che staccarono la sua stretta e la trascinarono di peso a qualche metro di distanza.
La rossa che riprese a respirare facendo ancora fatica ripeteva terrorizzata «Gli occhi», «Gli occhi, gli occhi della principessa».
Mi girai verso Aranel, mi avvicinai lentamente e la voltai verso di me, le guardai immediatamente gli occhi ma non ci trovai nulla di strano, forse l'assenza di area aveva giocato brutti scherzi alla ragazza.
«Scusami Lily non volevo spaventarti» mormorò dispiaciuta. «Non c'è niente di cui devi scusarti. Sono io che devo ringraziarti per avermi difesa» la strinsi in un abbraccio per rincuorarla.
«Non so cosa mi sia preso» continuò. «Anche io ti avrei difeso, però la prossima volta evitiamo di arrivare quasi all' omicidio». Scoppiamo entrambi a ridere, ma lessi negli occhi di Aranel una sorta di dispiacere che non riuscii a interpretare.****
«Non puoi pensare di non partecipare» disse Aranel quel pomeriggio, quando la informai che non sarei andata alla festa di inizio anno accademico organizzata dal re, nonché suo fratello.
Eravamo nell'ala est dell'edificio degli alloggi. Se a noi della North erano concesse delle camerate e ai ragazzi della South delle stanza private, alla principessa era stato concesso un intero appartamento munito dei migliori comfort.
A nessuno era permesso entrare, guardie addestrate per la difesa sorvegliavano l'ingresso e l'intero appartamento.
«Non amo le feste e in più non saprei cosa indossare» affermai decisa e sempre più convinta di non partecipare.
«Che non ti piacciono le feste lo avevo capito e la cosa è discutibile, per quanto riguarda cosa indosserai ci penso io. A cosa servono le amiche altrimenti?» .
«Il pensiero di trovarmi da sola in quell'enorme sala con persone che non conosco mi mette agitazione» precisai.
«Ma ci sarò anche io».
«Tu sarai seduta alla sinistra di tuo fratello» le ricordai.
«Si, ma solo durante i vari discorsi. Il resto della serata sono libera di divertirmi con i miei amici e ti ricordo che ci sarà anche Akim».
Aveva sempre una risposta logica per tutto, ma io e il mio carattere poco espansivo non andavamo d'accordo con feste e eventi pubblici.
In quel caso mi sarei dovuta fare forza, infondo sarebbe stato da stupidi non partecipare.
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Time Land: BLACK HEARTS
RomanceTutto quello che nasce nell'oscurità non è detto sia destinato a restarci. La luce trova sempre un modo per sconfiggere il buio, portando con sé il chiarore che illumina un'anima. Lily e Adrian appartengono a due realtà diverse, nulla li accomuna, m...