capitolo quarto

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Salto nel bel mezzo della notte per il solito incubo, solo che era ambientato in un cimitero, allungo la mano per abbracciare Thomas ma lui non c'è. Finchè non ricordai, ha dormito sul divano dopo avermi ricordato di quanto fossi pazza. Cercai di riaddormentarmi.
Mi svegliai verso mezzogiorno, ero tutta sudata e l'incubo era cambiato: era un giorno come tutti ed ero in compagnia della mia bambola, l'accarezzavo, partì una canzoncina, una di quelle che a sentirle mette paura; poi il vuoto, ricordo che correvo, chiedevo aiuto, poi è cambiato di nuovo, ero in una tomba. Quando scesi per fare colazione trovai Thomas sul divano con la testa tra le mani. "Giorno, qualcosa non va?" chiesi, mettendo da parte il suo offendermi, infondo aveva ragione. "No, dobbiamo parlare" mentre disse quella frase, toccò il posto accanto a lui facendomi capire di dovermi sedere. Andai e lo guardai, aspettando che continuasse. "Ci ho pensato e credo che tu abbia bisogno di una psicologa" mi disse, con lo sguardo rivolto al pavimento, a quelle parole mi alzai e urlai "Cosa? Senti, tu non sai quello che sto passando. Ci sta la bambola che non capisco che voglia da me, poi tu mi dici che io sia pazza. Quando inizierai a credermi aiutandomi?"
"Quando questa cosa ti passerá" disse. "Quando morirò, allora" risposi con tono basso. Le luci iniziarono a lampeggiare, fin quando non si spensero. "Sará per il tempo, hai visto come piove?" disse Thomas, cercando una giustificazione. Un'ombra ci passò avanti e no, la cosa non si metteva bene. Si alzò cercando di accendere la luce, ma era come se fosse fulminata, andammo in una stanza sempre al primo piano e la luce funzionava. "Scusa" mi disse, capendo che probabilmente non ero pazza come credeva. Dopo poco la luce tornò, tornammo in cucina. Indovinate chi c'era? La bambola.

#Buona nottee, è tardi e mi scoccio di riscrivere in scuro i dialoghi, quindi.. hahahaha notte belli!

Ares CredDove le storie prendono vita. Scoprilo ora