CAPITOLO 6: LA SCOMPARSA

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Piangemmo così tanto quel giorno. Gli occhi non avevano più forza di vedere, di stare aperti che, dopo tutto i problemi si chiusero. Sentii l'abbraccio di Dennis mentre, senza forze, mi addormentati. Non volevo addormentarmi quel giorno, dopo tutto quello che era successo, era la cosa peggiore da fare.
In sogno vidi Marco e la mia famiglia che mi salutavano e piú io mi avvicinano piú loro si allontanavano. Corsi, ma invano. In un attimo sparirono nella nebbia che sembrava non avere fine. Urali il loro nome e scoppiai in lacrime, anche se sapevo che non serviva a farli tornare indietro. Mi svegliai di soprassalto. Ero sudata e tremavo. Solo l'idea di perderli di nuovo mi faceva distrusse. In quel momento mi sembrava di sentire la presenza di Marco come la prima volta che ci eravamo incontrati, quel giorno ormai passato da tempo, quel bacio e la sua dolcezza che mi mancava così tanto. Mi accorsi che Dennis non era piú accanto a me. Guardandomi intorno vidi la porta aperta e pensai che fosse sceso al piano terra.
Per la prima volta dopo cinque anni rmisi piede a terra. Mi ero dimenticata com' era camminare. Feci qualche passo fino alla porta, poi sentii un rumore di passi, come una marcia. Iniziai a preoccuparmi e chiusi piano la porta. Feci qualche passo indietro e arrivai alla finestra, era blindata ma sbirciai da un piccolo buco. Vidi delle persone vestite con armature grigie e nere e delle grosse armi in mano. Uno di loro si voltó verso la casa. Io mi gira con le spalle al muro sperando che lasciasse stare. Dopo qualche minuto di paura non sentii piú niente e mi calmai. Ritornai alla porta e la aprii.
Non riuscivo più a capire dove fosse finito Dennis. Lo chiamai, ma nessuna risposta. Lo cercai in cucina e in bagno, nulla. Vidi soltanto la sua scarpa sdraiata a terra come se l'avesse lasciata lì per me, perché voleva che io lo cercassi. Mi mancava solo la sala da controllare. Non so perché, ma avevo paura, una strana forza interiore mi diceva che dovevo recarmi in quella maledetta stanza e sapevo che non era niente di buono. Da quando mi ero svegliata dal coma non avevo avuto il tempo di pensare, ma ora si. Pensavo a Marco, alla mia famiglia, che mi sono stati accanto durante il coma. A Dennis, che ora non sapevo dove fosse e cosa gli fosse capitato. Aprii lentamente la porta della sala, paura di cosa avrei trovato dietro, una sensazione che non portava nulla di buono e che mi fece pensare al peggio o qualcosa di molto più grande.
Mi accasciai a terra dal troppo dolore, le gambe non vollero rialzarsi per toccarli, per dirgli addio. Vedevo i miei genitori, poggiati a terra, si tenevano per mano. Erano morti. Chi sa a cosa pensavano mentre stavano morendo? Forse a me? Avevo paura, ora mi importava solo di Dennis e della mia ultima speranza di rivedere Marco. Alla fine le mie gambe si arresero e finalmente toccai i miei genitori. Erano pallidi e ancora con gli occhi aperti,che urlavano di terrore. Chissà cosa avevano visto quegli occhi. Toccai i capelli di mio padre e accarezzai la guancia di mia madre. Tesi la mia mano sulle loro e le strinsi forte, insieme. Una luce mi accecó per qualche istante. Quando riapri gli occhi, i miei genitori non c'erano più. Erano spariti e al loro posto una polvere dorata emanava una strana luce. La toccai incuriosita. Era calda e molto luccicante. Se ne si metteva un mucchietto insieme formava piccole palline luccicanti. Quello fu solo l'inizio di tante strane cose che accadere e a cui non seppi dare spiegazioni.
Presi le palline e me le miei in tasca. Mi accorsi solo ora che avevo ancora addosso il pigiama. Puzzava ed era un po' strappato. Dopo quello che era successo non avevo pensato di cambiarmi. Corsi di sopra e provai a far andare la docciam. Era il meglio che potevo fare in quel momento. Mi cambiai in fretta e misi le prime cose che capitavano o che erano ancora intatte. Scesi velocemente le scale e mi preparai ad uscire.
Dovevo cercare Dennis.

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