CAPITOLO 4:L'INCIDENTE

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Era passato più di un mese da quando successe la tragedia e il bacio. In quel periodo era proibito uscire al di là degli orari scolastici, ma io lo feci comunque, prendendo la scusa che sarei andata a fare la spesa, invece tornavo a mani vuote perché andavo a incontrare Marco.
Era il 15 ottobre 2150, il giorno in cui come al solito andavo a incontrare Marco. Ma quel giorno successe qualcosa che cambiò la mia vita in peggio, ma mi fece capire i valori della famiglia e dell'amore.

~Camminavo per la strada con la voglia di Marco, solo lui poteva farmi dimenticare tutto quello che accadeva durante la giornata. Ci dovevamo vedere sempre al solito posto ,al parco vicino alla scuola elementare della città, era il nostro posto"segreto", anche se poi tanto segreto non lo era .
Aspettavo ansiosamente il momento in cui le sue labbra sfioravano le mie , quando i suoi occhi grigi guardavano i miei e quando le sue mani accarerezzavano il mio volto...
UN ESPLOSIONE
Il rumore forte di un esplosione travolse la mia vita, scoppiò a qualche metro di distanza da noi. Fu veramente forte che persi i sensi. Sentii Marco disperarsi e fare il possibile per portarmi subito in ospedale. Dopotutto restai in coma per 5 anni...
Ma ogni giorno,ogni singolo giorno lui era a raccontarmi cosa succedeva, io lo sentivo ma sinceramente non ricordo più niente,so solo che sentivo la sua presenza ...il suo bacio che ogni giorno mi sfiorava la guancia... le lacrime che cadevano per me... I medici non sapevano se mi sarei ripresa o se sarei morta su quel lettino. La mia famiglia piangeva lacrime che neanche io sapevo avessero, volevo dirgli che io stavo bene ,che le loro lacrime erano inutili e che io volevo risvegliarmi solo per scappare con colui che ha reso la mia vita una vera fantasia, come avevo sempre desiderato ,una storia epica. Un giorno però, sentii delle esplosioni, il panico regnava nell'ospedale. Sentivo gente urlare e i rumori sordi che venivano da fuori facevano tremare il letto. Avevo paura che la mia famiglia e Marco fossero morti perché dopo quasi ventiquattro ore nessuno venne a vedere come stavo, cosa mi era successo.
Ormai avevo perso le speranze nessuno sarebbe venuto a prendermi, a controllarmi, finché sentii delle mani prendermi e alzarmi. Non sapevo chi fosse finché non parlò, era Marco. Ero così felice che fosse ancora vivo che mi venne da piangere.
Dopo una mezz'ora di corsa e spari mi posò su qualcosa di morbido, soffice e mi baciò delicatamente, senza farmi male. Sentivo delle voci che venivano a vedere come stavo, erano i miei genitori. Fui ancora più felice. Ora sapevo che tutti stavano bene.
Avevo avuto molto tempo per riflettere in quegli anni passati immobile su quel maledetto lettino che aveva reso tutti così in pena.
Mi sentivo responsabile di quello che era accaduto... senza farlo apposta avevo messo tutti nella mia condizione , ma io non volevo questo io volevo solo L'AMORE DELLA MIA VITA, quello che mi sarebbe rimasto accanto per sempre. ~
Successe tutto così in fretta che non capì. Quel maledetto giorno, quel maledetto...

LOTTA PER I SOGNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora