-11-Divorzio

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Questa è strappa lacrime

Ma rimane sempre una storia vera.

Mentre mia moglie mi serviva la cena ,

le presi la mano e le dissi:"Devo parlarti".

Lei annui e mangio' con calma.

La osservai e vidi il dolore nei suoi occhi,

quel dolore che all'improvviso mi bloccava la bocca,

Mi feci coraggio e le dissi:" Voglio il divorzio".

Lei non sembro' disgustata dalla mia domanda

e mi chiese soavemente: " Perché?".

Quella sera non parlammo più e lei pianse tutta la notte.

Io sapevo che lei voleva capire cosa stesse accadendo al nostro matrimonio,

ma io non potevo risponderle,

aveva perso il mio cuore a causa di un'altra donna, Giovanna.

Io ormai non amavo più mia moglie,

mi faceva solo tanta pena,

mi sentivo in colpa,

ragion per cui sotto-scrissi nell'atto di separazione

che a lei restasse la casa, l'auto e il 30% del nostro negozio.

Lei quando vide l'atto lo strappo a mille pezzi ! "Come ?! avevamo passato dieci anni della nostra vita insieme ed eravamo ridotti a due perfetti estranei?!".

A me dispiaceva tanto per tutto questo tempo che aveva sprecato insieme a me, per tutte le sue energie, pero' non potevo farci nulla, io amavo Giovanna.

All'improvviso mia moglie comincio' a urlare e a piangere ininterrottamente per sfogare la sua rabbia e la sua delusione, l'idea del divorzio cominciava ad essere realta'.

Il giorno dopo tornai a casa e la incontrai seduta alla scrivania in camera da letto che scriveva, non cenai e mi misi a letto, ero molto stanco dopo una giornata passata con Giovanna.

Durante la notte mi svegliai e vidi mia moglie sempre li' seduta a scrivere, mi girai e continuai a dormire.

La mattina dopo mia moglie mi presento' le condizioni affinché accettasse la separazione.

Non voleva la casa, non voleva l'auto tanto meno il negozio, soltanto un mese di preavviso,

quel mese che stava per cominciare l'indomani.

Inoltre voleva che in quel mese vivessimo come se nulla fosse accaduto!

Il suo ragionamento era semplice : "Nostro figlio in questo mese ha gli esami a scuola e non e' giusto distrarlo con i nostri problemi".

Io fui d'accordo pero' lei mi fece un ulteriore richiesta." Devi ricordarti del giorno in cui ci sposammo, quando mi prendesti in braccio e mi accompagnasti nella nostra camera da letto per la prima volta, in questo mese pero' ogni mattina devi prendermi in braccio e devi lasciarmi fuori dalla porta di casa ".

Pensai che avesse perso il cervello , ma acconsentii per non rovinare le vacanze estive a mio figlio per superare il momento in pace.

Raccontai la cosa a Giovanna che scoppio' in una fragorosa risata dicendo: "Non importa che trucchi si sta inventando tua moglie, dille che oramai tu sei mio, se ne faccia una ragione!".

Io e mia moglie era da tanto che non avevamo più intimità, cosi' quando la presi in braccio il primo giorno eravamo ambedue imbarazzati, nostro figlio invece camminava dietro di noi applaudendo e dicendo:" Grande papa', ha preso la mamma in braccio!".

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