Capitolo uno Sempre la stessa storia

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Solita giornata. Sveglia alle sei, mi vesto, faccio colazione, mi lavo i denti e via alla fermata dell'autobus.
Prima ora? Matematica; e si parte già benissimo per la mia dislessia. Le uniche materie in cui vado bene sono greco (e onestamente non so perché) e inglese perchè essendo di Londra, voglio tenere presente che la lingua che parlo è nata in Inghilterra, non in America dove hanno un'accento che sembra paragonabile al napoletano per l'italiano.
In tutto il resto sono letteralmente uno schifo, non riesco a concentrarmi in classe più di dieci minuti dopo l'inizio della lezione e il voto più alto che prendo è sei. Se mi va bene prendo anche sei e mezzo dai.
La giornata del 30 maggio, la data del mio compleanno; iniziò con un bel cinque e mezzo in scienze.
Lighter, è il tuo turno"
Guardai il compito.
Ormai ero abituata.
Sam Collins, la mia unica e migliore amica come al solito portò a casa un nove.
-"Gre, com'è andata?" Mi chiese
-"Solito"
-"Mi dispiace"
-"Tranquilla, prima o poi mia madre le farà un bel discorso a sta stronza" le dissi mentre uscivamo dall'aula di scienze per dirigerci in quella di greco.
Aspettate ma, mi sono presentata? Boh.
Mi presento comunque.
Mi chiamo Grendel Lighter, ho sedici anni e fino al 2 giugno  scorso pensavo di essere una ragazza come tutte le altre.
Ma non lo sono.
Lo scoprirete poi perché.
A fine scuola, andai a mangiare un panino con Sam.
-"Dici che si incazza mia mamma?" Le chiesi.
-"Beh oddio... Non credo sai. In fin dei conti hai studiato, poteva dartela la sufficienza."
-"Va Beh lasciamo stare guarda" replicai.
Dopo aver mangiato 2 panini, riso e scherzato con la mia migliore amica, si fece ora di andare a casa.
Salutai Sam con un'abbraccio e me ne andai.
Arrivata in casa dissi ad alta voce
-"Mamma sono a casa!"
La salutai dandole un bacio sulla guancia.
Decisi di non parlarle subito del voto, ma lei mi fece subito l'interrogatorio è fui costretta a sputare il rospo.
-"Non so più cosa fare" dissi infine.
Mia mamma per una volta non mi sgridò.
-"Sembra che le mia dislessia peggiori di giorno in giorno"
Mi consoló dicendomi che sarebbe andata a parlare con la professoressa.
Il giorno dopo, continuavano ad arrivarmi chiamate da un numero sconosciuto e quindi all'intervallo decisi di richiamare chi aveva così premura da chiamarmi pure durante l'orario scolastico.
-"OOH Grendel alleluia!" Una voce maschile rispose alla chiamata.
-"Chi sei e cosa vuoi" dissi senza neanche l'intonazione di una domanda.
-"Davvero non hai salvato il mio numero?" Rispose.
-"Non me lo aspettavo dalla mia cuginetta!" Continuó, prendendomi in giro.
-"Cos... Aspetta, PERCY?" Dissi in preda all'eccitazione.
-"Vieni in corridoio e lo scoprirai"
Chiusi la chiamata e vidi accanto al mio armadietto un ragazzo della mia età dai capelli neri e gli occhi color verde misto all'azzurro dell'oceano.
Non esitai.
-"Percy! Sei tu!" Era mio cugino Percy Jackson. Era venuto a trovarmi visto che si era trasferito da qualche parte non so dove.
E cavolo, era diventato un bel figo.
OKAY QUESTA AFFERMAZIONE NON ARRIVERÀ MAI A LUI.
Anche perché è fidanzato felicemente e sono contenta per lui.
Comunque torniamo a me.
Lo abbracciai.
Mi era mancato moltissimo.
-"Allora come va?" Mi chiese con un sorriso stampato sulla faccia.
-"Insomma, dislessia portami via" Risi.
-"Oh, ti capisco benissimo, ti va se andiamo a berci qualcosa?"
-"Eh, veramente io avrei scuola ora" feci una risata isterica.
-" Nessun problema, ho già risolto tutto io" ribatté.
-"Ah" "Va bene allora andiamo"
Uscimmo dalla St. Jimmy highschool e andammo al bar di fronte.
Ci sedemmo a un tavolo e iniziai a fargli domande.
-"Allora come mai da queste parti?"
Lui, interrompendomi mi disse
-"Frena, frena, frena Gre. Se sono qua c'è un motivo valido"
Restai in attesa.
-"Ecco... Tu... Adesso sei sotto il mio controllo"
-"Cosa?" Esitai.
-"Hai capito bene. Domani è il tuo ultimo giorno di scuola. "

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 08, 2016 ⏰

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