Chapter 1.

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AMERICAN DREAM.

Jade's Point Of View:

"Ancora non ci credo, giuro." Esclamò con voce eccitata il mio migliore amico per la.. Penso cento sessantesima volta in meno di un'ora.

Come dargli torto? Non ci credevo nemmeno io; stavamo per realizzare il sogno che portavano avanti da quattro anni, stavamo per dimostrare a tutti che la promessa di quattro anni prima era ancora con noi e, soprattutto, che la nostra amicizia era lì, più forte di prima.
Justin ed io ci conoscevamo da quando avevamo quattordici anni: ci eravamo conosciuti attraverso un gruppo su WhatsApp, che presto tutti abbandonarono.
Non rimasi in contatto con nessuno, tranne che con lui. Era l'unica persona che mi aveva capita fin da subito, quella che c'era sempre stata, quella che aveva detto 'per sempre' e per sempre sarebbe stato.
All'inizio parlavamo giusto per tenerci compagnia ma poi, con il passare del tempo, diventò importante, indispensabile per me.
Capiva tutto al volo anche attraverso un semplice SMS.
Una delle cose che accomunava me e il mio migliore amico era quella di avere i genitori.. Come dire.. Insomma, non erano dei migliori.
Né i miei né i suoi ci facevano mancare niente ma, dirgli 'mamma, papà, a diciotto anni me ne andrò da qui' era una barzelletta per loro.
Il nostro sogno, era sempre stato quello di andare a vivere in quella che tutti chiamavano la Terra dei Sogni, o meglio conosciuta come America.

Inizio Flashback:

Era il 2 gennaio 2015 quando ci vedemmo per la prima volta, eravamo seduti nel giardino di casa sua, sulle scale davanti al portone; tempo prima dicemmo ai nostri genitori della nostra amicizia a distanza.
Dicevano che non sarebbe durata a lungo, ma ci volevano accontentare anche se ammetto che, quando gli parlai di un ragazzo non subito approvarono.

"È ancora valida la promessa, vero Jay?" Chiese il biondo da un momento all'altro.

Mi voltai verso di lui con un enorme sorriso sulle labbra.

"Sì Juss, andremo via da qui, giusto qualche anno e ce la faremo, coroneremo il nostro sogno."

Mi abbracciò, e così rimanemmo per una manciata di minuti.

Fine Flashback.

"Hai capito Jay?" La voce di Justin mi riportò a terra.

"Mh? Scusa Juss, non ti stavo seguendo." Dissi mortificata mordendomi il labbro.

"Sì -sbuffò- ho notato!" Iniziò.

"Comunque, dicevo, quando saliremo sull'aereo metterò le cuffie e ci sarà un'alta probabilità che mi addormenterò." Ridacchiò ed ecco che il suo buon umore tornò.

Era così felice.. Sembrava una ragazzina di quindici anni alle prese con il suo primo amore.
Adoravo quel ragazzo.
Ammetto che, quando lo vidi per la prima volta, feci di tutto per non arrossire: era uno di quei ragazzi che cattura subito, al primo sguardo, uno di quelli che non sempre si toglie dalla mente.
No, se ve lo state chiedendo non ero innamorata di lui; era semplicemente il mio migliore amico ed io gli volevo un bene dell'anima.

*avvisiamo i gentili passeggeri che l'aereo diretto a Los Angeles delle ore 04:45 è in partenza, il personale ed i passeggeri sono pregati di prendere posto.*

La voce metallica rimbombò in tutto l'aeroporto.
Io e Justin ci guardammo con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
La frenesia e l'eccitazione ci stavano mangiando vivi.
Dopo aver mostrato i biglietti e fatto il check-in salimmo sull'aereo e prendemmo posto: ci sedemmo una di fronte all'altro ed io appoggiai la testa al finestrino, pensando al fatto che di lì a poco avrei detto 'addio' alla mia infanzia, alla mia adolescenza non vissuta e a tutto ciò che mi ricordava quell'orribile periodo.
Londra per me, era un capitolo che si stava per chiudere e che, una volta chiuso, non avrei mai più riaperto.
Il biondo mi prese la mano e parlò:

American Dream ▸ Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora