Capitolo 3

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Riapro gli occhi e mi rendo conto di essere soltanto vittima di un sogno. Di un terribile sogno. Incubo.
Insomma.. Jacopo innamorato di ME? A dir poco assurdo. Impossibile.
Lui è così.. perfetto! Ed io non sono niente. Assolutamente niente. Non saremmo una coppia equilibrata. Non che ci stia pensando.
Sarà per il freddo, o forse per il terribile incubo, sto tremando.
Mi alzo con molta fatica e mi incammino verso la cucina. Non ho proprio voglia di parlare con nessuno. E non lo dico perchè mia madre mi sta fissando con un'aria interrogativa. Non voglio giustificarmi con nessuno. Ho solo voglia di piangere. E non so il perchè.
Improvvisamente mi pare di sentire il telefono vibrare e mi scappa un sorriso angelico.
-Chi è?- s'informa la mamma
-Perchè?-
-Ti si sono illuminati gli occhi. Insomma, chi è?-
Insomma, forse mia madre non ha tutti i torti. Ho il cuore a tremila, tremo ed ho paura di visualizzare il messaggio.. ma perchè??!
Noto che a scrivermi è Amalia e, ammetto, mi assale un sospiro di delusione. Chissà, forse quel sogno mi sta decomponendo troppo.. oggi mi sento più strana del solito.

È tutto il giorno che Amalia mi dice che sono strana e che ho la testa tra le nuvole, ma ho imparato a non farci caso.
Oggi il professore di storia dell'arte sembra avercela con me.. insomma, mi paragona all'astrattismo! Sembro davvero così astratta, stamattina?!
Giuro, mi sto impegnando. E non sto pensando al sogno, è solo una stupidaggine che si sogna in un momento di fragilità interiore. Ed ecco, io l'ho sognato solo per tutte quelle voci che si sentono su di noi che, a dir poco, m'innervosiscono.
E poi l'amore non fa per me.
Ho già sofferto abbastanza per una storia in cui ci ho creduto davvero. Troppo, direi. Era la storia più bella del mondo, provavo sentimenti mai sentiti prima, vivevo in paradiso o meglio di qualsiasi favola Disney. Era la mia prima storia seria e davvero credevo che sarebbe durata per sempre. Invece poi ho dovuto fare i conti con la realtà, gli uomini sono tutti uguali e la morale è che non c'è nessuna favola.
Non ho tempo per illudermi ancora, nè per perdere un'amicizia alla quale tengo particolarmente. Tanto si sa come va a finire: lui vive la sua vita felice e spensierato ed io depressa a trovare un senso ad ogni mio respiro.
Forse è per questo che non riesco più ad affezionarmi, ogni mia storia finisce ancor prima di iniziare.. perchè a fuggire sono io.
-Ammie e il suo astrattismo- sento dire
Cerco di tornare alla realtà e mi rendo conto che ormai la lezione è finita ed io sono rimasta sola a pastrocchiare un pezzo di carta in cui si può intravedere solo la scritta "DIED HEART". A dir poco inquietante.
Insomma, c'è una conferenza in auditorium e dovrei praticamente correre e raggiungere tutta la classe. Spero di non incontrare nessuno.
Per fortuna Marisa e Tessa mi hanno lasciato il posto, le adoro.
-Ammie- sento chiamarmi
Scorgo a malapena la testa e vedo schierate Marisa, Tessa ed Amalia, pronte per l'interrogatorio.
-Stai evitando qualcuno?-

Chiamami ancora.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora