Capitolo 1

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Per me l'amore è sempre stato un taboo.
Nel senso che è un mistero, qualcosa di strano ed incomprensibile. È come il diabete. Troppo dolce e duole alla salute. Solo che, se proprio dobbiamo dirla tutta, l'amore duole a livello sociale, psicologico, emotivo e fisico. In poche parole ti uccide illudendoti di essere felice. Forse come l'eroina. Bene, se "AMORE" fosse una parola femminile dovrebbe essere di certo chiamato "EROINA". In fin dei conti si somigliano. E provocano una sorta di dipendenza, atroce.
Mi chiedo, però, come abbiano fatto i nostri nonni a continuare ad amarsi per tutti questi anni. Anche se io li ho visti più mandarsi a fanculo che amarsi disperatamente. Forse sono abituati.
Invece ci sono quelle persone che si guardano anche da lontano, con quegli occhi terribilmente luccicanti ed il sorriso stampato in faccia. Quel tipo di persone che anche il più ignorante del mondo riuscirebbe a notare. Quel tipo di persone che il loro amore lo gridano in silenzio, che resterebbero tutta la vita accoccolati l'un l'altro, soli contro il mondo.
E magari ti chiedi se siano usciti da un film. O se stiano fingendo.
Insomma, l'amore è un mistero, è un qualcosa di troppo incomprensibile per me.
Anche se, ammetto, ultimamente i miei occhi incrociano troppo spesso uno sguardo magnetico.
Non so, non riuscirei a descriverlo.
C'è questo sguardo che sembra perseguitarmi dolcemente.
Di giorno mi segue
Il pomeriggio non mi si stacca dalla testa
La sera gioca a cercarmi tra mille
La notte mi accompagna nei sogni più lieti.
Uno sguardo misterioso, dolce ed impaurito, ma allo stesso tempo così coraggioso da rischiare e continuare ad esserci.

-Ammie- mi sento chiamare.
Detesto quando irrompono nei miei pensieri. Mi innervosisce, se potessi costruirei un pianeta tutto mio per poter stare un po' sola con me. Ed i miei pensieri.
-È tutto il giorno che sei chiusa in camera. Vuoi dirmi cos'hai? Hai litigato con qualcuno?- continua insistente la voce di mia madre.
Nel giro di pochi secondi sono in camera anche mia sorella Federica, il cane ed il pappagallo. A quanto pare ho fatto incuriosire tutti.
-Niente, mamma. Sono solo stanca.
-Tu sei sempre stanca. E non mi aiuti mai.
-Mamma, davvero. Non sono in vena di litigare.
-Sempre la solita antipatica- dice sbattendo la porta.
Non so il perché, ma è da più di un mesetto che sono diventata terribilmente apatica.
Non saprei dire esattamente il motivo, ma c'è qualcosa di strano in me. Ultimamente non ho più voglia di uscire. Mi annoia qualsiasi cosa. Persino quando mi presentano un ragazzo divento incredibilmente irrascibile. E poi, improvvisamente anche i fotomodelli più "perfetti" e muscolosi non mi attraggono più. Nemmeno un po'.
-Sarà colpa di Jacopo- sussurra la mia amica, accompagnando la sua frase provocatoria con qualche colpetto di tosse.
Amalia ed io ci conosciamo da poco. Ma non so, c'è una sorta di intesa tra noi che ci ha portate ad essere amiche sin dal primo istante. Sarà un angelo o forse una fata o qualche essere incredibilmente magico perchè, non so come, riesce sempre a leggermi dentro. Come se mi conoscesse da sempre.
Anche se 'stavolta sbaglia. Mica penso a Jacopo, io.
Insomma, al solo pensiero rabbrividisco. E giuro che non è pelle d'oca.
Devono smetterla di inventare storielle sull'amore represso che proviamo io e lui. Siamo solo amici. Solo due buoni amici che semplicemente si vogliono BENE e si sentono spesso. E stanno al telefono per ore, QUANDO CAPITA. Ma solo perchè hanno molto da raccontarsi, nulla di più. Insomma, io e Jacopo siamo solo amici.
-Ammie, arrossisci quando parlo di lui, lo sai?- insiste tirandomi una gomitata scherzosa
-Ma non è vero!
-Invece sì! E giuro, ti brillano anche gli occhi e sembri quasi in paradiso!-
In paradiso, certo. Mi lascio cadere in una lunga risata. Nervosa. Forse troppo nervosa per essere ignorata.

Chiamami ancora.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora