Capitolo 1

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Camminavo per le vie di londra senza una meta ben precisa, erano le 3:00 del mattino e io con le cuffiette nelle orecchie cercavo di scacciare tutti i miei problemi e pensavo del perchè ero ancora li.

Insomma non ho amici, tutti mi considerano strana e nessuno parla con me, non ho mai conosciuto i miei genitori, non ho un ragazzo e per giunta sono diventata autolesionista. Seriamente, cosa ci faccio ancora ui?

Respiravo l'aria serena della sera che mi sfiorava gentilmente il viso, era il momento di tornare a casa.

Attraversai la strada, ma mentre attraversavo, mi accorsi che avevo una scarpa slacciata, essendo tardi, credevo non ci fosse nessuno, così mi chinai per allacciarmi la scarpa.

Ero così presa ad allacciarmi la scarpa, che non mi accorsi che un camion fuori controllo mi stava venendo addosso, ma quando me ne accorsi era troppo tardi. Sentii l'impatto,un dolore straziante, iniziai a vedere tutto sfuocato, le ultime cose che ricordo furono un uomo che veniva a soccorrermi e le sirene dell'ambulanza, poi il buio.


Mi risvegliai dopo chissà quante ore, vicino a me sentivo un suono assordante, come un biiiiiiiiiiiiiiiiiip, ero in una stanza completamente bianca, ma non ero sola, sentivo altre tre voci, mi girai verso le persone: erano mio padre e mia madre(adottivi) e un signore con un camice bianco, sembrava un medico. Mia madre era in lacrime e anche mio padre era sul punto di mettersi a piangere, sentì dire dal dottore una cosa che mi lasciò pietrificata:<< Mi dispiace, ma non ce l'ha fatta>>.

Cosa? ma come, io sono qui, sdraiata sul pavimento, ma qui. Mi alzai, e mi misi affianco al dottore e iniziai a chiamare mia madre, ma lei non rispondeva, come non poteva non vedermi. Mi madre guardò davanti a se,chiamò il mio nome con le lacrime agli occhi, pensai che finalmente mi avesse visto, venne verso di me, feci per abbracciarla,ma mi sorpassò.

Mi girai e vidi mia madre andare verso un lettino, mi avvicinai anche io e quello che vidi mi spiazzò del tutto. Ero io, giacevo su quel piccolo lettino d'ospedale, ero bianca cadaverica, gli occhi chiusi e con alcune ciocche dei miei capelli bianchi mi ricadevano nel viso.

Ero...Ero..Morta? cosa?

Mi misi una mano davanti alla bocca e iniziai a piangere. C-com'era possibile.

l'immagine di mia madre iniziò ad annebbiarsi che all'improvviso non vidi più niente. Si aprì un varco sotto di me e io iniziai a cadere nel vuoto e più cadevo e più pensavo a cosa mi sarebbe successo.

Nata Da Un SacrilegioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora