CAPITOLO 3

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Okay Alison, calmati ci sarà un modo per aprire questo dannato cancello.
Mi guardai un po intorno, ma non trovai niente. Provai ad aprirlo con la forza, ma niente.
<<Miguel!!Miguel!!>>. Inizia ad urlare il suo nome. Che stronzo, prima di andarsene poteva anche dirmi Come fare ad entrare. Sentii un fruscio.
<<Miguel...>> dissi pensando fosse lui.
Senti un colpo in testa e poi il buio.
Stavo sudando,faceva molto caldo, misi a fuoco la vista per capire dove mi trovavo. Ero in una stanza buia, piccoli spiragli di luce fuori uscivano dalle sbarre che c'erano sulla porta difronte a me. Mi alzai intenta ad andare a vedere fuori, ma qualcosa mi bloccava, guardai all'altezza dei polsi e solo allora mi accorsi di essere incatenata alla parente. Okay, ora iniziavo davvero a spaventarmi.
<<C'è qualcuno?! Fatemi uscire di qui!>> dissi mentre mi dimenavo nella vaga speranza di liberarmi(come se io avessi una strana forza sofrannaturale per staccare delle catene da una parete).
Sentii dei passi molto pesanti e veloci e una voce molto roca e profonda dall'altra parte della stanza mi disse:<<Cerca di stare buona e zitta, tra poco uscirai di li o magari no>> disse con una risatina alla fine.
Stronzo...

Passarono ore ed ore, stavo morendo dal caldo, mi ero trasformata in una pozzanghera umana, avevo sete e le catene iniziavano a fare male.
Volevo uscire. Miguel dove diamine sei...
<<Mi avevi chiamato?>>
Ecco,parlando del diavolo....
<<Miguel!si può sapere dove cazzo eri finito?!>> dissi molto irritata.
<<Modera i termini signorina, sono dovuto andare via, non arrabbiarti>>
<<dovuto?!>>
<<Sì, non potevo farmi vedere da quei due demoni robusti>>
<<E perché?>>
<<Diciamo che noi angeli con i demoni non abbiamo un buon rapporto>>
<<Ma tu sei qui all'inferno e gli angeli non posso inoltrarsi qui, no?>>
<<La tua curiosità inizia a darmi sui nervi>>
<<Okay okay ho capito, senti come faccio ad uscire?>>
<< Non credo tu sia nelle condizioni di poter fare una qualche cosa>>
<<ah ah, bhe almeno aiutami tu>>
<<Sta arrivando qualcuno, ciao Alison>>
<<no,non ti azzardare....>> non feci in tempo a finire la frase che se n'era già andato. Mi verrebbe voglia di prenderlo a schiaffi.
Dalla porta entrò un uomo (?), almeno credo sia un uomo...
Era altro e robusto (molto robusto), tipo uno di quelli che se ti tira una schiaffo ti fa volare su Marte. Indossava una divisa molto formale e sopra la testa porgiava due enormi corna nere.
Costui si avvicinò con passo svelto verso di me e tirò fuori dalla tasca un mazzo di chiavi, ma mentre mi apriva i lucchetti vidi che si era alzato il cordino della divisa fin sopra il naso, come se li desse fastidio il mio odore. Ho capito che ero sudata, ma non a tal punto di puzzare come una puzzola.
Sploccò l ultimo lucchetto e senza pensarci scattai in piedi e iniziai a correre, non so dove, ma dovevo uscire di li.
Solo che dopo un po mi bloccai a guardarmi un po in torno, un forte vento mi scaraventava i capelli a destra e a sinistra, era tutto strano, c'erano anime che viaggiavano per conto proprio, si sentivano urli di sofferenza e strani sussurri che piano piano riempirono la mia testa.
<<Dove credi di andare ragazzina!>> Sentii una voce dietro di me, mi girai, era quello delle catene. Riniziai a correre, ce l'avevo attaccato al sedere, però la mia corsa fu interrotta da altri due demoni sbucati dal nulla che mi bloccarono per le braccia.
Iniziai a dimenarmi e ad urlarli contro, ma niente da fare quei due erano tre volte me e così mi arresi.
Il demone delle catene ci raggiunse e con forza mi trascinò via con sé.
<< Ora ragazzina vieni con me e senza fare storie o sennò durerai meno del previsto>>
Che cosa? Che cosa intende per meno del previsto?.
Mi portarono davanti ad un portone enorme con su ricamati strani segni in oro.
Il tizio delle catene mi lasciò per andare a bussare e io ne approfittai per scappare, ma sta volta non ero riuscita a fare neanche un passo.
<<sei testarda eh>> disse prendendomi per i capelli e spingendomi all'interno del portone facendomi cadere.
<<Amal, si gentile con i nostri ospiti>> disse una voce profonda ed elegante in modo divertito. Alzai lentamente lo sguardo per vedere chi aveva parlato.
Era un uomo molto formale, sia nell'atteggiamento che nell'aspetto: aveva la carnagione molto pallida, gli occhi profondi e di color nero, lo stesso colore dei capelli che portava lunghi fino alle spalle e indossava un abito in giacca e cravatta nero con delle scarpe lucide nere. Non notai niente di strano in lui apparte l aria di uno che ti avrebbe ucciso da un momento all'altro.
<<Sì sire>> disse Amal
S-sire, oddio che devo fare? Dovrei inchinarmi? Oddio ma perché tutto questo doveva capitare a me.... aspetta, ma allora lui è Lucifero, adesso si che la questione si fa interessante.
<<Alzati ragazzina,mica ti mangio>>
Non so perché,ma non mi fido di questa sua affermazione.
Mi alzai da terra e feci un inchino smonchio e con controvoglia, diciamo che queste cose non sono il mio forte.
<<Allora ragazzina, mi potresti spiegare cosa ci facevi davanti all'entrata del mio regno?>>
Non risposi,rimasi zitta, lui non mi faceva paura, forse per l odio che avevo raccumulato dopo quello che mi aveva raccontato Miguel.
<<allora?>> disse lui in modo molto più rigido.
Continuai a non rispondere e non lo guardavo neanche.
Ad un certo punto sento i suoi passi avvicinarsi a passo svelto verso di me, mi prese il viso con una mano e mi obbligo a guardarlo in faccia e lo guardai con tutto l odio che avevo verso quest'essere, ma appena lui mi guardò vece un sorrisetto divertito per poi rimollarmi il viso.
<<Non sei di molte parole eh ragazzina? Meglio così , mi piacciono le donne silenziose>>
Si allontanò da me e tornò a sedersi sul suo trono che era sistemato sopra a una piccola rampa di scale infondo alla sala.
<<Bhe posso sapere almeno il tuo nome?>> disse mentre si accomoda sul trono.
<<Alison>>
<<Ah ma allora parli, questa si che è una bella sorpresa e dimmi Alison, chi ti ha mandato qui?>>
<<nessuno>> dissi con voce impassibile.
<< Ti sembro un fesso? Dai dimmi chi ti manda>>
<< Ho detto che non mi manda nessuno, sono da sola>>
<<Basta, mi stai facendo innervosire, Amal cerca una stanza alla ragazza e non varia uscire finché non lo dirò io.>>
<<Ma come? Non mi rinchiudete in gabbia?>>
<<oh no, che re maleducato sarei, non posso permettermi di rovinarmi la reputazione per te e ora portala, ah e quasi dimenticavo, benvenuta all'inferno Alison>> disse il tutto accompagnato da un sorrisino.
Amal mi prese per un braccio e con forza mi portò nella "mia stanza", ma mentre mi scortava dentro di me sentivo qualcosa che non avevo mai provato, cos'era? Non lo so, ma lo avrei scoperto molto presto.


Nata Da Un SacrilegioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora