Capitolo 7

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FRANCESCO POV.

Appena mi arrivò il suo messaggio che mi avvertiva di essere pronta, ero già sotto casa sua che la stavo aspettando.

Prima di suonare al citofono ci volle un po' perché c'erano veramente tanti nomi e preso dal l'agitazione non ricordavo più il suo.

Finalmente lo trovai e deciso, piggiai.

Di lì a poco mi assalì un ansia indescrivibile.
Nella testa mi frullavano mille domande, mi chiedevo se le sarei piaciuto, se fossi stato abbastanza per una ragazza come lei.

Camminavo da destra verso sinistra, freneticamente.
Sembravo pazzo, pazzo di aspettarla, di vederla.

Subito sentii il portone aprirsi e mi voltai.

Ero senza parole.

Davanti a me una ragazza bellissima, con un vestitino veramente bello.

Rimasi a guardarla per alcuni secondi e dopo di che feci una cosa per farla sentire importante.

Le presi la mano, e come in un film, gliela baciai.

Dopo di che salimmo in macchina e mi indicò la strada da percorrere.
Dopo un po' incontrammo una fila interminabile di macchine.
Carla uscì la testa dal finestrino e subito dopo uscì correndo senza dire nulla.

La chiamai ripetutamente ma ormai era già lontana.

Allora parcheggiai subito e la seguì.

Mentre camminavo, avevo capito tutto, c'era lei seduta che abbracciava una ragazza che aveva avuto un incidente con quello che penso che sia il suo ragazzo.

Per farle capire che io ero lì con lei le appoggiai una mano sulla spalla e andai ad aiutare quel ragazzo a me sconosciuto.

Mi presentai a lui, "piacere sono Francesco, sono l'amico di Carla, che è successo?"
Lui mi guardò un attimo in cagnesco, ma poi mi rispose che si chiamava Giuseppe e che me lo sarei potuto immaginare quello che era successo.

Gli dissi subito che mio padre era avvocato e che lo avrebbe aiutato, di certo senza chiedergli niente come denaro.

Poco dopo arrivò l'ambulanza per prendere l'amica di Carla, lei ci salì pure e mi salutò con un cenno della mano dopo aver rassicurato Giuseppe.

Dopo cinque minuti ci raggiunse pure mio padre che ci disse che se ne sarebbe occupato lui di tutta la vicenda e Giuseppe lo ringraziò più di mille volte.

Però in quel momento l'unico mio pensiero era che Carla fosse sola in ospedale.

Presi in disparte Giuseppe e gli dissi che era meglio se andavamo a raggiungerle e lui accettò senza dir nulla.
Ci mettemmo in macchina e stranamente lui incominciò a presentarsi a me, avevo capito che di lì a poco saremmo diventati grandi amici. Gli spiegai come avevo conosciuto Carla e lui mi disse che era una splendida ragazza, ma questo lo sapevo già.

Arrivati davanti al pronto soccorso, da fuori intravidi subito Carla, era sempre bella anche se aveva un'espressione preoccupata.

Appena entrammo Giuseppe chiese subito della sua ragazza, durante il tragitto mi disse che si chiamava Veronica e che di lì a poco avrebbero fatto un anno che erano fidanzati.

Dopo di ché vidi Carla che sentiva freddo, mi tolsi la giacca e la diedi a lei che mi sussurrò un grazie.

La abbracciai e tutte e due ci addormentammo.

Un caldo invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora