Capitolo 5

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Ero elettrizzata all'idea che sarei andata ad una festa con lui.
Di certo tutte le mie amiche cercheranno di sapere come un ragazzo come Francesco possa andare ad una festa con una come me.

Scacciai questi pensieri dalla testa e aprii subito l'armadio per sapere cosa potevo mettermi la sera della festa.

Mi assalì l'ansia, non avevo niente di decente, niente.

Disperata, digitai il numero della mia migliore amica, ma mentre sentivo gli squilli mi ricordai di non aver raccontato niente a lei.
"Pronto Carla che è successo?"
"Ei ciao Veronica, tu ci vai alla festa venerdì?"
"Si Carla oggi te l'ho detto mille volte che ci sarei andata con Giuseppe, ma mi ascoltavi?"
"Ma si certo, scusa l'avevo dimenticato" in realtà non la stavo ascoltando per niente oggi a scuola, pensavo soltanto che Francesco non mi aveva scritto nessun messaggio.

"Io ci vado.. con un ragazzo.."

Per qualche secondo non sentì alcun rumore al di là della cornetta.
"Veronica.."

"Ok Carla, oggi pomeriggio sono a casa tua, dobbiamo organizzarci, trovare un vestito per te, che sia la fine del mondo"
"Si ma.." Tentennai.
"Carla niente ma, lo studio viene dopo, e sappi che ti chiederò tutto di questo misterioso ragazzo di cui io non so niente"
"Va bene, grazie sei la migliore Veronica"
"E allora secondo te che ci sto a fare io in questo mondo di pazzi"
Ci mettemmo a ridere e mi disse a che ora sarebbe arrivata.

Posai il telefono sulla scrivania e mi coricai nel letto.

Non riesco a crederci, stanno succedendo tantissime cose in poco tempo.
Ma sono veramente contenta.

***

Dopo aver finito di pranzare e aver sistemato tutta la cucina arrivò Veronica, con la sua solita ondata di felicità per andare a fare shopping.

Subito uscimmo, andammo in tantissimi negozi, ma il vestito che cercavo non lo trovammo.

Sfinite, entrammo in un negozio non molto noto in città, lo vidi subito, era quello, era quello il vestito perfetto per la serata.
Subito chiesi alla commessa la mia taglia, lo indossai e mi stava d'incanto.
Uscii dal camerino e Veronica rimase senza parole, mi stava veramente bene.
Lo pagai e uscii dal negozio con un enorme sorriso stampato in faccia.

Mentre passeggiavamo per le vie raccontai tutto alla mia migliore amica, lei non disse nulla, mi ascoltava e annuiva, segno che aveva "approvato" la situazione, e questo mi rese felice, perché sapevo che lei era al mio fianco qualsiasi cosa facessi.

***

Arrivai a casa, e per l'ennesima volta c'erano i miei genitori che stavano litigando.
Tutta la felicità che avevo si frantumò in tanti pezzetti.

Con la mia solita calma posai il giubbotto e salii nella mia stanza, aspettando che si calmassero.
Ormai litigano spesso, non so perché, ma so che mi mancano quei momenti di tranquillità che si respiravano a casa.

Per rilassarmi mi misi le cuffiette e mi lasciai trasportare dalla musica.

Un caldo invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora