Capitolo 5

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Zoe's Pov
Mi svegliai la mattina seguente trovando il posto di fianco al mio vuoto. Volevo scendere per andare in cucina a fare colazione, così mi sedetti sul letto prima di appoggiare piano i piedi per terra; appoggiai prima il piede sinistro alzandomi in piedi, poi provai ad appoggiare anche il destro, ma quando spostai il peso sulla gamba destra senti una fitta di dolore che mi fece imprecare in maniera abbastanza colorita e cambiare idea, sedendomi sul letto. Non mi arresi: volevo la mia colazione e l'avrei avuta a tutti i costi ! Presi un bel respiro e urlai:"Jasoooon!"
Lo sentii correre come uno scalmanato su per le scale e sentii anche un bel tonfo quando inciampò sull'ultimo gradino e si scaraventò contro la porta della camera, che ormai definivo "nostra", spiaccicandosi a terra. Non riuscì a trattenermi dal ridere a crepapelle. Avevo le lacrime agli occhi dal tanto riso e quasi non riuscì più a respirare a forza di ridere. Quando si fu rialzato mi calmai e gli chiesi sempre ridacchiando un po' :" Tutto ok? Ti ho chiamato perché vorrei fare colazione, potresti portarmi giù?". Dopo che si fu rialzato mi fulmino con lo sguardo e mi disse:" Tu mi avresti chiamato urlando come se fosse entrato un assassino solo per chiedermi di portarti giù a fare colazione ??!! E poi smettila di ridere che è in parte colpa tua !" . Effettivamente ora che ci penso mi avrebbe sentito anche se non avessi urlato per via del super udito...Beh capita a tutti di dimenticare qualcosa no ? Dopo essersi ripreso mi si avvicinò, mi mise un braccio sotto alle ginocchia e uno sotto la ascelle e mi prese in braccio. Scendemmo le scale e dopo avermi appoggiato su una sedia in cucina si avvicinò ai fornelli e prese il caffè, che evidentemente aveva già preparato prima che lo chiamassi, e lo versò nelle tazze. Appoggiò le tazze, lo zucchero e il latte, preso dal frigo, sul tavolo che era già apparecchiato con due tovagliette, sopra alle quali c'erano un tovagliolo e un cucchiaio ciascuna. Dopo aver messo lo zucchero e il latte nel caffè presi la tazza e le portai alle labbra bevendone il contenuto. Mi porse un pacchetto di biscotti che io rifiutai poiché non ne avevo voglia, ma lui mi costrinse a mangiarne almeno 3 dicendo:"Per riprendere le forze devi mangiare qualcosa, quindi prima mangi prima guarisci e ora muoviti a finire ".
Finito di mangiare mi portò sul divano per farmi vedere un film, ma io volevo uscire così facendo il labbruccio gli chiesi:"Possiamo uscire? ti pregooo", ma lui mi rispose :"Oggi no, tu non riesci a camminare e io, anche se sono molto forte, dopo un po' mi stancherei di tenerti in braccio. Magari domani, sempre se riuscirai a stare in piedi. Oppure possiamo chiedere una di quelle carrozzine per gli anziani all'ospedale del branco e tu puoi sederti lì" "No, no, no va bene domani. Non mi va che la prima volta che mi vedono gli altri io sia su una carrozzina per vecchietti ". Lui si mise a ridere e si sedette sul divano di fianco a me con in mano alcuni film e mi disse:"Scegli tu quello che vuoi, io non ho preferenze", scelsi Titanic e lui si alzò andando a metterlo nel lettore CD della tv per poi tornare sul divano vicino a me abbracciandomi e facendomi appoggiare sul suo petto. Il film durò 3 ore e finì giusto in tempo per l'ora di pranzo. Jason cucinò due bistecche con le patate che spazzolammo in poco tempo.
Nel pomeriggio non facemmo tante cose, guardammo un po' di tv, giocammo a monopoly e cenammo verso le otto per poi andare a dormire uno abbracciato all'altro. Ripensai ai miei genitori, alla loro voce e ai loro sorrisi, che non sentirò e rivedrò più e calde lacrime scappano al mio controllo, scivolando sulle mie guance, ma prima di cadere vennero raccolte dalle morbide dita di Jason che mi abbracciò facendomi appoggiare al suo petto. Rimasi così finché non mi addormentai ascoltando il suo cuore.

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