Cathrine
Quel giorno sarei uscita con James...non vedevo l'ora. Dato che erano arrivate le 10.00 andai a farmi una doccia, mentre ero sotto l'acqua ripensai alla notte passata con Jam, é stato così dolce...é un ragazzo d'oro, mi ha perfino confidato che era andato a letto con quel Michael solo per provare nuove cose e si mise d'accordo con lui per essere il suo "uomo di letto", che cosa strana da pensare però...comunque non era l'unico ragazzo del gruppo che ci fosse andato a letto insieme, perciò alla fine non era poi così strano...solo che nella vecchia scuola americana non mi capitò mai di sentire cose del genere. Comunque sotto la doccia decisi che non avrei fatto piú sesso con James finché non ci fossimo conosciuti meglio e pensai che lui sarebbe stato d'accordo.
Ore 11.27 ero vestita di tutto punto, con il trucco e i capelli a posto: indossai un paio di jeans eleganti, ma comodi e neri, una maglietta più lunga dietro e più corta d'avanti di colore bianca, una giacca corta di pelle nera; le scarpe erano con il tacco, non troppo alto e chiuse di colore grigio scuro, poi avevo una sciarpetta di seta leggera, bianca. Quando sentii bussare salutai Mad e andai via con James:"Dove mi porti di bello?" Fece un sorrisetto:"Andiamo in un ristorantino, al parco, poi ordiniamo una pizza mentre guardiamo le stelle" "Wow! Davvero? Magnifico!" Mi sorrise, lui era vestito con una maglia nera e dei pantaloni blu, con delle scarpe eleganti nere opache...era magnifico, dalla maglietta spuntavano alcuni suoi tatuaggi, che avevo già visto due sere prima.
Quando arrivammo al ristorante, rimasi stupita dall'eleganza del posto, era così bello, era un ristorante italiano dove facevano anche cibo inglese...e per la prima volta mi sentii veramente speciale, nonostante conoscessi questo bel ragazzo, che mi accompagnava, da pochi giorni. Io ordinai bistecca con contorno di patate al cartoccio, mentre Jam prese un piatto di spaghetti italiani, mi pare fossero alla carbonara...non saprei.
Finito di mangiare cominciammo a parlare di noi, ed erano le sedici passate quando uscimmo per dirigerci al parco. Arrivati rimasi senza parole, era piccolo, ma stupendo: c'era un laghetto che poteva essere attraversato da un ponte; poi c'erano molte panchine; dalla parte opposta c'era l'area per bambini. James mo accompagnò verso una panchina, all'ombra di un albero, così rincominciammo a parlare. "Mi piaci molto" disse ad un certo punto James avvicinando il suo viso al mio...aveva gli occhi azzurri e i capelli neri scurissimi, era così attraente...ma io gli misi la mano davanti, fermandolo:"Scusa, ma dobbiamo aspettare. Ho tanta voglia di baciarti quanta ne hai tu, ma dobbiamo aspettare..." dissi un po' imbarazzata, ma sorridendo. "Si...hai ragione" Rispose lui, grattandosi la testa e diventando rosso...
Mi spaventai, sentendo il cellulare che squillava nella mia tasca, era ormai sera e io ed io e James eravamo tornati nelle nostre rispettive camere, risposi:"Pronto, mamma?" :"Ciao tesoro! Come stai? Cos'hai fatto? Non mi hai più chiamata!" "Scusami mamma, sono stata molto occupata, comunque io sto bene e tu?" "Tranquilla amore, sto bene anche io. Ma non hai risposto alla seconda domanda" "Perché non sono affari tuoi!" "Eddai Caty!" "Ma non ho fatto nulla di che, ho conosciuto alcuni ragazzi e con uno di essi sono ci sono anche uscita, poi ho studiato...non fatto nulla di interessante..." 'Se...come no' "Okay ragazza, non ti darò più fastidio" "Una cosa mamma, come sta Jane? Qui al campus una mia amica si chiama come lei..." "Sta migliorando." "Okay, allora salutamela. Ciao mamma, un bacio." "Ciao tesoro." Finita la chiamata misi il telefono in carica.
Erano le 6.30 quando mi svegliai con il suono della sveglia. Mad dormiva ancora, la sera prima era tornata tardi e dopo esserci raccontate le rispettive giornate ci addormentammo. "Maddy, sveglia...Sveglia!" "Mhmmh..." "Avanti, alzati!" "Si, okay..." Si alzò a sedere e si stropicció gli occhi, poi scese dal letto e si andò a fare la doccia e io le gridai dietro:"Veloce che devo farla pure io!" "Siiii" Mugolò lei in risposta e si chiuse in bagno.
Dopo 40 minuti ero diretta in classe insieme a Madison. Quella mattina avrei avuto matematica, letteratura inglese, educazione artistica, italiano e biotecnologia, a parte italiano le altre materie erano le mie preferite...in realtà non sapevo come sarebbe stata letteratura, perché in America facevo solo la letteratura italiana...
Durante il pomeriggio decisi di studiare un po' così dopo, aver pranzato con i miei nuovi amici, dissi a Mad che volevo stare un po' per conto mio a studiare. Verso le 17.30 decisi di andare a fare un giro, uscì dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle e mi diressi al pian terreno, per poi uscire...non sapevo dove stavo andando, ma dovetti fermarmi, perché mi venne in mente che aevo scordato il cellulare in camera; dopo dieci minuti mi ritrovai a ritelefonare mia mamma dato che notai una chiamata persa, appunto, da lei...1° squillo...2° squillo...3° squillo..."Si?! Sei tu Cathy?" Disse mia mamma con tono preoccupato...e forse anche...triste. "Si mami, perché mi hai chiamata? Qualcosa non va? La tua voce é strana..." "Emmm..." Disse lei con aria nervosa "Mamma..." La ripresi io in tono severo. "Amore, qualsiasi cosa io ti dica ora.
.promettimi che non farai cose strane" " Okaaay" "Allora...due ore fa tua sorella é stata portata d'urgenza in ospedale...non so ancora cos'abbia, ma ti farò sapere il prima possibile..." Le si spezzò la voce. "Certo, mamma, ma ora calmati...vedrai che andrà tutto bene." Almeno era ciò che speravo. "Si, d'accordo Cat, ci sentiamo poi..." Disse ciò e prima di chiudere la chiamata le sussurai un piccolo 'ciao' e mi scappò un singhiozzo...mi misi a correre, non sapevo dove stessi andando, poi mi fermai di colpo, perché sentivo il viso bagnato, erano lacrime. In poco tempi me le asciugai e mi accorsi che mi trovavo nel parco in cui mi aveva portata James, il giorno prima. Mi sedetti su una panchina e iniziai a pensare, ma dopo circa tre quarti d'ora mi alzai ed inizia a camminare a capo chino. Ad un certo punto mi scontrai con qualcosa ed alzando la testa notai che era un qualcuno, riccio, molto riccio, con gli occhi marroni che svumavano sul verde all'esterno "Cazzo! Scusami!" dissi a quel ragazzo dall'aria familiare, dopo essergli andata addosso. "No, é colpa mia, avevo la testa da un'altra parte." disse lui. "Mi disp-" "No, no dispiace a me, davvero. Facciamo così, ti offro un caffè, va bene?" Mi interruppe...era così dolce... "D'accordo...mi arrendo, grazie" E gli sorrisi. Aveva qualcosa...non so...lo avevo già visto...intanto mi persi nei suoi occhi e seguendolo pensai a quanto fosse figo, in tutto...cazzo quanto era bello...era vestito con dei pabtaloni verdi smeraldo da cui pendevano delle bretelle, una maglia bianca, sopra una giacca rossa, con alcune fantasie colorate e poi aveva delle scarpe bianche, ricoperte da borchiette rosso metallizzato. Arrivammo ad un bar e ci sedemmo al bancone, ordinando 2 caffè... "Allora...non ti ho mai vista qui in giro..." "Oh...mi sono trasferita qui dall'America da poco...vado al college qui vicino" "Davvero? Pure io!" Mi sorrise e aggiunse:"Però questa settimana mi soni preso una pausa dalle lezioni, i professori sanno che sono in vacanza con la famiglia, ahahah" Mentre rideva gli spuntarono due adorabili fossette...aspettate.
.quella risata...nel frattempo arrivarono i nostri caffè, così si interruppero i miei pensieri... "Che strano tipo sei...comunque, come ti chiami?" Stavo bevendo il caffè e lui rispose:"Michael, Michael Penniman." Quasi mi strozzai, e dato che lui mi stava porgendo la mano, la ritirò subito spaventandosi. "Quel Michael?" Mi guardò confuso... "Michael Holbrook Penniman Junior?!" Lui sgranò gli occhi e capì chi fossi... "Cat..." disse in un soffio mentre io mi alzavo e correvo via.

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Butterfly
DiversosÉ la storia d'amore di chi volete...c'è lui e poi c'è lei...un lungo periodo di amicizia e, poi, un lungo periodo d'odio, li precede e dopo, il nulla...ma ora, da una casualità, da un imprevisto, tutto viene dimenticato , i litigi,le urla, le perdit...