Gli scaffali {CAPITOLO 1}

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Mi sveglio sentendo dei piedi sbattere a terra. Mi stropiccio gli occhi e la prima cosa che mi viene in mente è: Theo è riuscito a sopravvivere alla tempesta ed al ciclone infernale?!
Cerco di alzarmi e sbatto la nuca contro lo scaffale sotto al quale mi sono addormentata. Impreco fra i denti, e penso che non sarò mai forte come le eroine dei libri che leggo, anche se ci provo.
Mi alzo, traballante, e inizio a rimettere a posto i libri. Per colore. Per autore. Per genere.
Non mi guardo intorno, non lascio la mia mente vagare alle occhiate delle persone che frequentano questa libreria centenaria, che forse si stanno chiedendo cosa ci faccia una 17enne qui. Sono abituata ai pregiudizi. Non mi importano.
Le mie mani sfregano sulle copertine, mentre cerco di levare la polvere.
La biblioteca è gestita da due persone, marito e moglie, ma sono anziani e spesso non puliscono in modo maniacale i volumi, come invece farei io. Come,invece, faccio io.
Quando ho messo in ordine l'ultimo libro, mi soffio sulle dita e vado a lavarmi le mani.
Dal piano di sotto, sento la voce di Vince, il bibliotecario, urlarmi.
"Layla! È arrivato un cliente! Ti prego, vieni un attimo."
Sbuffo, infastidita da quello che devo fare.
Non sono capace di interagire con le persone; stare tra i libri è molto meglio.
Apro l'anta dello specchio e mi guardo un attimo. Ho i capelli dritti in testa, le labbra gonfie dal sonno e gli occhi mezzi chiusi.
Non sono decisamente un bello spettacolo.
Mi faccio coraggio-se lo farebbe anche un'eroina- e mi lancio giù dalle scale.
Raggiungo il piano terra e mi guardo intorno, cercando il nuovo cliente.
Vedo un uomo rivolto verso gli scaffali, di fronte al reparto del genere 'attualità'.
Vince mi indica proprio lui, e con le labbra mi sussurra "Forza, Layla."
Oramai Vince è come papà per me. Si è preso cura della sottoscritta per due anni e mi ha fatto scoprire che adoro perdermi tra i libri. Mi ha fatto scoprire che è un'ottima via di fuga dal dolore.
Annuisco e mi dirigo verso l'uomo.
Quando sono dietro di lui, picchietto l'indice sulla sua spalla.
È molto alto.
Lui si gira velocemente.
Per poco non perdo l'equilibrio.
Il ragazzo di fronte a me è...un principe.
Ha dei capelli neri come la pece, occhi ambrati e un naso pressoché perfetto. Indietreggio un attimo, la gola secca "Cosa...cosa sta cercando?"
Maledizione, ho balbettato!
"Io.."
La sua voce mi attraversa come una cascata di scintille. È ciò di più simile alla cioccolata fusa, calda e profonda.
Mi fissa. D'un tratto i suoi lineamenti sembrano avere uno spasmo.
Mi avvicino "Ha qualche problema?"
Il mio solito tatto. Complimenti, Layla, ora lo farai scappare a gambe levate.
"No." replica, fermo e deciso "Stavo cercando un volume non ristampato. Ne cerco...la prima edizione."
Mi mordicchio l'interno della guancia, in imbarazzo. Se fossi in un libro me la saprei cavare.
"Il titolo?"
"La Metamorfosi."
Pesto il piede a terra, cercando di farmi venire in mente dove potrei averlo messo. In realtà ho il timore di averlo a casa...
"Franz Kafka."
La sua voce mi riscuote dai pensieri "Cosa?"
Lui mi fissa di nuovo, con un sorrisetto "L'autore. Magari non lo conosci."
Ferita,alzo il mento "Cosa te lo fa pensare?"
Lui non risponde, si limita a guardarsi intorno.
Corro un attimo da Vince e gli chiedo "Kafka. La metamorfosi."
Non sono più in grado di articolare una frase. Fantastico.
Vince impiega qualche minuto per rispondere.
"L'hai portato a casa, se non erro."
Fantastico.
Abbattuta, mi giro di nuovo e torno dov'ero, al reparto 'attualità'.
Ma non c'è traccia del ragazzo.
Salgo le scale e lo cerco con lo sguardo.
Vedo gli scaffali ricolmi di libri, la polvere che non vuole andarsene, e la lieve luce che filtra dalle finestre.
Il mio paradiso.
Poi, finalmente, lo noto.
Riconosco la sua giacca di pelle, in realtà, ma sono sicura al cento per cento che sia lui.
Le mie suole calpestano il legno e lo schiocco che ne producono è molto famigliare, direi addirittura parte di me.
Quando raggiungo il ragazzo sono spazientita e arrabbiata dal fatto che non mi abbia aspettato.
Pensa che non abbia mai letto Kafka. Ma per piacere....
Stavolta lo afferro per la spalla destra e lo tiro verso di me.
Lui si volta e...non è lui.
È pur sempre un uomo, ma non è Il Principe.
Sento le chiazze rosa affluirmi alle guance "Scusi, devo aver sbagliato persona..."
Lui mi sorride, conciliante, e si volta di nuovo verso gli scaffali.
Guardo ovunque, ma Il Principe è sparito.
Non nascondo la delusione-e,credetemi, era parecchia- passando il resto della mia ultima giornata estiva a leggere.
Ma, anche quando leggo la vicenda Gregor Samsa e della sua trasformazione in scarafaggio, non riesco a fare a meno di pensare al ragazzo. Ed al perché volesse questo libro.
Penso anche che, forse, non lo incontrerò mai più.







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