Capitolo 7

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Provare sentimenti per due persone, non è importante... lo è quello che decidi di fare in proposito.
Life Unexpected



Tornare a sedersi sulle scalinate di quel porticato, lì dove lei lo aveva lasciato era difficile. Più di quanto si fosse aspettato ma soprattutto in modo di diverso. Si era aspettato di non riuscire neppure ad avvicinarsi, di vedere quella scalinata e doversi allontanare correndo per non scoppiare in lacrime. Ma non era andata così. Si era avvicinato senza alcun problema. Aveva percorso il vialetto senza versare nemmeno una lacrima e si era seduto rassicurato del fatto che ormai il peggio era passato, ma si sbagliava. Era subito dopo che si era seduto che erano iniziati i problemi, i ricordi lo avevano investito senza alcun preavviso e certo l'arrivo di Elena non aveva migliorato la situazione.
Aveva deciso di ignorare la situazione "gravidanza" anche se sapeva che lei lo aveva chiamato proprio per quel motivo ma era da troppo che non la vedeva e il pancione che ora le spuntava sotto il seno era veramente impossibile da non notare.
Le lacrime stavano cercando in tutti i modi di uscire dai suoi occhi ormai lucidi. Il suo sogno era sempre stato Elena, avere Elena, essere amato da lei, e tutto quello che aveva ottenuto era che la donna che amava, che continuava ad amare e che avrebbe per sempre amato, se la spassava con suo fratello, che l'aveva messa incinta fingendo addirittura che una famiglia fosse diventato il suo sogno. Ma Stefan era convito che presto si fosse stancato di lei e del figlio che portava in grembo e tutto sarebbe ricaduto su di lui, perché, al contrario di Damon, lui ci sarebbe sempre stato per Elena.
Elena si fermò davanti a lui, in piedi. Era ancora bellissima, il viso magro come l'ultima volta che l'aveva vista, così come le gambe che erano nude, dato il mese caldo. L'unica cosa che era cambiata di lei era l'enorme pancia su cui cadeva continuamente l'occhio, la stessa che Stefan era abituato ad accarezzare durante le loro notti di passione.
-Allora, come mi trovi?- Chiese lei cercando di rompere il ghiaccio. Era evidente che fosse difficile anche per lei. Stette ancora per un po' in piedi mostrandosi in tutta la sua bellezza.
-Sei...stupenda! Come sempre.- Sussurrò Stefan.
Il fatto che fosse arrivata dal vialetto e che non fosse semplicemente uscita dalla porta di casa Gilbert significava che si era trasferita da Damon, ma certo di questo Stefan non poteva essere sicuro. Lui se ne era andato già da un bel po'. Viveva nei boschi e ogni tanto, strano a dirsi, trovava un letto da Bonnie. Era presentandosi a casa sua una notte in cui pioveva a dirotto che aveva scoperto della gravidanza di Elena.
-Avrei dovuto farmi vedere prima.- Si scusò Elena sedendosi al fianco di Stefan, facendo così in modo che i ricordi riprendessero forma nella mente di entrambi.
-Si, avresti dovuto.- L'apostrofò Stefan.
-Ma probabilmente avrei reagito male. Diciamo che i mobili di Bonnie non sono molto felici di come lo sono venuto a sapere ma almeno la faccia di Damon è ancora intatta.- Continuò lui senza cercare di trattenere la rabbia quando pronunciò il nome del fratello.
Elena non capiva come Stefan riuscisse, a volte, a essere così ottuso. Lei aveva visto le lacrime di Damon e sapeva cosa significasse perdere un fratello, una sensazione che non avrebbe augurato a nessuno.
-Non capisco come puoi dire una cosa del genere. Hai mai visto tuo fratello dopo quella chiacchieratina al Grill?- Le chiese in preda ad una rabbia della quale non sapeva spiegare bene la provenienza.
-Io...no.- Si limitò a balbettare il vampiro sorpreso quanto lei della rabbia nella sua voce.
-Beh, dovresti. E' difficile. Lo è per tutti. Tu...tu hai perso me. Ma io sono ancora qui. Lui ha perso Alarick e niente glielo darà indietro. E adesso, adesso ha perso anche te. Sebbene tu possa tornare da lui non vuoi farlo e questo lo distrugge.- Non aveva mai parlato così per nessuno, ma Damon la preoccupava parecchio, il solo fatto che avrebbe voluto chiamare loro figlio Rick faceva capire quanto l'amico di bevute gli mancasse.
Stefan non aveva mai pensato che il fratello potesse avere una qualche debolezza. L'unica a cui aveva mai pensato era Elena, il suo amore per lei lo rendeva debole, lo rendeva umano, scalfibile e ricattabile; ma mai avrebbe pensato di poter assumere la stessa importanza per il fratello, eppure Damon glielo aveva dimostrato più volte, standogli vicino e salvandogli la vita nonostante il loro amore per la stessa ragazza.
-Non voglio parlare con lui e chiedergli scusa perché io ti amo ancora e sarebbe una bugia. Sono sicuro che ti tratterà male, che ti abbandonerà. Non vorrei pensarlo ma so che succederà!- Elena era seccata di sentirlo parlare così. Chiunque conoscesse era certo che Damon fosse un individuo da evitare, uno di quelli a cui stare alla larga. E perché mai? Vestiva totalmente di nero e beveva parecchio, ma questo non poteva incidere così tanto. Aveva avuto i suoi periodi no in cui uccideva gente a random per divertimento ma anche Stefan aveva passato il suo momento Ripah e se possibile ne era uscito molto peggio.
Elena si alzò dandosi forza appoggiando le mani sulle ginocchia.
-Bene, se è così che la pensi...- Non ottenendo nessuna risposta dal vampiro ancora seduto continuò –allora Damon non ha bisogno di te. Io e lui gli basteremo.- Disse mentre si portava istintivamente una mano sul ventre teso.
Lo guardò per un ultima volta mentre lo sguardo di lui era fisso sulla sua mano e sul significato che comportava; lentamente si girò e fece qualche passo verso il vialetto, quando sentì la mano di lui tirarle il braccio. La stava bloccando, le stava impedendo di proseguire, di andare avanti.
-Sappi che sarai di nuovo mia.- Le sussurrò semplicemente all'orecchio per poi liberarla dalla presa ferrea che aveva esercitato su di lei. Invece di correre via in preda al panico di quella minaccia, le parole del ragazzo avevano bloccato ancora di più Elena che se ne stava lì a fissarlo seppur libera di andarsene.
Lui si limitò a sorridere, evidentemente sollevato che le sue parole avessero ottenuto il risultato voluto e si allontanò da lei a passo sicuro, mentre Elena se ne stava bloccata sul vialetto di casa sua a rimuginare su quelle parole.
Quella non era una minaccia, era una promessa.

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