Capitolo 1

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Ormai tutti sanno che l'adolescenza è un periodo, come dire... difficile. Ogni ragazza lo vive in un modo diverso, ci sono quelle ragazze popolari circondate da gente "cool", ci sono quelle ragazze sempre perfette che non hanno bisogno di coprire i loro difetti perché sono bellissime così come sono, le ragazze con il proprio stile e una propria identità, e poi ci sono io. Una di quelle "invisibili". Sì, anch'io ho il mio "stile", se così si può definire una ragazza che odia vestirsi di rosa, usare tacchi, mettersi tonnellate di trucco sul viso, diciamo che sono una specie di "maschiaccio", e forse è per questo che non piaccio ai ragazzi, forse proprio come dice il mio amico Simon:«I ragazzi si innamorano delle ragazze per un motivo... noi ragazzi non vogliamo un migliore amico con le tette e con cui possiamo scopare, ma vogliamo delle piccole creature da proteggere, e da rendere speciali.» siamo rimasti a litigare un pomeriggio intero su questo argomento, e credo che abbia ragione... però io non sono così.

«Ma quanto cazzo ci mette?» Sto aspettando Simon che mi venga a prendere per portarmi a scuola: l'inferno degli adolescenti.
Voglio arrivare il più presto possibile a scuola solo perché fuori fa un freddo cane.
D'altronde siamo a metà novembre.
Finalmente sentii il clacson della macchina di Simon.
«Finalmente sei arrivato!» Dissi entrando in macchina per poi dargli un bacino sulla guancia.

«Hai furia di andare a scuola?» Domandò sorridendo.

«Certo che no! Sto solo morendo di freddo! Sento ancora la mancanza dell'estate» Mi lamentai e Simon alzò il riscaldamento della macchina.

«Scusa se ci ho messo tanto ad arrivare, ma sai com'è, la perfezione richiede tempo» Disse dandosi delle arie.
Che poi è vero, lui è uno dei ragazzi più belli e più popolari della scuola, e molti non capiscono perché sia mio amico. Sinceramente non lo so nemmeno io, ma è dall'asilo che non ci separiamo mai. Ha molti amici ma preferisce stare con me, a quanto dice lui.

«Ma smettila!» Dissi dandoli uno schiaffetto sul braccio. Cominciammo a ridere e a parlare del più e del meno ma dopo dieci minuti eravamo già arrivati all'inferno.
Avevamo qualche minuto di anticipo prima che la campanella suoni, quindi mi accesi una sigaretta e Simon fece lo stesso.

«Che dici se dopo andiamo da Tom?» Propose.

«Per me va bene ma basta Gabriel mi stia alla larga.» Aspirai dalla sigaretta.

«Tranquilla tanto ci staremo poco, il tempo di prendere quello che ci serve e andare via.» Fece un sorriso malizioso. Nel vederlo mi misi a ridere.

«Parli del diavolo, spuntano le corna.» Disse sorpassandomi con lo sguardo e spengendo la sigaretta.

«Ma guarda chi si vede.» Disse Gabriel.
Sì, sono proprio all'inferno.

«Ciao, adesso puoi andare.» Lo liquidai.

«Ci si vede in classe.» Mi fece l'occhiolino.

«Simon, AIUTAMI! Perché non sei in classe con me!?» Chiesi, praticamente urlando e tirandolo per il giubbotto.

«Perché sono un anno più grande di te.» Disse ovvio e allontanando le mie mani dal suo giubbotto.

«Povera me! Non potevano far passare anche lui!» Piagnucolai. Anche Gabriel è un anno più grande di me, ma quell'imbecille è bocciato e me lo sono ritrovato in classe.

«Ma smettila di dire queste stronzate, tanto lo so che ti piace.» Disse l'ultima frase sussurando.

«Non ricordarmelo.» Dissi massaggiandomi le tempie. Sì, purtroppo è vero, ma prima Gabriel non era un bastardo del genere, era diverso. Ora è diventato un'altra persona. È cambiato tantissimo. Prima era come il mio migliore amico. Mi rendeva ogni giorno speciale.

«Cazzo è suonata!» Esclamò Simon.
«Devo andare ho fisica, se arrivo tardi il prof mi uccide, ciao Leah.» Mi salutò baciandomi la guancia.

«Ciao Simon, ti aspetto al cancello» Adesso ho il laboratorio chimica ma non è questo quello che mi da noia. È che ci saranno anche Gabriel e Caroline, la sua nuova troia...
Voglio andare a casa!

Appena entrai in classe vidi Gabriel e Caroline che si stavano baciando, o meglio, si stavano praticamente mangiando la faccia.
Tutte le volte che li vedo è come se un pugno mi colpisse stomaco. Ok, l'amore può far male quanto cazzo vi pare, ma è ancora peggio quando te lo sbattono in faccia.
Mi accomodai al mio solito posto in fondo accanto a Christa, una ragazza punk da cui tutti si allontanano. Forse è per questo che ci troviamo così tanto bene insieme. Due ragazze allontanate da tutti ma che se ne sbattono.
Christa è fantastica! È dolce e sincera, non capisco per quale motivo stanno lontano da lei. Ah, invece sì. Sono i pregiudizi, stupide idee che si fa la gente! Ma io l'ho sempre detto: "questa è una società di merda."

«Ciao Christa!» La salutai togliendole le cuffie.

«Ciao Leah!» Mi salutò con un sorriso a trentadue denti.

«Spero che questo stramaledettissimo giorno di scuola finisca presto!» Mugolai buttandomi sulla sedia.

«La prima ora è appena cominciata, e già ti lamenti?!» Disse incredula. Lei è la classica perfettina della classe, ama la scuola, studiare e ha dei voti altissimi. Solo la condotta la penalizza, odia chiunque provi a metterli i piedi in testa, e chi le manca di rispetto, infatti risponde malissimo ai prof.

«Lo sai. ODIO LA SCUOLA!» Mi lamentai più forte.

«Mi dispiace signorina Smith, ma ci deve stare altri due anni, se non vuole bocciare ovvio.» Disse entrando il prof di chimica.
Tutta la classe si mise a ridere.

«Questa giornata sarà parecchio lunga.» Sussurai alzando gli occhi al cielo. Christa rise.

«Ha qualcos'altro da aggiungere?» Domandò il prof, che naturalmente aveva sentito.

«No niente prof, cominci pure la lezione.» Detto questo posso ufficialmente dire che oggi sarà una giornata di merda.

Potranno anche dire che la scuola formerà il nostro futuro e che ci insegna come comportarci in modo civile eccetera eccetera, ma è una palla, non ce la faccio più a svegliarmi presto e stare qui dalle cinque alle sei ore su questi banchi.
Le giornate sembrano sempre grigie, e sembra che l'estate non arrivi mai.
Ma prima o poi l'estate arriva, non vedremo più quest'inferno per tre mesi, le serate a fare cazzate, dormire tutto il giorno, stare al mare, divertirsi al luna park, uscire e cazzeggiare tutto il giorno.
Saranno piccole cose.
Ma questo è il mio paradiso.
L'estate è il paradiso degli adolescenti.

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