Finalmente queste cinque ore sono finite e ora sto aspettando Simon al cancello della scuola, il quale, ovviamente, è in ritardo.
Decido di mettermi ad ascoltare un po' di musica. È così importante per me. È un posto sicuro, dove la tua anima si riflette, e la cosa strana, è che c'è gente che è sempre stato accanto a te e non è mai riuscita a capirti fino in fondo e poi arriva un estraneo che con la sua musica riesce a consolarti e a capirti in pochissimo tempo. Molti adolescenti si rispecchiano nella musica, e io sono una di loro.
Amo la musica, da quando ne ho memoria, ho provato in tutti i modi a imparare a suonare ogni tipo di strumento, ma sono semplicemente negata. Però riesco a ricordarmi quasi ogni canzone che ascolto e anche l'anno in cui sono state pubblicate e riesco a gestire abbastanza bene la console, infatti quando Simon organizza qualche serata mi obbliga a scegliere la musica e rimanere alla console insieme al dj.
Così ho cominciato a conoscere meglio Gabriel.Flashback
«Gabriel vuoi una mano?» Gli chiese Simon
«Ehm? Oh! Ciao Simon, quanto odio questi cavi!» Disse lanciandoli in terra per poi avvicinarsi a noi.
«E lei chi è?» Chiese indicandomi.
«Lei è Leah, la sorella di Andrew, ti aiuterà con la console» Simon mi presentò e io feci un mezzo sorriso allo sconosciuto.
«Già la piccola Smith, mi ricordo di te» Disse guardandomi con un po' di dispiacere negli occhi.
«Aspetta, quindi sarebbe lei il mio "supervisore"?! Ma è una ragazza!» Disse quasi urlando mentre mi guardava da capo a piedi.«Ma che problemi hai?!» Gli urlai in faccia «Simon portami via, non voglio perdere tempo con questo sessista del cazzo!» Implorai Simon.
«Leah ti prego! Cazzo Gabriel un po' di finezza! E per tua informazione, anche se è una ragazza, è parecchio brava! Anche più brava di te aggiungerei.» Lo guardò con un sorriso malizioso.
«Ok vedremo... ma non devi starmi tra i piedi.» Mi puntò un dito contro.
«Senti... Ciao!» Mi girai per andarmene, ma Simon mi bloccò.
«Gabriel, ti pagherò il doppio la roba, se lascerai Leah darti una mano.»
«Okay, vediamo che sai fare principessa.» Disse inchinandosi e porgendomi la mano.
«Tu sei strano.» Dissi guardandolo mentre gli porgevo la mia mano, lui alzò la testa e mi sorrise
«Grazie!» disse per poi portarmi verso la console.
Fine flashback
Già allora sapevo che c'era qualcosa in Gabriel che mi legava a lui.
Tutta la sera siamo rimasti alla console a darci noia, a prenderci in giro, a ridere insieme e alla fine della serata Simon era ubriaco marcio e Gabriel si era offerto di accompagnarmi a casa e sulla porta mi aveva stretto in un abbraccio fortissimo, a volte mi ricordo ancora il suo profumo. E da quel giorno non ci siamo più separati. Beh, fino a quando non è cambiato.
Poi diciamo che ci "siamo conosciuti" quando eravamo più piccoli, le nostre madri al liceo erano migliori amiche e molte volte passavamo del tempo insieme, purtroppo non ricordo molto, ma una cosa la ricordo molto bene: quel bastardo mi aveva rubato e rotto il mio peluche preferito. Sempre il solito stronzo...«Hey Leah! Sbrigati!» La voce e il clacson di Simon mi fecero tornare alla realtà.
«Arrivo!» Cominciai a correre verso la sua macchina.
«Si può sapere perché sei sempre in ritardo?!» Lo rimproverai.«Mi sono trattenuto con una ragazza» Disse semplicemente.
«COSA?! DIMMI SUBITO CHI È!» Ora stavo seriamente urlando.
Sono molto gelosa di Simon, non voglio che una troia qualunque mi porti via Simon.«Christa.»
«O mio Dio è una cosa bellissima!» Urlai elettrizzata! È una cosa stupenda, adoro Christa, è praticamente la mia migliore amica e anche Simon, poi li vedo benissimo insieme!
«Sabato sera c'è una festa che devo organizzare e l'ho invitata.» Mi annuncio, aveva una strana luce negli occhi, credo che abbia preso una bella cotta.
«Che cosa caaarinaa! Ok adesso andiamo da Tom!»
«Ok principessa, ti prometto che faremo il più veloce possibile e tu non incontrerai Gabriel.» Disse regalandomi un sorriso.
Lui purtroppo sa quanto ho sofferto per Gabriel, molte volte mi ha trovata in camera con l'ennesima canna fra le mani e con le lacrime, troppe volte mi ha visto piangere quando sentivo una qualsiasi canzone d'amore, e credo che infondo faccia male anche a lui. Perché io mi sfogo solo e soltanto con lui, da quando è morto mio fratello. E quelle poche volte che succede scoppio, e molte volte non riesco a parlare perché ero interrotta dalle lacrime. È tanto che non succede e credo che sia un po' preoccupato, è troppo che accumulo, però ora sono più forte e non mi arrenderò.In pochi minuti arrivammo alla casa di Tom.
Simon parcheggiò la macchina davanti casa, con passo svelto ci avviamo al garage, e come ogni volta, trovammo Tom insieme ad altri ragazzi che stavano fumando o scambiandosi stupefacenti.«Tom!?» Lo richiamò Simon.
«Kayne!» Si voltò verso di noi con il suo solito ghigno sulla faccia. Proprio come suo fratello. «Vedo che hai portato anche la piccola Smith! Allora, questa volta quanta ne vuoi? Venti o trentacinque?» Chiese al mio amico sfregandosi le mani.
«Un ventino ci basta, grazie.» Rispose velocemente Simon. Non gli piacevano molto i Jefferson, ma finché gli vendevano roba buona erano a posto.
Tom afferò subito i soldi dalla mano di Simon, quel tipo era uno dei ragazzi più avidi di tutta la città ma che allo stesso tempo gestisce il più grande commercio di droga.
«Alla prossima amico! E ciao piccola Smith.» Di nuovo quel ghigno. Odio quando qualcuno mi chiama "piccola", solo lui mi chiamava così.
Ci voltammo e tornammo alla macchina, bhe, almeno non ho incontrato Gabr- porca puttana! È appena sceso dalla sua moto, e stava entrando in casa. Spero non mi abbia visto. Anche Simon si accorse di lui, quindi mi prese dal polso e mi portò il più velocemente possibile verso la sua auto.«Smith! Ma che fai? Ora mi segui fino a casa?» Disse con un sorriso beffardo. Odio quando fa così!
In risposta gli mostrai il dito medio dall'auto. Fottuto Jefferson.«Lascialo perdere.» Mi disse Simon.
«Lo sai che non ci riesco.» Dissi sincera.
«Dai che ora ci divertiamo» Disse scuotendo la bustina con dentro l'erba.
Sorrisi in modo complice e alzai il volume della radio, e per tutto il tragitto "ballammo" e "cantammo", fino a quando non arrivammo a casa di Simon.Salimmo in camera sua. Per fortuna che i suoi non c'erano.
Ci saremo dati alla pazza gioia. E cazzo, avevamo tutto il fine settimana libero!
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RomanceNoi, ragazze che ogni giorno soffrono per amore, ragazze che hanno paura di dire la loro, ragazze che si sentono invisibili, ragazze che si sentono sempre in colpa, ragazze che si sentono sempre sbagliate, ragazze sempre arrabbiate o sempre tristi...