Capitolo 5

2 0 0
                                    

«Hey principessa, che dici se ci fermiamo al supermarket? Andiamo a fare un po' di casino come ai vecchi tempi?»

Appena sentii quelle parole mi sentii subito come se avessi di nuovo 15 anni.

«Come hai vecchi tempi?» Guardai Simon con aria di sfida e subito lui mise in moto la macchina e in cinque minuti arrivammo al supermarket del nostro caro amico Samir che appena entrato ci accolse con un sorriso enorme.

«Ciao ragazzi, da quanto tempo! Mi raccomando... Vi tengo d'occhio...» Ci minacciò scherzosamente con un pacchetto di sigarette.

«Tranquillo Samir ormai siamo grandi, non facciamo più quelle cazzate!» Rispose Simon imitando il suo accento per poi scoppiare a ridere e trascinando subito nel reparto alcolici.
Cominciammo a correre e a ridere, così senza motivo, tra i vari scaffali.
Arrivammo in fondo dove c'erano i frigoriferi con i surgelati e una marea di gelati e ghiaccioli. E mi ritornò alla mente un altro ricordo con Gabriel di qualche estate prima...

Flashback

«Arancia o limone?»
«Ovviamente limone.» Risposi aprendo l'anta del frigo e affermando due ghiaccioli al limone. Quando feci per richiuderla avevo praticamente schiacciata tra il frigo e il corpo del "mio migliore amico", che si avvicinò pericolosamente al mio viso.
E affermando con prepotenza uno dei due ghiaccioli in mano:
«Abbassati un altra volta in questo modo e non sai cosa ti combino al tuo caro corpicino...» Disse con un sorriso che, diciamocelo, diceva tutto e mettendomi il ghiacciolo sotto il mento per potermi fissare negli occhi.
«Ma smettila! Il mio culo non lo avrai mai» Dissi divertita spingendolo via da me.
«Ah, e comunque, paghi tu.» Dissi in moto provocatorio mentre me ne andavo verso la cassa facendogli l'occhiolino.
Lui scoppiò a ridere e mi raggiunse abbracciando i da dietro per prendermi il mio ghiacciolo per poi pagarlo.

Fine flashback

Prima o poi morirò d'infarto con tutti questi ricordi.
Non è possibile che tutto in questa città mi faccia ricordare lui! Tutto, qualsiasi cosa. Ormai è come se mi fossi rassegnata al fatto che non sarei mai riuscita a liberarmi di lui.

«Oooh! Tieni questa, infilatela nel giubbotto.» Simon mi fece tornare alla realtà sventolandomi davanti agli occhi una bottiglia di vodka alla menta.
«Shh! Non farti sentire da Samir!» Lo rimproverai sussurando affendo subito la bottiglia nascondendola dentro il mio giubbotto.
«Prendiamo due birre così da non destare sospetti.» Disse Simon prendendo due Tennent's dallo scaffale.
«Prendiamo queste due.» Simon mise le due birre davanti a Samir, che fece subito il conto squadrando Simon che stava sorridendo come un imbecille, ci beccherà sicuramente anche questa volta...
Pagammo e tra una risatina e l'altra ci dirigemmo verso l'uscita.
«Faccio finta di non aver visto niente...» Samir parlò. Io e Simon scoppiammo in una sonora risata e cominciammo a correre verso la macchina ridendo come due bambini beccati a rubare caramelle.

Tornammo a casa di Simon e cominciammo a bere e a fumare divertendo i come pazzi mentre stavamo guardando dei cartoni stupidi che passavano in tv.
Adoro queste serate con Simon, posso essere me stessa senza freni, mi tira su di morale e mi rilassa tantissimo.
Grazie a dio esiste Simon. Non so cosa farei senza di lui.

Si fecero le tre e mezzo del mattino e Simon si era addormentato con la birra ancora mezza piena in mano sul letto. Gliela tolsi piano piano di mano senza svegliarlo e ne presi un sorso. Ho bisogno di una sigaretta. Scesi dal letto cercando di non fare rumore, ma siccome sono un imbranata nata, inciampai nella bottiglia vuota di vodka alla menta, ma per fortuna Simon non si svegliò.
Uscii di casa mettendomi a sedere sugli scalini. Presi velocemente una sigaretta e l'accesi. Aspira e finalmente buttati tutto fuori.
Sono dannatamente stanca. Tralasciando il fatto che sta sera è stata una serata, come dire, movimentata, ma sono davvero stanca. Stanca di tutto. Scuola, famiglia, quel coglione che è costantemente nei miei pensieri, e tutto il dolore che sento ancora dopo la morte di mio fratello. Una persona, che si, non è stato sempre un angelo. Ma per me lo era. Mi ha fatto da padre, mi ha cresciuta, mi è stato dietro con la scuola, non mi ha mai fatto mancare nulla, ha pure assistito al mio primo ciclo. Era anche il mio migliore amico, con cui mi confidavo, con cui mi divertivo, cazzo se mi divertivo! Ma ora non è più qui, non è più qui e non so come affrontare questo mondo di merda senza di lui. Ma un giorno so che lo rincontrerò e sarà il giorno più bello della mia vita.
Mi asciugati frettolosamente la lacrima solitaria che mi stava rigano il viso. Come mi ha sempre detto lui "tu sei forte, sei una guerriera." Ed ora che non c'è, è arrivato il momento di dimostrarlo. Se sopravvivo in tutta questa merda è solo grazie a lui, ai sui insegnamenti, e come se glielo dovessi.
Perdendomi in questi pensieri la sigaretta finì velocemente, e sentii il bisogno di accenderne un altra.

«Hey.» Sentii una voce debole, stanca, ma la riconobbi subito.
«Che cazzo vuoi?» L'unica cosa di cui non avevo bisogno in questo momento era proprio lui. Ma in fondo ero quasi contenta di vederlo.
«Non cominciare subito a fare la stronza, sono passato per di qua, ti ho visto e, e.. Sono venuto qui per chiederti scusa. Ho esagerato prima.» No aspetta. Che? È proprio Gabriel che ho davanti? Mi sta davvero chiedendo scusa? Forse sto dormendo. Mi tirai un piccolo pizzicotto per conferma. Eh no, sono sveglia.
Lui intanto si era seduto accanto a me, cominciò a fumare anche lui.
«Però solo di una cosa non mi scuso. Cazzo Leah. Che cazzo è successo. Mi manchi. Mi manchi davvero. Come ci siamo allontanati?» Disse guardandomi. Io non avevo neanche il coraggio di guardarlo.
«Non chiederlo a me. Chiedilo a te stesso. Sei tu che sei cambiato.» Dissi velenosa. È la prima volta che lo dico ad alta voce.
«Io non capisco. Non sono cambiato solo io qui.» Rispose a tono.
«Senti, non è serata ok?! Io ero solo uscita per fumarmi una cazzo di sigaretta per stare tranquilla non per agitarmi ancora di più.» Dissi per poi girarmi a guardarlo. Bello. Cazzo se è bello. Immerso nei suoi vestiti larghi con quella faccia stanca di questa giovane vita. Lui mi stava guardando. E credo che non scorderò mai quello sguardo. Chissà se anche in questo momento mi sta prendendo per il culo.
«Davvero, mi manchi. Io tengo a te.» È bellissimo sentire queste parole pronunciate da lui.
«Non ti credo. E se tenevi a me non mi avresti mai abbandonata. Soprattutto dopo quello che è successo.» Dissi ricordando per l'ennesima volta la morte di mio fratello. E cazzo la mia voce stava tremando.
«Scusa. Sono un coglione, lo so.» Disse. E mi sembra sincero.
«Si lo sei.» Dissi guardandolo.
Non so per quanto tempo noi restano li, a guardarci. In quel momento c'eravamo solo noi. Dalla sua vicinanza riuscivo a sentire il suo profumo. È ancora quello che mi ricordavo.
E poi non so cosa successe. Non riuscì a realizzarlo lì per lì.
Lui si era avvicinato talmente tanto, che riuscì a portarmi via un bacio. Il nostro primo bacio. Non riesco nemmeno a capire quali emozioni stia provando. È così complicato da descrivere. Ma fu talmente bello che solo il ricordo mi fa ancora tremare.
Si stacco e senza dire nulla se ne andò.
Ma lui era così. Era come un fulmine a ciel sereno.
Viene e rovina tutto. O migliora tutto.
Ti sconvolge. Mi sconvolge. Sempre.
E io non posso ancora crederci.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 15, 2018 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Difficulty.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora