La scorsa sera ero talmente stanca da essermi addormentata senza neanche cenare, e non era da me, infatti erano solo le 8 del mattino e morivo già dalla fame.
Dopo essermi vestita velocemente uscii dalla mia camera e mi diressi verso le scale.
Solo allora mi accorsi di non aver curiosato ancora in giro per la casa, non mi piaceva abitare in luoghi che non avevo prima perlustrato, così mi diressi dalla parte opposta.
La fame poteva aspettare.La mia porta era la prima a destra dopo le scale, di fronte c'era un bagno riservato completamente a me. Che lusso, non avevo avuto mai niente che non avessi dovuto condividere con qualcun altro.
Notai meravigliata che la casa era arredata con uno stile davvero affascinante, o almeno per me.
Non era ne troppo moderna ne troppo antica e mi ricordava tanto la casa dei Jonhson, una delle numerose in cui ero stata, purtroppo lì non durai a lungo.
La villa era composta da due piani, e immagino ci fosse anche una soffitta, adoravo le soffitte.
Ma in quasi nessuna delle case in cui ero stata mi era permesso andarci.Con passo lento e felpato percossi tutto il corridoio del secondo piano e notai che era davvero lungo, c'erano porte ogni due metri, anche se ignoravo a cosa o a chi erano dedicate tutte quelle camere.
A quel punto mi sorse un dubbio.
E se i miei zii avessero dei figli?
Insomma, la casa era decisamente grande per due persone, per non parlare di quel tipico disordine di una famiglia piú allargata.
Per non tralasciare il fatto che ieri, quando arrivai qui, notai dei vestiti stesi al sole, ed erano piuttosto piccoli per zio Rich e zia Rosanna.
O magari erano due appassionati di libri e almeno dietro una di quelle porte si nascondeva un enorme libreria con alti scaffali e numerosi libri di tutti i tipi e generi.
Mi piaceva decisamente di piú questa seconda ipotesi, ignorando il fatto che era meno probabile, ma mi piaceva sperare.
Questo spiegherebbe anche da chi ho ereditato la mia sfrenata passione per la lettura.
Continuai ancora per un pó a girovagare ma il mio stomaco non ne voleva sapere di smettere di brontolare così iniziai a scendere le scale di marmo e mi ritrovai nell'enorme ingresso.
Appena varcai la soglia della porta della cucina uno strano senso di familiarità mi invase le narici.
Era un odore buonissimo che proveniva da....... il forno!
Senza pensarci due volte mi avventai velocemente su quest'ultimo.
Appena lo aprii notai con grande piacere che quelli lì dentro erano proprio Waffles.
Ancora una volta il mio olfatto aveva fatto centro.
Accecata dalla fame mi affrettai a tirare fuori quella splendida delizia che giaceva indisturbata nel forno.
Purtroppo la mia maldestraggine ebbe la meglio sulla fame.
Appena afferrai la teglia mi accorsi che era bollente e istintivamente mollai la presa lasciandola cadere (non docilmente) sul pavimento.
Ovviamente i miei poveri Waffles non si salvarono, anzi feci anche un gran casino. Probabilmente svegliai mezzo vicinato.
Imprecai mentalmente e subito mi affrettai a cercare dei tovaglioli per rimediare a quel disastro prima che fosse troppo tardi.
Sentii dei passi in lontananza.
Non ebbi neanche il tempo di fare un passo che il rumore di passi aumentò sempre di più;
subito dopo dietro la porta fecero capolino zia Rosanna con una faccia abbastanza preoccupata seguita da zio Rich che aveva un espressione prima sconvolta poi quasi compassionevole.Mi morirono le parole in bocca
-Non... stavo solo....-
-Mi é caduta per sbaglio la teglia, non volevo svegliarvi, scusatemi- mi scusai meglio che potei sospirando e abbassando lo sguardo; non erano passati neanche due giorni che già avevo dimostrato la mia grande delicatezza nel fare le cose.
-Non preoccuparti, ti sei scottata?-
Disse zio Rich avvicinandosi e controllandomi le mani, non sembrava arrabbiato.-già ma non é niente, mi dispiace-
-aah, non dire sciocchezze! Capita a tutti di fare un piccolo guaio ogni tanto, e poi io dovevo avvisarti che avevo appena spento il forno, non sentirti in colpa-
Zia Rosanna mi rivolse un sorriso sincero e io ricambiai.-Che c**o succede qui??-
La voce era quella di un ragazzino.Dalla porta in legno scuro della cucina entrarono prima un ragazzino di circa 12 anni e subito dopo un ragazzo che sembrava avere la mia età.
Entrambi si misero a fissarmi imperterriti e piuttosto infastiditi.
Ah già, ero stata quella a disturbare il loro prezioso sonno.
Non sapevo bene cosa dire e iniziai a imbarazzarmi sotto i loro sguardi scrutatori così girai istintivamente lo sguardó verso zia Rosanna; quest'ultima dopo qualche secondo uscí dal suo stato di astrazione mentale e, accorgendosi della situazione, si affrettò a ricomporsi
-Oh, giusto!.... Karl, Max.. lei é Alyssa, vi ho già parlato di lei, ricordate?
-Ah si, l'orfanella....-
Disse il ragazzo piú grande ridendo senza scrupoli a cui seguí a ruota la risata del piú piccolo.-Max!- Lo rimproveró la madre alzando la voce
-Che razza di modi sono?-Il ragazzo però, ignorando la madre, continuò a guardarmi con disprezzo. Chiunque fosse di certo non poteva essere figlio di zio Rich e zia Rosanna, erano persone così gentili in confronto.
Subito dopo peró mi dovetti ricredere, la somiglianza di entrambi con la madre era molto evidente.
Karl, il ragazzino, aveva i capelli castani e corti che probabilmente aveva preso dal padre ma i lineamenti e gli occhi color paglia tendenti al verde erano sicuramente quelli della madre.
Max, invece, aveva i capelli biondo scuro della madre e gli occhi scuri del padre.
-Non avete senito?? Presentatevi, avanti!
-Piacere, Karl-
Il ragazzino si avvicinó e mi porse la mano, era piuttosto alto, ma io lo superavo di almeno una spanna.-Piacere, Alyssa-
Gli rivolsi un piccolo sorriso e gli strinsi amichevolmente la mano.Lui sembró abbastanza colpito, come se non si aspettasse niente da parte mia.
Chissà come mi avevano immaginato, una ragazza cresciuta senza dei veri genitori e spedita da una dimora all'altra senza sosta. Ma soprattutto cresciuta senza l'amore di una famiglia vera che si prendesse cura di lei.
Già, una casa fissa non l'avevo mai trovata, finora.Zio Rich rivolse uno sguardo severo a Max che alzó gli occhi al cielo e si avvicinó controvoglia.
-Max- si limitó.
-Piacere-
Anche io probabilmente non sembrai molto amichevole, ma in fondo lui aveva cominciato dimostrando nemmeno un pò di umanitá nei miei confronti.-Allora!- intervenne zia Rosanna per diminuire la tensione.
-Ora preparo i biscotti così potremmo sederci tutti insieme a tavola e fare colazione!-
Era molto, anzi troppo entusiasta quando lo disse, ma nessuno le diede corda a parte zio Rich che sorridendo come un bambino si mise a..... battere le mani.
Mai visti dei genitori tanto felici.
Fatto sta che Karl non la calcoló minimamente e si diresse verso la tv, mentre Max alzó un sopracciglio confuso verso il padre, poi si affrettó a prendere la giacca e uscire di casa.
Già, qui uscivano con il pigiama evidentemente.
Io invece fortunatamente ero già vestita ma in ogni caso non volevo uscire;
primo, perché non avrei saputo dove andare.
Secondo, perché adoravo rimanere in casa nelle giornate come quella, era ottobre e nonostante fosse mattino il cielo d'Inghilterra era scuro e nuvoloso dando all'atmosfera quel qualcosa di malinconico ma allo stesso tempo magico.

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Lost Kid
FantasyE se all'improvviso la tua vita cambiasse? Se in qualche modo quel vuoto che c'era prima si colmasse? Alyssa ha 16 anni e la vita finora non le ha riservato altro che solitudine, abbandonata da neonata, senza casa ne famiglia, ha imparato a prenders...