Lost Kid

2

Dove l'avevo messo?
Ero quasi sicura di averlo lasciato sul comodino, di fianco al letto.

Cercai, cercai per una buona mezz'ora, ma niente. Non lo trovai.

L'unico ricordo.
L'unico pezzo del mio passato, l'unico oggetto, che anche se piccolo, mi teneva in qualche modo ancorata alla speranza di riuscire a capirci qualcosa.
Niente. Sparito.

Un anello, un piccolo fardello che mi era stato lasciato come unico indizio da chiunque che quella fredda notte del 23 settembre 1999 mi affidó ai servizi sociali lasciando loro niente più che il mio nome.

La cosa piú logica è che sia stato uno dei miei genitori, o entrambi, o forse un qualunque sconosciuto impietosito di fronte a un neonato abbandonato, magari lo sapessi.

Fatto sta che, a parole degli addetti alla segreteria, era soltanto una figura incappucciata che prima di sparire nel nulla (con una voce irriconoscibile) disse loro:

-prendetevi cura di Alyssa.

Scontato vero?
Lo so, ma alla fine era il loro lavoro.

Mi sballottolarono da una casa famiglia all'altra, fino a quando, un mese fa, i miei zii scoprirono della mia esistenza, come facessero a non saperlo io non lo so, è l'ennesima domanda a cui non ho risposta.

L'anello l'ho sempre portato con me.
Ovunque andassi, qualunque cosa facessi. D'altronde era quello che avrebbero fatto tutti nella mia situazione.

Non dava troppo nell'occhio, era abbastanza antico ma non troppo, su di esso vi era una pietra. Un ametista più precisamente, era quello il particolare interessante, ma in ogni caso restava un comune gioiello.

Magari non aveva neanche un qualche collegamento con la mia provenienza, magari chi me l'aveva lasciato l'aveva fatto per il semplice fatto che se avessi, in un ipotetico caso, avuto bisogno di soldi, avrei potuto venderlo.

Stupido ragionamento, so anche questo, ma in fondo solo così me lo spiego.

A pensarci meglio non mi importava di averlo perso.

Ora finalmente potevo avere risposte.
Risposte a tutto.

Ok, forse non proprio a tutto, ma almeno alle domande che mi tormentavano ormai da 16 anni.

Risposte che mi avrebbero cambiato la vita, mi bastava chiedere.

Ed è quello che avrei fatto.