Anna

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-Sua madre la vuole convocare- m'informa Alba uscendo nel terrazzo dove sto facendo colazione -Ditele che le parlerò più tardi- lei annuisce e mentre sta per entrare in casa la fermo -Alba, per favore portate questa al granduca Giovanni- le dico prendendo la giacca, piegata accuratamente sulla sedia, che mi aveva prestato la sera prima.

 Prendo una tazzina di caffè e un po' di latte. Poi mentre scendo le scale mangio un biscotto. Mi dirigo nel corridoio della zona notte e busso alla porta della camera da letto dei miei genitori -Avanti- dice mia madre, entro lentamente nella grande stanza. La pittura sulle pareti è color nocciola e nel tetto è raffigurato il paradiso con degli angeli, nuvole e tutto il resto. Alla specchiera è seduta mia madre che pettina i suoi capelli castano chiaro, quasi biondo e nello specchio si intravede il riflesso del suo viso limpido e chiaro, decorato da delle lentiggini. Ma la cosa che risalta più di tutto sono i suoi occhi grigi, proprio come quelli che ho ereditato, oltre le lentiggini. 

-Mi dovete parlare madre?- chiedo. Smette di pettinare e i capelli e posa la spazzola, si volta e mi sorride -Sì, tesoro. Ti volevo fare le mie scuse per l' accaduto. Abbiamo agito senza pensare e quando ci hanno fatto quella proposta non potevamo rifiutare.- spiega con una nota di tristezza nella voce -Madre, non è questo il problema. Il problema è: si può rimediare? Io voglio sposare un uomo che amo veramente e non lui. Si può disdire questo accordo, questa promessa? E poi ho solo sedici anni, non sono ancora pronta per un matrimonio...- lei scuote la testa e dice -No, Cecilia, non si può fare nient'altro, dovrete sposare per forza il granduca. Ieri sera abbiamo parlato con loro e hanno parlato chiaro.- Annuisco.

- Bene, è ora di comprare un vestito per le nozze- dico. Esco dalla stanza. Ormai è così, lo sposerò e sarò una perfetta moglie. -Buongiorno- mi saluta Giovanni, prendendomi per una mano e facendomi fare una piroetta su me stessa e così inizio a ridere con divertimento -Mi gira la testa- affermo portandomi una mano sulla fronte -Se cadete, vi prendo io- dice sostenendomi con un braccio dietro la vita -Grazie, menomale che ci siete- sorride e mi dà un leggero e quasi impercettibile bacio sulla guancia. 

Sento le guance andare a fuoco -Siete così bella quando arrossite- ed è lì che sono all'apice dell'imbarazzo. Iniziamo a passeggiare nel grande giardino della villa parlando del più e del meno, di come vogliamo organizzare il nostro matrimonio. Inizio a pensare che non sia male, è colto e di classe e credo che prima o poi mi innamorerò di lui. I suoi occhi sono cerulei, verdi al sole e castani all'ombra. Ho scoperto anche che ha fatto alcune gare di corsa e di salto, ed è piuttosto bravo, è arrivato sempre tra i primi tre posti.

-Ho notato che non assomigliate molto ai vostri genitori, se non per i lineamenti del viso che avete ereditato da vostro padre-

-Sì, infatti da mio padre ho preso solo quello, poi gli occhi e la carnagione da mia madre, che era una brasiliana di origine francese - mi spiega con uno sguardo perso nel vuoto, forse starà ricordando i momenti con lei -Era?- chiedo, volendo sapere di più -Sì, è morta quando avevo cinque anni, come me amava i boschi e le piaceva stare in mezzo la natura...- inizia - Un giorno andammo lì tutta la famiglia, nei boschi intendo. Mia sorella era solo una neonata. Mio padre a quei tempi non era così, si curava molto di più e si vedeva ancora che era un bell'uomo. Stavamo facendo merenda quando sentimmo ululare e capimmo che c'erano dei lupi a pochi passi da noi. Ci avviamo verso casa ma...- una lacrima gli scorre sulla guancia -...Ma mia madre non fu abbastanza svelta a correre quando i lupi erano ormai vicino a noi...- le lacrime iniziano a scendere senza fermarsi e istintivamente lo abbraccio -Mi dispiace...Non volevo farvi stare male...- dico, rendendomi conto di cosa ho provocato con la mia stupida domanda -Avete il diritto di sapere- mi dice.

La giornata passa velocemente e nel tardo pomeriggio arriva una carrozza con la mia futura cognata, Linda. La figura femminile di Giovanni, solo che la sua pelle non è scura ma bianca come il latte. -Salve, Linda, lieta di conoscervi- la saluto cortesemente, veramente felice di conoscerla e forse di farmi una nuova amica che non sia una cameriera -Oh, odio le formalità, diamoci del tu, in fondo siamo coetanee- sorrido e annuisco. 

La guido dentro e da brava padrona le faccio visitare la casa e la sua stanza -Davvero bellissima- esulta per ogni stanza che vede -Mi vuoi accompagnare per una passeggiata, oppure andiamo in salotto?- chiedo mentre scendiamo le scale -Mmh...Mi piacerebbe andare fuori-. 

Usciamo e la porto fino al chiosco e poi faccio portare del tè, che beviamo tra una chiacchiera e l' altra. -E' a i frutti di bosco?- mi chiede rivolgendosi al tè -Sì, raccolti e selezionati da me, se vuoi li possiamo andare a raccogliere e magari prendiamo qualche fiore-

-Magnifico- dice con il viso illuminato dalla gioia.

-Ci sono anche dei boschi a qualche metro dalla villa, possiamo visitarli-

-No, grazie, preferisco non andare nei boschi- dice con un sorriso forzato e mi maledico perchè non ho valutato che lei, al contrario del fratello, è rimasta traumatizzata dall'evento che gli ha strappato la madre. Sono una stupida. -Va bene- dico. Dopo rientriamo in casa e prima di cena chiamo Anna nella mia stanza.

-Anna, ti devo parlare-

-Sì-

-Oggi ho passato la giornata con Giovanni e lo trovo molto interessante e penso che forse non sarà un peso il matrimonio-

-Ma oggi avete parlato con i vostri genitori?-

-Sì, ma non ci sono soluzioni, come pensavo. Sposerò Giovanni e basta-

-Bene-

Anna esce dalla stanza ed entra mio padre

-Cecilia, che ci faceva quella cameriera quì dentro?-

-Niente, padre-

-Non mi sta bene-

-Ma non facevamo niente-

-Ci saranno provvedimenti, anche ieri sera era qui- e senza lasciarmi aprire bocca esce dalla mia stanza. Che provvedimenti? Vogliono farle del male? No. Non possono. Già mi hanno rovinato abbastanza la vita. Mio padre mi delude sempre più. Anna è una delle migliori cameriere e non la possono licenziare. Esco di corsa e scendo in cucina dove trovo Anna, Maria e Santina indaffarate a preparare la cena.

Vado da Anna che sta mescolando un minestrone e noto delle lacrime sul suo viso -Anna- alla mia vista asciuga le lacrime -Che è successo?- le dico facendola voltare verso di me per guardarla negli occhi -Niente, non si preoccupi Cecilia- mi dice -Oh, ancora con queste formalità, Anna- fa un sorriso -Va bene, non ti preoccupare, non è successo niente- Annuisco e l' abbraccio. L' ho messa nei guai. Mio padre l'ha già punita in qualche modo. Ma come?

Spazio autrice

Ehiii! Doppio aggiornamento. Che dire? La nostra Cecilia ha iniziato a conoscere il misterioso granduca Giovanni ed ha anche fatto nuove conoscenze. Che ne pensate della nuova arrivata? E del nostro Giovanni?

Se volete scoprire cosa succederà alla dolce Anna, leggete il prossimo capitolo.

Un bacione,

un_cuore_in_silenzio/ lettrice_incognita.

Un amore contro tuttiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora