Capitolo 30

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Mi sveglio sentendo una parete fredda alla schiena. Apro gli occhi, rendendomi conto che ho dormito e non dovevo farlo. Noto che sono senza scarpe e solo in mutande e reggiseno. Mi guardo intorno e questo luogo ha quattro pareti in acciaio; la porta sembra essere blindata e anch'essa in acciaio con solo due finestre non apribili  che sono divise da una striscia d'acciaio. Mi affaccio alla finestra superiore e vedo dei corridoi deserti.

Non capisco perché mi abbiamo tolto i vestiti.

Il solo pensiero che mi abbiano visto anche solo in intimo mi fa rabbrividire e venire un senso di vomito.

Sento una voce dietro di me, mi giro di scatto, pensando che ci fosse qualcuno. Mi rendo conto che è solo un altoparlante situato in un angolo, in alto a destra. Dice: <<Ben svegliata bambolina. Ti do il benvenuto nella "stanza delle punizioni". Uscirai da qui solo quando avrai confessato e detto tutto ciò che sai. Sennò non arriverai a domani. Non so se ci siamo intesi.>>

<<Chi sei?>> urlo io guardando l'altoparlante.

<<E' meglio che tu risponda alle domande, al poso di farle.>>dice lui, posso sentire che ha quel sorrisetto sulle sue labbra, non lo sopporto.

<<Ricorda che sei sempre sotto osservazione.>>continua lui facendo una risata.

Sposto l'occhio e noto una videocamera nell'angolo in alto a sinistra.

Sento il rumore di azionarsi qualcosa. Mi guardo intorno per vedere se le pareti si stessero per avvicinare e schiacciarmi o qualcosa di simile, ma niente.

Sento solo una lieve brezza.

Chiudo gli occhi per immaginare il mare, la brezza estiva che forse non sentirò mai più sulla mia pelle. Subito mi scende una lacrima al ricordo di quei momenti trascorsi da quando avevo pochi mesi di vita fino a qualche mese fa.

Sento subito che la "dolce brezza d'estate" si è trasformata in un quasi vento agghiacciante. Noto ora un termostato sulla parete che segna la diminuzione vorticosa della temperatura. Subito capisco.

Mi vuol far morire congelata.

Mi reco alla porta e cerco di aprirla in vano. Sbatto i palmi delle mani sulla finestra superiore urlando a squarciagola di aprirmi. I miei capelli si stanno inumidendo, neanche nevicasse; comincio a battere i denti e a vedere le nuvolette d'aria del mio respiro. Faccio strusciare la mia mano sulla finestra per poi sedermi accasciata in un angolo e rannicchiata il più possibile per riscaldarmi con la mia temperatura corporea.

Jackson P.O.V.

Stiamo cercando di entrare nel server del computer di Derek per poi controllare tutti i suoi spostamenti delle ultime settimane.

Già, Beatrice è oramai scomparsa da una settimana e poco più; Caterina ha avvisato Max, che a sua volta ha avvisato i suoi genitori e la polizia. E' saltato l'allarme scomparsa e per tutta la città ci sono volantini con la sua foto in bianco e nero con scritto che chiunque aiuterà la polizia riceverà un premio. Lo ammetto, è doloroso vedere le sue foto, dei manifesti con delle immagini di lei sorridente, ma non vedere lei. In tutta questa situazione ci si doveva mettere pure la stampa che ogni due per tre viene di fronte a casa mia e devo cambiare tre autobus prima di andare a casa dei ragazzi, al posto di fare dieci minuti a piedi, per non farli scoprire. In più la polizia mi avrà interrogato migliaia di volte. So che sono il loro principale sospettato, mi sbatterebbero dentro se potessero, ma non hanno prove. Sono sicuro che in un modo o nell'altro le troveranno, per questo ormai sono accampato notte e giorno a casa dei ragazzi per cercare di trovare tracce di Blake, ma è stato più furbo del previsto e ha nascosto tutte le sue potenziali tracce. Stiamo facendo passi da gigante, come dice Jace, lui è il genio dei computer.

Sto fissando quel maledetto schermo che mi trasmette soltanto numeri e lettere che tutto si resetta e si riaccende mostrando un video. C'è la faccia di Derek, sposto Jace dalla sedia per avere maggior visuale, tutti i ragazzi si mettono alle mie spalle. Serro la mascella e schiaccio play

"Bene, Wilde, hai ricevuto il mio video finalmente. Spero tu abbia capito che ho rapito io la tua ragazza..." dice messo a muro di una parete grigia che non mi fa capire dove si possono trovare (Milano, Toronto, Belgio, Svizzera...) "Comunque non mi troverai, è inutile che ti sforzi. La tua ragazza sarà libera non appena mi avrà rivelato tutti i vostri segreti e non appena ti avrò distrutto." <<Cazzo.>> sibilo. Lei non sa niente di niente, non parlerà mai perché non sa. Derek non le crederà mai, la torturerà a morte. C'è un piccolo stacco da quella scena e ne arriva un'altra. Posso vedere Beatrice seduta e legata ad una sedia, leggo la disperazione nei suoi occhi. Serro i pugni. "Questo è per lo sputo!" dice tirandole una frustata sulla guancia. "Ora passiamo alle domande, ti spiego come funziona:....." non ho ascoltato cosa diceva, ho capito cosa voleva farle. SI avvicina a lei e le chiede qualcosa a un tono di voce estremamente basso. Lei urla " Cosa? Di che diavolo stai parlando? Armi da fuoco? Jackson non farebbe mai del male a una mosca!" Derek le sferra un taglio sulla gamba che la fa uscire molto sangue e le provoca un urlo.

Si spegne tutto.

<<Beatrice!>> urlo. Prendo il computer e lo scuoto violentemente, pensando che possa ridarmi indietro la mia Beatrice. Lucas, Harry e Jace mi prendo per le braccia e mi tolgono il computer dalle mani.

Mi fanno sedere sul divano, mi alzo e vado fuori, tiro dei pugni al muro, devo infliggermi dolore, più dolore possibile, più dolore di quanto quel coglione le abbia provocato.

Arriva Harry che mi dice: <<Hei, amico, calmati. Ti serviranno quelle mani per salvarla...>>

<<E come faccio a salvarla se non so neanche dove si trova!>> gli sbraito conto, è il mio migliore amico ma ora ha superato il limite.

<<Tranquillo, io so dove si trova...>> dice con un sorrisetto sul suo volto. Pendo completamente dalle sue labbra.

<<Dove, cazzo, dove si trova? Dimmelo!>> dico prendendolo per il colletto e far scontrare le nostre fronti.

<<Ehi, amico, lasciami andare.>> dice sempre sorridendo e spostandomi le mani tranquillamente.

<<Sì, scusa. E', che con questa storia, non vedo più tanto lucidamente.>>   

<<Beh, devi ricominciare a vedere lucidamente perché andiamo a salvare la tua ragazza.>>

L'inizio di ció che non sarebbe mai finitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora