L'urlo di un pazzo: fuit homo misso a deo

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Nel silenzio della polvere, tra le aridi rocciose distese che si estendono attorno alla valle del fiume Giordano, un uomo misso a deo disturbava il silenzio del deserto col suo folle grido, io sono voce di uno che grida nel deserto: raddrizzate la via del Signore! (Gv 1, 23)

Un uomo educato, religioso ed istruito, similmente al perfetto cattolico che abita le nostre chiese, non avrebbe mai dato ascolto al grido d'un pazzo come Giovanni Battista, un uomo dotato di buon senso avrebbe certamente evitato con tutto il suo sdegno un uomo che aveva un vestito di pelli di cammello, una cintura di cuoio attorno ai fianchi e si nutriva di locuste e miele selvatico (Mc 1, 8): abituatevi ad ammirare nel Vangelo ciò che il mondo ha condannato con le sue dinamiche perverse.

Da Gerusalemme accorrevano fiumane di gente, da tutta la giudea le folle accorrevano al fiume Giordano per vedere colui che chiamavano il Battista, per ricevere quel rito che ogni bambino di buona famiglia cristiana, o per meglio dire, di tradizione cristiana, riceve dopo la sua nascita affinché diventi figlio di Dio. Figli di Dio? Cosa vuol dire? Siamo forse semidei, essere mitologici partoriti da un'epica fantasiosa? Non siamo semidei, ma figli di Dio, e se figli, anche eredi, eredi di Dio, coeredi di Cristo. (1Rm, 17). Cari lettori, vi invito a riflettere a su ciò a cui il battesimo ci consacra, tuttavia preferisco lasciare il discorso sulla figliolanza e l'eredità di Dio a capitoli successivi, torniamo dunque ad ascoltare l'urlo di quel pazzo vestito da vagabondo che sbraitava nel deserto parole senza senso. Non era lui la luce, ma per rendere testimonianza alla luce Giovanni fu mandato, a lui venne donato l'illustre e arduo compito d'annunciare l'evento più incredibile della storia dell'umanità, ovvero la discesa di Dio sulla terra, un Dio che ebbe la geniale idea di incarnarsi nel figlio d'un falegname, la cui moglie partorì per opera dello spirito santo, in seguito all'annuncio di un angelo caduto improvvisamente dal cielo: pura fantascienza, quasi quanto la terra di mezzo e dell'anello del potere, di Hogwarts e di Harry Potter, nella quale esistenza io continuo segretamente a sperare. Cari lettori, vi ho già invitato a credere nell'impossibile, perché questo è il Dio dell'impossibile, impossible is nothing è una filosofia che la Nike ha rubato dalle catacombe. Quest'impossibile con cui persevero ad angustiarvi è proprio ciò che Giovanni proclamava, egli consacrò la sua vita ad annunziare a fanatici religiosi la venuta di Dio, questo era ciò che lo destava la mattina e ciò che cullava le sue notti, pensate dunque alla sua gioia, a quanto la sua anima cantò quando vide il suo sogno più grande venirgli incontro in carne ed ossa, quando vide l'essere più grande dell'universo in un uomo qualunque della Galilea. Ecco l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, e lo spirito scese dal cielo sotto forma di colomba, mentre s'udiva una voce dal cielo tuonare Tu sei il mio Figlio amatissimo, in te io mi compiaccio, da quel giorno il mondo conobbe colui che battezza con lo Spirito Santo e l'opera di Giovanni dovette passare in secondo piano, poiché egli deve crescere ed io invece diminuire, ma la sua gioia, come egli stesso testimonia, fu perfetta. Qui giunge alla conclusione la missione del Battista, la cui celebre testa venne servita s'un piatto d'argento dal re Erode al perfido binomio madre figlia composto da Erodiade e la sua bellissima figlia Salomè. Vorrei ora attraversare con voi l'opera del Battista in un senso più metaforico e spirituale, cerchiamo di non rimanere galleggianti come morti in un mare di superficialità, il quale affoga il nostro intelletto con onde solcate dalla superbia, impedendo alla ragione di scendere in profondità, affinché i nostri occhi siano davvero in grado di vedere e non abbiano la più che umana presunzione, che il Vangelo sia un banale raccontino, scritto per divertire i sapienti e ingannare gli stolti.

Non sarete mai certi dell'esistenza di Dio, amare Dio senza vederlo è la grande scommessa della vita. Un tutt'altro che imperscrutabile mondo invisibile coesiste con la realtà che pensiamo di conoscere completamente.

E dov'è, dov'è questo Dio? Senti un fuoco che arde dentro, senti una voce che nel deserto del tuo cuore sussurra parole d'amore, gridando e implorandoti all'ascolto, ma ecco che oggi un altro sole è sorto e non rimembri più la sua voce, è scomparsa. Scompare sempre, anche se continui imperterrito a cercarla nel vuoto della tua anima assetata. O sì, forse è come il vento: sai che c'è, ma non sai donde giunge!

Fratelli, ascoltate la voce che grida nel deserto della vostra anima, non lasciatela scappare, ascoltate il Battista che c'è in un ognuno di voi, annunciando al vostro cuore, il deserto, la venuta di Dio.

Caro lettore, di certo non ti avrò convinto sulla venuta di Dio scrivendo due sciocchezze su Giovanni Battista, ma ti esorto ancora a guardare oltre, vedrai che Dio è molto vicino e che ci sarà sempre un pazzo come Giovanni a proclamare la sua venuta, troverai sempre un Battista pronto a scommettere che Dio è in mezzo a noi. Tu sicuramente chiederai ancore dov'è questo Dio sconosciuto ed io debbo dunque risponderti. Se tu aprissi gli occhi vedresti che Dio non ha mai lasciato \questo mondo, tanti Zarathustra continuano a scendere dalla montagna proclamando che Dio è morto, ma lui non se n'è mai andato, è sempre qui nei volti di chi lo ama, lui ha dimora negli ultimi, negli emarginati, in coloro che il mondo ha vomitato crudelmente dalla sua bocca, lui è nel morto di fame, è negli occhi di chi elemosina una moneta, nel volto della prostituta insultata da falsi amanti, egli è in tutto ciò su cui gli uomini sputano la loro incosciente e superba saliva, ecco dov'è la casa di Dio. Quante volte ci è passato accanto e noi non l'abbiamo degnato del nostro tempo, apri gli occhi caro lettore, Dio è in tutto, devi solo volerlo guardare, continua a cercarlo e non fermarti mai!

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