innocence 1.

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Il detective è seduto di fronte a me, ha già allentato la cravatta.
Siamo entrambi consapevoli che questo sarà un interrogatorio lungo.
"Vuole un bicchiere d'acqua?" chiede indicando col mento l'oggetto in questione.
"Sì, grazie" rispondo, so che con questa finta gentilezza vogliono accaparrarsi il mio DNA.
E io li accontento, bevo e poi sorrido.
"Vuole essere assistito da un avvocato prima di iniziare il nostro colloquio?"
"Vi dirò tutto, da solo"
"Okay, allora partiamo dalla sera del 22 marzo?" Mi propone lui dopo qualche minuto di silenzio, sembra calmo nel suo completo d'ufficio.
"Partiamo dall'inizio" suggerisco io.
E lui annuisce per dare il via alle danze.

《Si può descrivere Frank Iero?
Certo.
Frank era una foto incorniciata nella cucina sporca di mammina.
Frank era maglietta degli Iron Maiden e skinny neri.
Frank era cresta ramata e infine hairstyle lungo color carbone.
Frank era Pansy, la sua chitarra.
Frank, era tutto per me, e niente per Il Pagliaccio.
Almeno credo.
Il suo, era un amore cancerogeno.
Di quelli che fanno ammalare le cellule del corpo e che lentamente le fanno morire.
Frank era malato di un cancro inesistente, ma moriva ogni giorno.
Ogni volta che varcava la soglia di quella casa maledetta esalava l'ultimo respiro benevolo della giornata.
E si preparava al suo inferno personale, facendo le respirazioni dal tragitto da casa sua all'abitazione del Pagliaccio.》

Per "Il Pagliaccio" lei intende il signor....?

《Il Pagliaccio viveva con la sua famiglia di circensi vicino casa di Frank, e se fosse stato qui, il piccolo Iero si sarebbe di certo torturato le mani con i pollici a sentire quel nome.
Avrebbe serrato i denti stringendo le guance pronunciando per prima una 'G' e le altre lettere si sarebbero catapultate fuori dalla sua bocca formando un "Gerard Way" terrorizzato.
Poi si sarebbe abbassato ancor di più le maniche della felpa e per un millesimo di secondo il suo viso si sarebbe contorto in una smorfia di dolore...》

Mi sta dicendo che il signor Iero si autolesionava?
E cosa sono le respirazioni di cui parlava prima?

《Non vada troppo di fretta...
Le respirazioni erano un modo per calmarsi.
Un metodo abbastanza inutile, perchè Frank a malapena riusciva a muovere le dita per contare le serie di respiri da fare in quei venti secondi di cammino da casa sua a casa di Way.
Avrà capito che c'era qualcosa che non andava.
O perlomeno, non andava più.
Perchè, sa, Frank era un adolescente molto solo e da quando Gerard Arthur Way lo sedusse, Frank passò i momenti più floridi della sua vita.
Strano da dire.
Ma fu così.
Ritrovai i diari di Frank fra il materasso e la rete del letto, e ne sono veritiera testimonianza di tutto quello che successe.
Conosco ogni singola pagina di quegli scritti.
Ma sono andati distrutti.
Erano una larga documentazione di quello che Way ha fatto a Frank.》

E...Cosa ha fatto Way?

《Dovreste saperlo, ma se volete la mia versione delle cose.
Ascoltatemi fino all'ultimo secondo.
La prima volta che Frank e Way ebbero un contatto fu quando Gerard fece volare un palloncino stracolmo di elio fino alla sua cameretta.
Esso entrò dalla finestra aperta.
Era a forma di cuore, rosso come la passione che Gerard sentiva per Frank.
Credo che all'inizio fossero reciprocamente innamorati l'uno dell'altro...》

Dopo il palloncino?
Cosa successe?

《Stettero insieme per un mese esatto, dopo quei trenta giorni non si capì più nulla dell'anima di Gerard.
A volte mi chiedevo se ne avesse una.
Era molto violento con Frank.
E io non potevo non pensare ad una cosa: ucciderlo.
Avrei voluto dargli fuoco, vederlo contorcersi dal dolore e urlare fino a raschiarsi la gola ed invocare il perdono di Dio a voce altissima, guardarlo rotolare a terra in cerca di una possibile salvezza.
Scrutare quella torcia umana con sommo divertimento e ridere di lui senza pietà.》

Quindi lei ha....?

《Non l'ho reso un fiammifero vivente, lo sa benissimo, solo, ero indignato e schifato da quello che Gerard faceva a Frank...》

INSOMMA!NON MI FACCIA STANCARE E MI DICA CIÒ CHE IL SIGNOR WAY HA FATTO!

《Non si arrabbi, prepari i sacchetti per il vomito per lei e i suoi uomini..》
E faccio un cenno dietro di me, verso gli agenti armati che fanno da scorta al detective seduto di fronte a me.
Quest'ultimo apre il taccuino e mi guarda scocciato in attesa che io parli.
Gli sorrido, e lo faccio.
Dico tutto quello che mi conviene dire.

《Non ricordo precisamente quando conobbi Frank, ma la prima cosa che mi colpì di lui, fu il fatto che indossava una felpa in piena estate.
Era con Gerard.
E capì subito che qualcosa non quadrava appena vidi che il Pagliaccio lo spingeva sull'altalena in malo modo e tentava di sbottonarsi i pantaloni.
Eravamo in un fottuto parco pubblico, e qualunque persona avrebbe potuto vedere quello che stava per accadere di lì a poco.
E decisi di agire.
Mi alzai dalla panchina, posai la sigaretta che stavo per accendere, mi sollevai e corsi verso di loro.
L'adrenalina mi stava chiedendo di buttare a terra quel depravato e di mettere in salvo il ragazzino.
E lo feci.
Prima che potesse lanciarsi addosso a Frank, lo scagliai a terra e feci rialzare Iero Junior.
Frank, dal canto suo, guardò terrorizzato prima me e poi Gerard, e mi disse sottovoce un'unica parola "Scappa".
Era sull'orlo del pianto, non potevo lasciarlo solo con quell'animale.
Una persona normale non cerca di violentarti.
Quando Way si rialzò potei vedere l'ira nei suoi occhi, era comparabile allo sguardo famelico di un lupo.
Ed ebbi una fottuta paura.
Il sangue nelle mie vene divenne puro ghiaccio e credetti di svenire.
Ma non potevo permettermelo.
Avevo un ragazzino da proteggere.
"Frank, vieni da me e non farò nulla al tuo nuovo amico" lo lusingò Gerard sottolineando maliziosamente la parola 'amico'.
Frank si liberò dalla mia stretta ferrea e volò fra le braccia di Gerard appoggiando la testa fra la spalla e il collo di Way.
E come una madre premurosa, Gerard Arthur Way lo prese in braccio, Frank teneva le gambe ben salde attorno al bacino del suo...fidanzato?
Adesso non importa se fossero una coppia o meno.
Ma sapevo una cosa: il loro era un amore malato.
Frank troppo gracile e debole per ribellarsi e Gerard troppo psicopatico per far sì che il suo ragazzo andasse via.
In ogni modo, li vidi scomparire per un sentiero del parco.
Una rabbia mi salì dalla punta dei piedi fino ai capelli e decisi di seguirli.
Frank sapeva che li stavo pedinando e cercava di non far girare Gerard, per far sì che non mi vedesse.
Riuscì persino a mimare un "Scusami" con la bocca, agente, Frank Iero era un vero portento.
Riuscii a capire persino dove abitava.
E da allora andai a fargli visita tutti i giorni.
Non mi ha mai raccontato dell'inferno che passava.
E non l'avrebbe raccontato neanche a voi poliziotti...》

Ma lei sì, lei lo sta raccontando...

《Io sono Ray, Ray Toro, ed è giusto che io riporti le vicende che Frank ha vissuto..》

Arrivi al 22 marzo, mi aiuti a ricomporre i pezzi del puzzle.
Forza, abbia coraggio e faccia la sua deposizione.

《Non è affatto facile saltare fino al 22 marzo come se niente fosse.
Le dico solo due cose.
Frank non mi abbracciava mai e stava ore ed ore in bagno a piangere, anche quando io ero in casa sua》

Dannazione, stiamo ritornando al punto di partenza, FRANK ANTHONY IERO JUNIOR SI AUTOLESIONAVA!?

Prima di poter aprir bocca, la porta della stanza si apre ed entra una detective bionda, vedo il suo distintivo appuntato alla camicetta nera.
Sussurra qualcosa all'agente seduto di fronte a me.
Non sono nervoso.
Non ho paura di quello che sta per succedere.
Mi alzo di scatto e le prendo la pistola.
È un attimo.
Tutta la mia vita mi passa davanti agli occhi come un film.
I giri di chitarra elettrica fatti per Frank.
Le rose rosse che gli regalavo.
L'ultimo pensiero va a lui.
Sparo, dritto alla mia tempia.
E davanti a me non c'è più il detective nè la sua scorta nè la poliziotta bionda, c'é il buio più totale.
Ma io non ho paura.
Non ne ho mai avuta, solo davanti a Gerard la mia mente tentennava.
Ma il 22 marzo 2013, nessuno poté bloccarmi.
Io non mi sono mai fermato.
E mai lo farò.
E non fatelo neanche voi.
Non lasciate che la paura della vita possa intralciare il vostro futuro.
Essa va vissuta, cercate una persona per cui proverete i brividi, non che vi lasci i lividi.
Vi ho illusi tutti, avete davvero creduto che io avessi il coraggio di raccontare gli orrori che ha commesso Gerard?
Solo una persona al mondo poteva farlo.
Addio,
Raymond (Manuel) Toro-Ortiz.







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