CAPITOLO III

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ancora non ci credo, sto per partire per una vera spedizione” pensò tra se e se Lydia mentre controllava di aver preso tutto il necessario per partire alla volta dell’Alaska.
Durante la settimana non fece altro che riempire le sue due valige color rosso fuoco di vestiti, attrezzatura e cosmetici.
《Maya mi dispiace ma non posso portarti con me, non voglio che ti succeda niente. Tornerò  presto》 disse Lydia  guardando la cagnolina che se ne andava con il capo chino per la tristezza.
Subito dopo, il suono del campanello la mise in allarme, era già  arrivato Max.
《Arrivo! 》 urlò  Lydia  dal piano di sopra, mentre finiva di riempire la ciotola di croccantini a Maya.
Subito dopo si precipitò  davanti alla porta, si sistemò  i lunghi capelli scuri e si controlla il trucco allo specchio inserito sul muro di fianco alla porta ed infine la aprì.
《Ciao Max》urlò  Lydia buttando le braccia al collo dell’amico.
《Ciao Lydia, pronta  a partire?》 Domandò  Max anche se era sicuro di conoscere  perfettamente la risposta.
《Certo, prendo l’ultimo borsone e arrivo》rispose Lydia  incamminandosi  verso il salotto.
《Comincio a caricare le valige sul taxi, ti aspetto in macchina》 disse Max alzandosi con cautela le valigie dell’amica.
Arrivato al taxi trovò  Maya che lo osservava incuriosita.
Subito spostò  il suo sguardo su Max, guardandolo con i suoi soliti occhi da cucciolo.
《Dai Maya torneremo presto, torna in casa ora》disse  Max posando le due valigie nel bagagliaio.
In men che non si dica Lydia era già  fuori, indossava dei pantaloni pesanti neri e un giubbotto imbottito per combattere il freddo dell’Alaska.
Richiuse il bagagliaio e saltò  in macchina, pronta per quella nuova avventura.
L’aeroporto non era lontano, senza traffico ci impiegato no 20 minuti circa.
Si sarebbero dovuti incontrare con il fratello di Peter, Charlie ,  che gli avrebbe scortati dall’aeroporto alla grotta, in elicottero, alle 12,30
Appena arrivarono all’aeroporto però  un rumore strano, proveniente dal bagagliaio, insospettì  Lydia.
Lentamente si avvicinò al bagagliaio, premette un pulsante, e questo si aprì.
Gli occhi di Lydia si spalancato appena videro il muso di Maya, spuntare tra le due valigie.
《Maya! Cosa ci fai qui? Max non ti sei accorto che era salita a bordo?》chiese Lydia guardando male l’amico.
《No non me ne sono accorto》disse Max spostando io suo sguardo sul terreno.
《Ora ti dovrò  riportare a casa》disse Lydia sbuffando.
《È troppo tardi, dovremo portarla con noi. Perderemo l’aereo se la riportiamo indietro》 rispose Max mentre scaricava i bagagli.
《E va bene, la portiamo》 disse infine Lydia prendendo in braccio Maya.
Dopo circa un ora riuscirono a salire sull’aereo, Maya  ovviamente era nella stiva con le valigie e gli altri animali, mentre Max e Lydia erano seduti in prima classe.
Dopo qualche ora di volo atterrarono, finalmente, in Alaska,  dove trovarono ad aspettarli il fratello di Peter.
《Salve, mio fratello ha detto che vi avrei fatto da guida oggi. Quando atterreremo  vi presenterò il perché  del vostro. Il cane è vostro? 》 chiese Charlie  mentre porterà a Max e a Lydia paraorecchie per rendere meno fastidioso il frastuono che provoca l’elicottero.
《Si si, è con noi il cane, si chiama Maya》 disse Lydia facendo due carezze sulla testa a Maya.
《Per lei sarà  un’po  traumatico il volo, ma la cosa buona è che dura poco》 disse Charlie mentre staccava l’elicottero dal terreno.
Dopo poco raggiunsero uno sprazzo circondato da un fitto bosco.
Di fianco si vedeva la grotta, alta e ricoperta da muschio, dall’altra l’arte una distesa di alberi infinita, che racchiude a chissà quale sorta di animali.
Lydia, Max e Maya lasciarono l’elicottero e seguirono Charlie all’interno della grotta.
Dentro non si vedeva molto, c’era qualche luce qua e là, ma non illuminava granché.
Faceva molto freddo, anche di più  che in superficie.
Man mano che scendevano, le voci delle persone che si udivano già  dall’esterno, si facevano sempre più  forti.
Finalmente erano arrivati in fondo.
Quello che gli si presentò  davanti lasciò  a bocca aperta entrambi.
Avrebbero dovuto aiutare quell’associazione, a portare alla luce e i resti di un gigantesco Mammut!
Lydia era  stupefatta.
Dalla grandezza  delle ossa sarà  stato alto qualche metro, era un maschio adulto, le zanne erano ancora integre.
Doveva essere rimasto ghiacciato fino ad ora, lembi di pelliccia  e alcuni organi interni erano ancora in buone condizioni per essere studiati.
Era un Mammut mastodontico!
《Non è possibile, non ci posso credere! Il mio sogno si è avverato》urlò  Lydia  prima di catapultarsi vicino ai resti di quell’animale.

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